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Vita cometa (Maxmex)

by maxmex

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1.
RIPORTAMI INDIETRO (Massimo Messina) Se ritornassi indietro, cosa faresti? son sicuro che lo sai, metà del tuo percorso certo la cambieresti, e se avvolgessi il nastro dei tuoi ricordi, qualche scena salverai, ma il grosso del filmato forse lo taglieresti. Se il tempo fosse il guado tra due universi, di quel fiume eluderai rapide e flutti inversi, né mai più affonderesti, e raschieresti il buio dai cupi giorni, alle stelle toglierai punte curve e riflessi. Che importa dai, andiamo, su, ma ricorda che non si torna più, coraggio vai, hai scelto tu, dai riportami, su, riportami indietro. Saltiamo vuoi? poi si vedrà se quel telo regge o si sfonderà, il resto ormai non conta più, ma riportami, tu riportami indietro. Se il dubbio fosse vetro, lo infrangeresti? lame e cocci toglierai, ma quell’immenso vuoto come lo riempire-sti? Se si sciogliesse il filo dai muti polsi, l’aquilone inseguirai o il canto dei cipressi? Che importa dai, montiamo su, ma ricorda che non si guarda giù, finché lo spazio fonderà, presto voltati e dimentica il suolo. Scegli la porta che vorrai, se saremo noi, poi lo scoprirai, bussa e lo sfondo svanirà, su, preparati e trattieni il respiro. Ma ricordati, luna o corda che afferrerai, fosse l’unica, forse il prologo che non sai, tu riportami, su riportami, presto, portami in salvo.
2.
TU NON ESISTI (Massimo Messina) Quanti anni ormai, quante stelle poi, forse capirai, se mai ascolterai. Io lo so, non esisti, soffi solo nei venti, tu non esisti che nei racconti. Quante lune vuoi che non chiederai, tu che tutto puoi e puoi esser mai? Mute corse nei prati, nudi passi nei cieli, tu non esisti che nei raccolti, tu sei tutto e niente, consoli e ferisci, tu che ignori e guarisci, tu non esisti, ma ci comprendi. Sì, lo so, è tutto nella mente, lo so, e gira lentamente, sì lo so, che non ti ho perduto mai e non ti ho cercato, tutto è luce ormai. Io lo so che ho peccato, ma non sono pentito se il tuo steccato non ho saltato, né l’ho mai veduto, Realtà trasparente, pura assenza evidente, che ti contorci tra dubbi e torti, tu ti sei creato. Lo so, sei un trucco della mente, lo so, che toglie e tutto prende, sì lo so, come un falco ghermirà che di buio tace, tutto è ombra ormai. Dico a te, non mi senti? tu che guadi torrenti, e ancora insisti, tu non esisti che nei tuoi disegni, incendi e distruggi e di pioggia ti struggi, tu che difendi dai tuoi silenzi, tu non sei esistito mai.
3.
PAURA DEGLI ALBERI [fiorisci] Massimo Messina) Se hai paura degli alberi, sai alle volte, crescono, se hai paura degli alberi che si annodano e s’intrecciano. Forse è colpa dei colori, son sicuro che lo sai, che anche tu hai tronco e petali, e non dire: “quando mai?” Hai rispetto degli alberi? spesso sai, si seccano, hanno curvi dolori, ma di colpo non invecchiano, e non sanno dei confini, guerre non han fatto mai, hai mai visto fusti grandi col cervello di un bonsai? E anche se a volte si arrabbiano, rami frusciano e balbettano. Non importa se lo sai, non importa se capisci, non importa se lo vuoi, fiorisci. Non importa dove vai, non mi spiace se ritorni, io ti aspetto, presto, dai, fiorisci, fiorisci. Larghe foglie e sospiri nel buio si sfiorano, dentro lunghi silenzi, sono certo che si amano, anche se non hanno occhi, braccia e mani, come noi, credi a me, non si abbandonano non si lasceranno mai. Non conoscono errori, sentimenti che appassiscono, ma si scambiano sorrisi, fitte trame e gelosie, e nel buio poi si spogliano, hanno strane fantasie. Non m’importa cosa fai, non m’importa se arrossisci, resto, finché riderai, fiorisci! Non importa dove andrai, non è il caso che sparisci, terra o prato, affiorerai, fiorisci, fiorisci. Non importa se berrai, se non altro, non ti afflosci, da domani sboccerai, non oggi. Non importa se lo sai, a me importa che guarisci, danzerai ancora tra i venti, fiorisci, fiorisci.
4.
VITA COMETA (a passo di danza) (Massimo Messina) Cenere sulla mia faccia, ho dei sacchi da togliere dalla finestra, i pensieri da avvolgere nella mia giacca, prendo quello che conta, che mi resta. Credere nella giustizia, vedo bimbi rincorrersi tra la sporcizia, muri e ragioni cedere uno alla volta e ogni ponte che salta, è una festa. Lasciarsi dietro la porta, con la fretta di correre, nessuno che aspetta, e ogni giorno è una colpa che ti salva, una calma che ti sfianca. E ogni gesto da compiere resta lettera morta, una vaga promessa che ti affossa. Oltre il sentiero, una croce, l’eco di una mitraglia, nel gorgo di una tempesta, c’è una voce che canta, la speranza. Nella radura di sera, c’è una luna che piange, luna che si dispera, ma se è vero che si accende una volta sola, quella luce ti basta, ti consola. Di questa vita cometa, ti rimane la coda, del tuo posto, una sedia, è una sfinge di sabbia, come un naso che cola, tutto quello che abbraccia, lo abbandona. Ogni stagione che passa, è uno scatto, una corsa che respira a fatica, e il traguardo è una gioia che spaventa, un dolore che rinfranca. E il silenzio è una bomba che di pace devasta, di giocare alla guerra non si stanca. Nel vento buio di frontiera, ogni falco è colomba, con l’aria stretta alla gola, la paura si afferra, è una corda. Nel gelo di una tormenta, nell’oscura boscaglia, in ogni cielo che affonda, lenta e a passo di danza, brucia la speranza.
5.
QUIETO VIVERE [l’hai deciso tu] (Massimo Messina) Hai deciso tu, l’hai deciso tu di poggiare i piedi sulla roccia, l’hai voluto tu, l’hai voluto tu confinare il mare in una goccia, hai levato Dio via dal cuore mio, hai puntato un sole alla mia faccia, e lune sopra i fari, come dubbi esistenziali. Hai appiccato tu, l’hai appiccato tu l’odio che m’incendia la foresta, se l’hai spento poi coi miei giorni bui, l’hai sottratto al tempo che mi resta, presto te ne andrai e mi lascerai senza più l’ausilio di una torcia, a testa in giù tra gli alberi, sotto piogge torrenziali che tu sai, forse asciugherai. Fango sulle gambe, gesso sulle ali stanche, ogni passo, anche il più semplice, si trascina lento fra noi, danze sulla pece, piroette sulla croce, quasi quasi, un po’ mi piace questo sfinimento che dai, ma per quieto vivere, preferisco non morire e tu lo sai, se permetterai… Hai deciso tu, lo hai deciso tu, di spalmare il cielo su una foglia, l’hai disteso poi con gli sguardi tuoi, ma hai succhiato sale alla mia voglia, hai scelto la via della vita mia, ma hai lasciato solo la trazzera e vento sulle spalle, senza l’ombra di uno scialle e se vorrai, forte soffierai. Mi hai legato poi coi silenzi tuoi, ma hai lasciato un maglio di catena e un vuoto ancor più grande di un deserto che si espande intorno a noi. Salto la cornice, già mi sento più veloce e se cado, mi sta bene questa sofferenza che dai, perché un quieto vivere è un pretesto per fuggire e tu lo sai, sempre spingerai. Hai deciso tu, l’hai deciso tu, di versare aceto sulla bocca, mi hai mostrato poi tutti i volti tuoi, ma hai assegnato il ruolo che mi tocca, dalla frenesia alla litania, dal falso alla storia più sincera, di quel sopito stare, faccio quello che mi pare, se vorrai, solo se vorrai, se vorrai, se tu vorrai.
6.
FIUME TIMIDO (Massimo Messina) Dammi un silenzio, dammi una voce, dammi un perché, dovrei cercare dentro la voglia che più non c’è, dovrei spiccare un volo libero, se non ho muti cristalli per sfracellarmi e un vento tiepido soffierai. Dammi coscienza, sprazzi di luce, una bugia, parlami ancora del ragazzino in fondo a una via, prova a fermare un gioco stupido che non ha terre di pace, torna a scaldare un cuore gelido che non ha fiamma ormai. Puoi sconfinare nella penombra, puoi giustiziare quella mia ombra, puoi camminare tacco e punta poi, sulla mia sabbia, puoi scardinare anche la rabbia. Dammi giustizia, vita o veleno, che bruci ormai, so masticare lenta la foglia che scioglierai, perché trovare un mare limpido, se non ho scuri fondali dove annaspare e un cielo in bilico, sopra non crolla mai? Puoi trascinare questa vacanza, dentro le reti di una paranza, tutte le lune sull’asfalto blu di questa sera, verso le fosse di una galera. Puoi calpestare pure le ossa, danzare al ritmo di una Makossa, come un giullare, al buio brinderai alla tristezza, con il boccale dell’amarezza. Potrai spaccarlo anche per terra, tu puoi fermare questa mia guerra, forse in quei cocci aguzzi e opachi tu ti taglierai e del mio azzurro fiume timido, sanguinerai.
7.
A SPASSO NEL SOLE (Massimo Messina) Volevo andare a spasso nel sole a profumare di rosso il mio aprile, ma ho calpestato l’inverno alle aiuole, ho cancellato dal mondo il confine, coi miei racconti muti, i miei sogni confusi, le passioni sfavillanti, i miei rimpianti, i miei tramonti come tanti, ardori straripanti un fiume di tormenti, i miei dissensi. Volevo dare più fiato alle foglie, un’altra mano di calma alle attese, ma ho trascinato su un carro le ore, soffiando cera su candele accese, coi miei battenti chiusi, i miei diamanti sfusi, col veleno dei miei dardi, i pugni caldi, dentro un fuoco di serpenti in cerchi ardenti, contro il fumo nei miei occhi ingenui e illusi. Solo, in fondo a retrovie di un coro di bugie, a lucidare specchi inflessi, senza accesso alle corsie, vendemmie o carestie, a masticare gli ossi più duri. Volevo dare un volto ai misteri, gettare secchi di luce ai sentieri, ma ho raccattato del buio i silenzi, passando stracci sui carboni spenti, coi miei timori e dubbi, i miei ripensamenti, le ragioni deliranti, i disincanti, via, tra regole follie, miserie e ipocrisie, da banditori ingordi, insulsi, via, tra cocci di smeraldi, a servitori e araldi, attratto dai riflessi più oscuri, via, col gesso nelle mani e sguardi nel domani, ad inseguire venti e gabbiani. Volevo andare in fondo a quel mare, e ancora scavo con mezzo bicchiere.
8.
LUNA PAZZA (Massimo Messina) Sai che cosa si dice? che la luna è pazza di te, così, almeno si sente, ma un motivo vero non c’è, o la luna è pazza di sé o la luna è sciocca, ma fai bene a coprire la bocca. Sai che cosa sorprende? che di lei tu fai ciò che vuoi, è una luna infelice o è gelosa marcia di noi, ha una parte oscura lo sai, e nel buio scalcia, sì, fai bene a voltare la faccia. Tieni gli occhi e i pensieri socchiusi, i tuoi respiri leggeri, soffusi, e porta il vento che hai nelle mani in mondi lontani. Spegni il lume, rimetti gli occhiali, non è prudente scoprire i fondali, e togli gigli e profumo ai capelli, i sogni più belli. Credi a me, puoi sfuggire ai suoi sguardi, non è troppo tardi. E non serve mostrare i tuoi denti alla sua pioggia di stelle cadenti, serra le labbra, trattieni i sorrisi, dì che li hai recisi i tuoi gambi, non fa distinzione tra genere e nome. Questa luna è pazza di te, e il motivo è chiaro per me, se il tuo viso tocca, ogni luce sbrocca, e anche il buio può amare una stella, perché tu sei la notte più bella.
9.
FINCHÉ RESPIRO AVRÒ (Massimo Messina) [silent lyrics] Non mi arrenderò, che sia fiume in secca, che sia la montagna scura che m’incanta. Non mi fermerò, sale nella bocca, sabbia sulle labbra, vento che mi spazza. Mi solleverò, falco nella nebbia, piuma di colomba, nube che si sfalda, ma non fuggirò e combatterò, finché respiro avrò. Tu che cercherai sempre una risposta, hai la sola sponda della tua domanda, tu ti lancerai dentro la battaglia, contro la mitraglia buia che tartaglia, e conoscerai l’ombra di una cella, l’alba di una stella, l’eco di una bomba, tu che correrai, non ti fermerai, finché respiro avrai. Se la voce parla piano in te, tu, che il silenzio sai, sempre l’ascolterai. Se la luce lenta diffonderà, finché sentiero avrai, tu non voltarti mai. Non mi arrenderò, bruci la mia colpa, urli la coscienza, taccia la speranza. Non mi fermerò, finché questa brezza posi la carezza muta sulla tomba, e mi butterò contro la tempesta, senza mai una costa, fino a dire, basta! ma non cederò, non affonderò, finché respiro avrò.

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Canzoni interamente composte e realizzate dal solo Massimo Messina; Aprile-Maggio 2022;
Disegno di copertina: Massimo Messina.

credits

released May 26, 2022

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maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

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