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Viaggio da solo in una stanza (Maxmex)

by maxmex

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1.
SE VUOI ANDARE VAI (Massimo Messina) Se vuoi andare, vai, con la speranza mia mentre scompare la via. E il ricordo come brucia, come una roccia lavica e il silenzio sembra schiuma tra noi. Se vuoi restar con lui, non puoi restare mia mentre rimane la scia. E il respiro come fuma e scavo unghie d'anima e le mangio, non è l'una ma sento già il profumo tuo che è in me, come quei fiori che portai, come il ricordo che tu avrai di me ed io di te, perduti… Ti penso troppo, ti penso già e sei ancora lì e ogni minuto che passa è una trappola, chi mai è la preda? Ti penso troppo, ti penso sul cuscino e quando lavo le mani, la domenica, chissà che festa! E non voltarti mai, e non voltarti più, questa distanza è ormai quello che resta tra noi.
2.
CERTE PAGINE (Massimo Messina) Il sacrificio di una donna sola sul marciapiede, non è mai importato più dei regali rotocalchi rosa, più degli incassi record di uno stadio. L'insabbiamento lento dei misteri non vale più le quote dei sistemi, più delle ruote di fortuna, delle missioni sulla luna. Tutti quei bimbi affamati sono d'intralcio al mento per chi ha appetito e quei randagi "incartonati" vanno sottolineati da chiunque ha un dito. Le bocche aperte di chi ha visto sere illuminarsi a giorno e poi bruciare tutte le case, fa paura a chi la guerra l'ha vissuta. Tu come una volta hai voglia di scrivere in questo cielo, ebbene, ascolta, tu che questa notte andrai tra quelle pagine che svaniscono e che non riappaiono più, anime che capiscono come te, non nascono più. Lo sguardo "infetto" di un "drogato" al buio visto sottocchio, non va mai incrociato. La carrozzella sotto il sole esposta, al mare dei "normali" dà fastidio. L'arricchimento di chi ha spinto sieri mortali, certo non può avvelenare la passerella al chiar di luna di moda, è solo "un'impuntura", si sa. La libertà di esprimer l'opinione purché non pesti i piedi all'editore, pulire tutto, la natura, il resto è solo spazzatura. Tu come una volta hai voglia di scriverlo e non ti importa niente e allora, tu che ancora lotti e sai che certe pagine non si scrivono perché non si leggono più. Anime che capiscono come te, non nascono più.
3.
VIAGGIO DA SOLO IN UNA STANZA (Massimo Messina) Ho bisogno di un po' di gioia, di tanto fuoco, di un'impennata, trasformarmi in qualcosa, uscire dal buio, vivo, senza una scusa. Ho bisogno di un orizzonte di marinaio, per essere un gabbiano nel cielo e stagliarmi d'azzurro sfondo con le ali aperte, divento un aeroplano che ora tocca col muso stelle dell'infinito, divento anch'io un astro del cielo che s'incendia e cade lento sopra un binario e sono io quel treno che non porta persone, merci, posta o bestiame ma solo un bel pensiero. Ho bisogno di serenità, di un arcobaleno. Ho bisogno di un po' di sole, una botta in testa, di una sferzata, sradicarmi con nuda forza dal prato grigio che m'imprigiona. Ho bisogno d'essere foglia nella tempesta, per essere barchetta di carta in balia dell'acqua piovana e a mulinello dirigo in un tombino e mi perdo, d'acqua di fogna divento specchio di lago e irrigo un campo di grano e germoglio fresco pensiero da sempre incolto e son di nuovo solo, a scrutare infinite stelle dell'infinito, a cogliere il mistero. Ho bisogno di questa umiltà per sentirmi eterno e nel cielo muovermi come le stelle del cielo, giocare a illudersi di splendere in un mattino che vuol nasconderci.
4.
CHE COSA PENSI, COSA SOGNI? (Massimo Messina) Che cosa pensi, cosa sogni? Che cosa pensi nei tuoi grandi occhi chiusi? A volte fingi, ti nascondi e ci respiri dentro i tuoi caldi silenzi. A volte sei più veloce di un treno, altre volte sei potente più del tuono e con gli sguardi vai, ti perdi più lontano e non ti stanchi mai. Che cosa pensi, cosa sogni? Che cosa pensi nei tuoi grandi occhi chiusi? A volte fingi, ti nascondi e vai, ti perdi più lontano. Che cosa speri, cosa aspetti? Cosa nascondi dentro i tuoi caldi silenzi? E ci respiri, chiudi gli occhi e vai. Che cosa speri, cosa aspetti? Dove conservi quei sorrisi tuoi sinceri? e li rassetti, poi richiudi per indossarli nei tuoi giorni più puliti. A volte sei più tranquilla di un lago, altre volte sei pungente come il vento e dei tuoi giorni fai il cattivo od il sereno e non ti sbagli mai. Che cosa pensi, cosa sogni? Che cosa pensi nei tuoi grandi occhi chiusi? A volte fingi, ti nascondi e vai, ti perdi più lontano. (è un'avventura) Che cosa speri, cosa aspetti? Cosa nascondi dentro i tuoi caldi silenzi? E ci respiri, chiudi gli occhi e vai. Che cosa pensi, cosa sogni? Che cosa pensi nei tuoi grandi occhi chiusi? A volte fingi, ti nascondi e vai, ti perdi più lontano. Che cosa speri, cosa aspetti? Cosa nascondi dentro i tuoi caldi silenzi? E ci respiri, chiudi gli occhi e vai.
5.
TUTTO È TUO (Massimo Messina) Le cose che dici, amor mio, e quello che senti, è solo tuo, le mani, i tuoi occhi non parlan mai, la voce è nel cuore, lo sai. Le cose che sogni, amor mio, la pace che provi, tutto è tuo, le voci, i respiri non sono i tuoi ma i caldi silenzi che hai. Io vedo tutto e tutto guarda te, mi sta parlando di te, ti sta chiamando, tu voltati e saprai cosa vuoi e cosa sei. I giochi che inventi, amor mio, i cieli che stendi tra le nuvole, l'incanti, l'imbrogli di sguardi tuoi fin quando le stelle vedrai. Io vedo tutto e tutto guarda te, mi sta parlando di te, ti sta chiamando, tu voltati e saprai cosa vuoi e cosa sei. Io amo il vento e il vento ama te, mi sta chiedendo di te, ti sta chiamando e vuol saper che fai, cosa vuoi, che cosa sei, e soffierà dovunque andrai.
6.
GIORNI TUTTI UGUALI (Massimo Messina) Io cammino in un'altra storia, parallela alla tua memoria, camuffato da antico rimorso, armato di specchi. E già tremo nelle tue chiavi, penetro nei tuoi occhi chiusi, sono il cielo che guardi dal vetro, il mare davanti, l'appetito sopito, il sorriso che non trovi più. E tu pensavi davvero che provare a volare senza me era bello, ma tu non hai ali. E tu da vecchia catena, mi hai sgrassato e posato ed ora ti trovi a spezzare questi giorni tutti uguali. Spengo così la tua luce ma non t'addormenti, nello specchio ti trucchi, mi vedi, ma quella lì sei tu! La tua espressione è serena, la tua voce è tranquilla. È questo che ti butta giù. Io respiro nelle tue mani, sono io quell'intenso odore e ti lavi con forza, poi esci ma ovunque mi senti. Ora urlo nei tuoi silenzi, sono il chiasso dei nuovi amici, ma tra un po' sarò il trillo che senti salendo le scale, al telefono corri, rispondi e non ci sono più. E tu pensavi davvero che provare a volare senza me era bello, ma tu non hai ali. E tu da vecchia catena, mi hai sgrassato e posato ed ora ti trovi a spezzare questi giorni tutti uguali. Spengo così la tua luce ma non t'addormenti, nello specchio ti trucchi, mi vedi, ma quella lì sei tu! La tua espressione è serena, la tua voce è tranquilla. È questo che ti butta giù.
7.
CERCA LE MIE PAROLE (Massimo Messina) Vorrei chiamarti sole, ma tu che ne sai? Vorrei chiamarti gioia, ma tu che ne sai come il vento soffia e spazza le mie parole che non sorridono mai? Sono parole vuote che non arrivano mai. Vorrei gridare amore, ma tu che ne sai? Vorrei dire il tuo nome, ma tu che ne sai del silenzio ladro che avvolge quelle parole che si sussurrano al buio? Sono parole sole che non si trovano mai. Cerca dentro al mare in tempesta, nella notte stellata, all'alba del primo giorno, guarda oltre la collina, nella neve in gennaio, dietro i quarti di luna, tutti i lati del cielo. Che io possa bruciare se non guardi nel fuoco. Cerca le mie parole nei rintocchi del tempo che non tornano mai, che non tornano mai, che non tornano mai, che non tornano mai. Vorrei chiamarti vita, ma tu che ne sai? Vorrei chiamarti cielo, ma tu che ne sai come il mare sale e copre le mie parole che non respirano mai? Sono parole erose che non emergono mai. Cerca nei miei spenti sorrisi, nella smania incantata da ogni tuo sguardo, nella sperduta luce che somiglia al tuo viso, nel mio pallido letto e se non vieni a cercare, che io possa dormire per millenni e ansimare. Cerca le mie parole nel mio insano tormento che non guarirò mai, che non guarirò mai, che non guarirò mai, che non guarirò mai.
8.
DOLCE INGANNO (Massimo Messina) Amor mio, quante volte ho pianto da solo maldicendo i tuoi occhi nel buio, sembra strano, è così. Amor mio, quante volte ho gridato nel vento il tuo nome ma solo il tormento mi ha risposto, è così. Amore mio, respiriamo tutto il cielo poi ritorniamo giù senza più pensieri in mano, senza rotolarci più in questo dolce inganno, senza addormentarci. Amor mio, quante volte ho sperato di udire la tua voce ma era un aprile che languiva per noi. Senza rotolarci più in questo dolce inganno, senza addormentarci più. Senza rotolarci più in questo dolce inganno, senza addormentarci. Amor mio, come si stava bene quando il sole dall'acqua risorgeva e la schiuma dissolveva. Amore mio, respiriamo tutto il cielo poi ritorniamo giù senza più pensieri in mano, senza rotolarci più in questo dolce inganno, senza addormentarci più... senza rotolarci più in questo dolce inganno, senza addormentarci più... senza rotolarci più in questo dolce inganno, senza addormentarci più... senza rotolarci più in questo dolce inganno, senza addormentarci…
9.
TUTTO TACE (Massimo Messina) Tu ti credi libero di lottare, di discutere ma non c'è una risposta, un saluto. Tu ti credi polvere, di volare in alto e scendere quando vuoi. Non è rimasto ormai più nessuno, tutto tace, le colline intorno a te sono più sole ormai di un deserto, scottate dal sole muto. Tu ti credi candido, sventolare allegro ma i sorrisi tuoi sono rimossi dal vento. Tu ti credi fulmine, scomparire e riapparire quando vuoi, ma anche le stelle ormai sono stanche di brillare ed il cielo cade giù. Smontato il telo, il buio ti avvolge, rimane l'arcobaleno. E come il frutto da un albero, la semina, dentro te un dubbio cresce, intorno a te la pace. Ma dopotutto convincerti tu non sai e la pioggia scende dagli occhi tuoi. Tu ti credi abile di guidare sempre il gioco ma non c'è nemmeno un jolly nel mazzo. Tu ti credi pratico e sicuro camminare sopra i guai ma non sederti mai sulle spine, attento al suolo, quella sabbia viene giù e non bagnarti mai sulle rive, quell'acqua è puro veleno. L'oscura luce della realtà ti illumina tanto che l'angoscia sale, intorno tutto tace. Ma dopotutto convincerti tu non vuoi e la pioggia scende dagli occhi tuoi. Ma dopotutto convincerti tu non vuoi e la pioggia scende dagli occhi tuoi. La pioggia scende dagli occhi tuoi.
10.
COSA AVRÒ FATTO MAI? (Massimo Messina) Cos'avrò fatto mai, cos'avrò fatto mai per meritare un cielo uguale a tutti voi? Sul marciapiede, poi, cammino come tutti e mi riporta giù per la città. Non è possibile, non è possibile, anch'io ho due mani e un viso, come del resto, voi. Lo stesso vento poi mi spettina i capelli, freddo mi spinge giù, senza pietà. Già, sembra impossibile, riavere te, poi… è tutto inutile. È un dirigibile sopra di noi, cos'avrò fatto mai? Ora che mi basta un grido, non ho voce per piangere. Ora che mi manca il giorno, non c'è luce negli occhi miei e non serve più fingere e non serve più esistere. Cos'avrò fatto mai per respirare l'aria che respirate voi? Confuso nel viavai di spalle svelte e volti, nel mezzo della via e della mia età. Già, sembra impossibile, riavere te, poi… è tutto inutile. È un dirigibile sopra di noi, cos'avrò fatto mai? Ora che mi basta un grido, non ho voce per piangere. Ora che mi manca il giorno, non c'è luce negli occhi miei e non serve più fingere e non serve più vivere. Ora che mi manca il cielo, non c'è sangue che scorra in me. Ora che mi manca il fiato, non ho forza di correre e non serve raccoglierle e non serve più stringerle queste mie lacrime. E non serve più fingere e non serve più vivere… Cos'avrò fatto mai? Cos'avrò fatto mai? Cos'avrò fatto mai?

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Canzoni scritte, suonate e cantate da Massimo Messina, in "Room Studio" @ 1995.

credits

released November 10, 1995

Disegno originale di Massimo Messina.

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maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

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