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1. |
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SE VUOI ANDARE VAI
(Massimo Messina)
Se vuoi andare, vai,
con la speranza mia
mentre scompare la via.
E il ricordo come brucia,
come una roccia lavica
e il silenzio sembra schiuma
tra noi.
Se vuoi restar con lui,
non puoi restare mia
mentre rimane la scia.
E il respiro come fuma
e scavo unghie d'anima
e le mangio, non è l'una
ma sento già il profumo tuo
che è in me,
come quei fiori che portai,
come il ricordo che tu avrai di me
ed io di te, perduti…
Ti penso troppo,
ti penso già e sei ancora lì
e ogni minuto che passa
è una trappola,
chi mai è la preda?
Ti penso troppo,
ti penso sul cuscino
e quando lavo le mani,
la domenica,
chissà che festa!
E non voltarti mai,
e non voltarti più,
questa distanza è ormai
quello che resta tra noi.
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2. |
Certe pagine (maxmex)
04:47
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CERTE PAGINE
(Massimo Messina)
Il sacrificio di una donna sola
sul marciapiede,
non è mai importato
più dei regali rotocalchi rosa,
più degli incassi record
di uno stadio.
L'insabbiamento lento dei misteri
non vale più le quote dei sistemi,
più delle ruote di fortuna,
delle missioni sulla luna.
Tutti quei bimbi affamati
sono d'intralcio al mento
per chi ha appetito
e quei randagi "incartonati"
vanno sottolineati
da chiunque ha un dito.
Le bocche aperte di chi ha visto sere
illuminarsi a giorno
e poi bruciare tutte le case,
fa paura a chi la guerra l'ha vissuta.
Tu come una volta
hai voglia di scrivere
in questo cielo,
ebbene, ascolta,
tu che questa notte andrai
tra quelle pagine che svaniscono
e che non riappaiono più,
anime che capiscono come te,
non nascono più.
Lo sguardo "infetto"
di un "drogato" al buio
visto sottocchio,
non va mai incrociato.
La carrozzella
sotto il sole esposta,
al mare dei "normali"
dà fastidio.
L'arricchimento
di chi ha spinto sieri mortali,
certo non può avvelenare
la passerella al chiar di luna
di moda,
è solo "un'impuntura", si sa.
La libertà di esprimer l'opinione
purché non pesti i piedi all'editore,
pulire tutto, la natura,
il resto è solo spazzatura.
Tu come una volta
hai voglia di scriverlo
e non ti importa niente e allora,
tu che ancora lotti e sai
che certe pagine non si scrivono
perché non si leggono più.
Anime che capiscono come te,
non nascono più.
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3. |
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VIAGGIO DA SOLO
IN UNA STANZA
(Massimo Messina)
Ho bisogno di un po' di gioia,
di tanto fuoco,
di un'impennata,
trasformarmi in qualcosa,
uscire dal buio, vivo,
senza una scusa.
Ho bisogno
di un orizzonte di marinaio,
per essere un gabbiano nel cielo
e stagliarmi d'azzurro sfondo
con le ali aperte,
divento un aeroplano
che ora tocca col muso
stelle dell'infinito,
divento anch'io un astro del cielo
che s'incendia
e cade lento sopra un binario
e sono io quel treno
che non porta persone,
merci, posta o bestiame
ma solo un bel pensiero.
Ho bisogno di serenità,
di un arcobaleno.
Ho bisogno di un po' di sole,
una botta in testa,
di una sferzata,
sradicarmi con nuda forza
dal prato grigio che m'imprigiona.
Ho bisogno
d'essere foglia nella tempesta,
per essere barchetta di carta
in balia dell'acqua piovana
e a mulinello dirigo in un tombino
e mi perdo,
d'acqua di fogna
divento specchio di lago
e irrigo un campo di grano
e germoglio fresco pensiero
da sempre incolto
e son di nuovo solo,
a scrutare infinite stelle dell'infinito,
a cogliere il mistero.
Ho bisogno di questa umiltà
per sentirmi eterno
e nel cielo muovermi
come le stelle del cielo,
giocare a illudersi
di splendere in un mattino
che vuol nasconderci.
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4. |
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CHE COSA PENSI,
COSA SOGNI?
(Massimo Messina)
Che cosa pensi, cosa sogni?
Che cosa pensi
nei tuoi grandi occhi chiusi?
A volte fingi, ti nascondi
e ci respiri
dentro i tuoi caldi silenzi.
A volte sei più veloce di un treno,
altre volte sei potente più del tuono
e con gli sguardi vai,
ti perdi più lontano
e non ti stanchi mai.
Che cosa pensi, cosa sogni?
Che cosa pensi
nei tuoi grandi occhi chiusi?
A volte fingi,
ti nascondi e vai,
ti perdi più lontano.
Che cosa speri, cosa aspetti?
Cosa nascondi
dentro i tuoi caldi silenzi?
E ci respiri,
chiudi gli occhi e vai.
Che cosa speri, cosa aspetti?
Dove conservi
quei sorrisi tuoi sinceri?
e li rassetti, poi richiudi
per indossarli
nei tuoi giorni più puliti.
A volte sei
più tranquilla di un lago,
altre volte sei
pungente come il vento
e dei tuoi giorni fai
il cattivo od il sereno
e non ti sbagli mai.
Che cosa pensi, cosa sogni?
Che cosa pensi
nei tuoi grandi occhi chiusi?
A volte fingi,
ti nascondi e vai,
ti perdi più lontano.
(è un'avventura)
Che cosa speri, cosa aspetti?
Cosa nascondi
dentro i tuoi caldi silenzi?
E ci respiri,
chiudi gli occhi e vai.
Che cosa pensi, cosa sogni?
Che cosa pensi
nei tuoi grandi occhi chiusi?
A volte fingi,
ti nascondi e vai,
ti perdi più lontano.
Che cosa speri, cosa aspetti?
Cosa nascondi
dentro i tuoi caldi silenzi?
E ci respiri,
chiudi gli occhi e vai.
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5. |
Tutto è tuo (maxmex)
05:03
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TUTTO È TUO
(Massimo Messina)
Le cose che dici,
amor mio,
e quello che senti,
è solo tuo,
le mani, i tuoi occhi
non parlan mai,
la voce è nel cuore,
lo sai.
Le cose che sogni,
amor mio,
la pace che provi,
tutto è tuo,
le voci, i respiri
non sono i tuoi
ma i caldi silenzi che hai.
Io vedo tutto
e tutto guarda te,
mi sta parlando di te,
ti sta chiamando,
tu voltati e saprai
cosa vuoi
e cosa sei.
I giochi che inventi,
amor mio,
i cieli che stendi
tra le nuvole,
l'incanti, l'imbrogli
di sguardi tuoi
fin quando le stelle vedrai.
Io vedo tutto
e tutto guarda te,
mi sta parlando di te,
ti sta chiamando,
tu voltati e saprai
cosa vuoi
e cosa sei.
Io amo il vento
e il vento ama te,
mi sta chiedendo di te,
ti sta chiamando
e vuol saper che fai,
cosa vuoi,
che cosa sei,
e soffierà
dovunque andrai.
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6. |
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GIORNI TUTTI UGUALI
(Massimo Messina)
Io cammino in un'altra storia,
parallela alla tua memoria,
camuffato da antico rimorso,
armato di specchi.
E già tremo nelle tue chiavi,
penetro nei tuoi occhi chiusi,
sono il cielo che guardi dal vetro,
il mare davanti,
l'appetito sopito,
il sorriso che non trovi più.
E tu pensavi davvero
che provare a volare
senza me era bello,
ma tu non hai ali.
E tu da vecchia catena,
mi hai sgrassato e posato
ed ora ti trovi a spezzare
questi giorni tutti uguali.
Spengo così la tua luce
ma non t'addormenti,
nello specchio ti trucchi,
mi vedi, ma quella lì sei tu!
La tua espressione è serena,
la tua voce è tranquilla.
È questo che ti butta giù.
Io respiro nelle tue mani,
sono io quell'intenso odore
e ti lavi con forza,
poi esci
ma ovunque mi senti.
Ora urlo nei tuoi silenzi,
sono il chiasso dei nuovi amici,
ma tra un po' sarò il trillo
che senti salendo le scale,
al telefono corri, rispondi
e non ci sono più.
E tu pensavi davvero
che provare a volare
senza me era bello,
ma tu non hai ali.
E tu da vecchia catena,
mi hai sgrassato e posato
ed ora ti trovi a spezzare
questi giorni tutti uguali.
Spengo così la tua luce
ma non t'addormenti,
nello specchio ti trucchi,
mi vedi, ma quella lì sei tu!
La tua espressione è serena,
la tua voce è tranquilla.
È questo che ti butta giù.
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7. |
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CERCA LE MIE PAROLE
(Massimo Messina)
Vorrei chiamarti sole,
ma tu che ne sai?
Vorrei chiamarti gioia,
ma tu che ne sai
come il vento soffia
e spazza le mie parole
che non sorridono mai?
Sono parole vuote
che non arrivano mai.
Vorrei gridare amore,
ma tu che ne sai?
Vorrei dire il tuo nome,
ma tu che ne sai
del silenzio ladro
che avvolge quelle parole
che si sussurrano al buio?
Sono parole sole
che non si trovano mai.
Cerca dentro al mare in tempesta,
nella notte stellata,
all'alba del primo giorno,
guarda oltre la collina,
nella neve in gennaio,
dietro i quarti di luna,
tutti i lati del cielo.
Che io possa bruciare
se non guardi nel fuoco.
Cerca le mie parole
nei rintocchi del tempo
che non tornano mai,
che non tornano mai,
che non tornano mai,
che non tornano mai.
Vorrei chiamarti vita,
ma tu che ne sai?
Vorrei chiamarti cielo,
ma tu che ne sai
come il mare sale
e copre le mie parole
che non respirano mai?
Sono parole erose
che non emergono mai.
Cerca nei miei spenti sorrisi,
nella smania incantata
da ogni tuo sguardo,
nella sperduta luce
che somiglia al tuo viso,
nel mio pallido letto
e se non vieni a cercare,
che io possa dormire
per millenni e ansimare.
Cerca le mie parole
nel mio insano tormento
che non guarirò mai,
che non guarirò mai,
che non guarirò mai,
che non guarirò mai.
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8. |
Dolce inganno (maxmex)
03:25
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DOLCE INGANNO
(Massimo Messina)
Amor mio,
quante volte ho pianto da solo
maldicendo i tuoi occhi nel buio,
sembra strano, è così.
Amor mio,
quante volte ho gridato nel vento
il tuo nome
ma solo il tormento
mi ha risposto, è così.
Amore mio,
respiriamo tutto il cielo
poi ritorniamo giù
senza più pensieri in mano,
senza rotolarci più
in questo dolce inganno,
senza addormentarci.
Amor mio,
quante volte ho sperato di udire
la tua voce
ma era un aprile
che languiva per noi.
Senza rotolarci più
in questo dolce inganno,
senza addormentarci più.
Senza rotolarci più
in questo dolce inganno,
senza addormentarci.
Amor mio,
come si stava bene
quando il sole dall'acqua risorgeva
e la schiuma dissolveva.
Amore mio,
respiriamo tutto il cielo
poi ritorniamo giù
senza più pensieri in mano,
senza rotolarci più
in questo dolce inganno,
senza addormentarci più...
senza rotolarci più
in questo dolce inganno,
senza addormentarci più...
senza rotolarci più
in questo dolce inganno,
senza addormentarci più...
senza rotolarci più
in questo dolce inganno,
senza addormentarci…
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9. |
Tutto tace (maxmex)
04:27
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TUTTO TACE
(Massimo Messina)
Tu ti credi libero
di lottare, di discutere
ma non c'è una risposta,
un saluto.
Tu ti credi polvere,
di volare in alto
e scendere quando vuoi.
Non è rimasto ormai più nessuno,
tutto tace,
le colline intorno a te
sono più sole ormai di un deserto,
scottate dal sole muto.
Tu ti credi candido,
sventolare allegro
ma i sorrisi tuoi
sono rimossi dal vento.
Tu ti credi fulmine,
scomparire e riapparire
quando vuoi,
ma anche le stelle ormai
sono stanche di brillare
ed il cielo cade giù.
Smontato il telo,
il buio ti avvolge,
rimane l'arcobaleno.
E come il frutto da un albero,
la semina,
dentro te un dubbio cresce,
intorno a te la pace.
Ma dopotutto
convincerti tu non sai
e la pioggia scende
dagli occhi tuoi.
Tu ti credi abile
di guidare sempre il gioco
ma non c'è
nemmeno un jolly nel mazzo.
Tu ti credi pratico
e sicuro camminare sopra i guai
ma non sederti mai sulle spine,
attento al suolo,
quella sabbia viene giù
e non bagnarti mai sulle rive,
quell'acqua è puro veleno.
L'oscura luce della realtà
ti illumina
tanto che l'angoscia sale,
intorno tutto tace.
Ma dopotutto
convincerti tu non vuoi
e la pioggia scende
dagli occhi tuoi.
Ma dopotutto
convincerti tu non vuoi
e la pioggia scende
dagli occhi tuoi.
La pioggia scende
dagli occhi tuoi.
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10. |
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COSA AVRÒ FATTO MAI?
(Massimo Messina)
Cos'avrò fatto mai,
cos'avrò fatto mai
per meritare un cielo
uguale a tutti voi?
Sul marciapiede, poi,
cammino come tutti
e mi riporta giù per la città.
Non è possibile,
non è possibile,
anch'io ho due mani e un viso,
come del resto, voi.
Lo stesso vento poi
mi spettina i capelli,
freddo mi spinge giù,
senza pietà.
Già,
sembra impossibile,
riavere te, poi…
è tutto inutile.
È un dirigibile
sopra di noi,
cos'avrò fatto mai?
Ora che mi basta un grido,
non ho voce per piangere.
Ora che mi manca il giorno,
non c'è luce negli occhi miei
e non serve più fingere
e non serve più esistere.
Cos'avrò fatto mai
per respirare l'aria
che respirate voi?
Confuso nel viavai
di spalle svelte e volti,
nel mezzo della via
e della mia età.
Già,
sembra impossibile,
riavere te, poi…
è tutto inutile.
È un dirigibile
sopra di noi,
cos'avrò fatto mai?
Ora che mi basta un grido,
non ho voce per piangere.
Ora che mi manca il giorno,
non c'è luce negli occhi miei
e non serve più fingere
e non serve più vivere.
Ora che mi manca il cielo,
non c'è sangue che scorra in me.
Ora che mi manca il fiato,
non ho forza di correre
e non serve raccoglierle
e non serve più stringerle
queste mie lacrime.
E non serve più fingere
e non serve più vivere…
Cos'avrò fatto mai?
Cos'avrò fatto mai?
Cos'avrò fatto mai?
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maxmex Palermo, Italy
Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.
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