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Low Battery (Maxmex)

by maxmex

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1.
RESTA (massimo messina) Resta con me solo una sera, lo spazio caldo di una candela. Resta con me un'ora sola, solo una danza tra le lenzuola. Stai con me finché la luna torna giù. Stai con me finché non hai deciso. Spetta a noi intrappolare il tempo, filtrarlo goccia a goccia, raschiare la sua roccia, avvicinarlo piano, farci prendere più lontano. E se chiudi gli occhi, vedi un altro cielo. E se tu mi tocchi, si confonde l'arcobaleno. Resta con me solo un minuto, l'incerto istante di uno starnuto. Resta con me almeno un'onda, finché il silenzio non ci risponda. Stai con me per ogni notte che verrà. Stai con me, chiusa nel mio respiro. Stringimi più forte di una morsa, finché mi manca il fiato, finché sarò sfinito, in questo ballo lento ruota con me nell'infinito. Che se riapro gli occhi, anch'io sono solo senza più un domani, a ripetermi "dove sono?" Resta per sempre occhi di autunno, fuori è già estate, dentro l'inverno. Resta a spazzare tutti i miei sogni, tutte le foglie che non raccogli. .......................... Stai con me. Stai con me.
2.
I FATTI MIEI (Massimo Messina) Quanti anni hai, quanti miei domani? Hai preso tu il mio ventaglio? il mio viso è caldo. Fatti i fatti miei, fa pure, pretendi di arrampicarti sui miei specchi, e distendi tu i miei panni. E comunque avrai deciso, giocherai con il mio futuro, il mio prato avrai ingiallito di più o ti avvinghierai al mio muro. E dovunque andrai nel mondo, manderai a tutti il mio indirizzo e anche se brucerà, non temere questo fumo negli occhi, sono gli occhi miei. Apri il cuore mio, mostra il mio coraggio ed arrossisci sul mio viso e racconta tu il mio viaggio. Tieni il tempo mio, canta tu il mio inciso, scorrettamente fai di tutto, passa avanti a me nel turno e poi vai. E seppure avrai bisogno, stancati con il mio respiro, spiegami come un libro chiuso, ma sì, togli a tutti il mio saluto. E recinta il mio terreno ed annuncia il mio digiuno e se mai ruberai, prendi me in ostaggio che potrai usarmi come scudo. E calpesta il mio castello e riempi il mio secchiello ed intralcia il mio silenzio e se vuoi, sveglia tutti col mio urlo. E coinvolgimi nel vento, fa di me pure il tuo reato e semmai batterai forte i denti, dormi sonni tranquilli, sono i denti miei. Se non nuoterai, rischio di affogare.
3.
COME UN SERPENTE (Massimo Messina) Hai per caso due occhi nostalgici? Hai per caso sorrisi più candidi? Hai per caso discorsi più espliciti? Hai per caso silenzi più critici? Hai per caso nel viso una lacrima, un disagio che dentro si naviga? Hai per caso tu il sangue che caldo in me non scorre più? Hai per caso un'angoscia meccanica, una vecchia allegria ancor più carica? Hai per caso un rimpianto che frulla in te, un dolore confuso di valvole? Hai per caso un profilo più statico? Hai per caso uno sguardo più cinico? Hai per caso tramonti che gelano, verità luccicanti che accecano? Se non hai più fiducia in me, se non l'hai più, tienilo a mente, mi muoverò come un serpente attraverso i tuoi giorni più fragili. Se non hai più pietà di me, se non l'hai più, serenamente, mi schiaccerai come un serpente, calpestando i miei sensi più timidi. Hai per caso sussulti tellurici? Hai per caso sorrisi più cosmici? Hai per caso quel sole che hai acceso tu e non c'è più? Hai per caso due mani che cercano? Hai per caso sospiri che tremano? Hai per caso capelli che cadono, incubi o notti insonni che chiamano? Hai per caso una voglia pettegola, un dubbio che era roccia e si sgretola, una calma apparente che cigola, una fresca ferita che sanguina? Se non hai più fiducia in me, se non l'hai più, nella tua mente, mi allungherò come un serpente, scomparendo dai tuoi giorni isterici. Ma se tu avrai paura, in te io striscerò continuamente, ti braccherò come un serpente, annusando i rimorsi più pavidi. Ferma, ferma, fermati lì. Aspetta, aspetta, ritorna qui. Dove corri! Dove corri! Dove corri! Aspetta, aspetta!
4.
LE REGOLE DEL GIOCO (Massimo Messina) Non c'è ragione per litigare, non c'è ragione per non doversi amare, spettinarsi all'ultimo respiro. Non c'è motivo che mi conforta, non c'è rimedio se la mia luna è storta, a domare i nervi son negato. Non c'è un amico che mi sopporta, non c'è più un grillo nella coscienza. Ho bisogno di un bel bagno di pensare un po'. Camminando solo verso il mare, ho creduto di affogare, di restare buono e muto. Le regole del gioco, le penisole del nostro umore in contrasto con il cuore, il mio orgoglio col tuo aiuto, la sabbia con lo scoglio. A un certo punto, la mente torna, la tua dolcezza mi fa rialzar le corna, quel mantello rosso ora è svanito. E pure il sangue che mi ribolle, diventa cera ed il mio sguardo folle si trasforma in timido sorriso. Facciamo pace per questa volta, io torno dentro e tu sei assolta. Io confesso il mio peccato, cosa vuoi di più? Camminando solo verso il mare, non imparerò a nuotare, a restare buono e muto. Le regole del gioco, le penisole del malumore confinanti a terra con il cuore, bagnate dal perdono. Son felice d'esser vivo bere mare è il mio segreto, trattenere a lungo il fiato fino a scoppiare.... fino a scoppiare.... fino a scoppiare.... Le penisole del nostro umore, in contrasto aperto con il cuore, la sabbia con lo scoglio.
5.
VIA DA QUI (Massimo Messina) Io ti voglio dire perché suono la chitarra ma non puoi sentire perché è il cuore mio che canta. E vorrei spiegarti tutti i lati del mio quadro ma non c'è cornice che possa tenerlo al chiodo. Io mi sento parte di quel piccolo segreto che non so più dire senza stare dietro un vetro. E se fosse fiume, questo orribile silenzio romperebbe chiuse inondando ogni lamento. E ogni ridicola risata, scaverebbe sul mio viso una fredda ruga dove scorrerebbe un grido. E se diserto sono un vile, se ho coraggio resto solo, ma dov'è il confine? dove sta la fine? Vado via da qui, vado via da qui. Cade pioggia sulle scale, forte il vento sale. Io ti vorrei dare ogni goccia del mio vino, trova tu una coppa che non abbia almeno un buco. E ti mostrerei la prigione dove vivo, senza muri e sbarre, perché sennò fuggivo. Ed imbarco acqua sì, però non vado a fondo, dunque chiedo aiuto di lasciarmi andare a picco. In fondo, cosa mai è un addio se non una sconfinata voglia di una resa, di una pace sterminata. Oppure, il timido saluto di una donna al primo sguardo di un appuntamento ma non sa chi sta aspettando. E mente, mente il mio sorriso mentre sto morendo dentro, non voltarti ancora indietro, il mio sguardo è vetro. Fuggi via da qui, fuggi via da qui. Cade pioggia sulle scale, forte il vento sale. Eccomi qui a gettare parole nel mare. Eccomi qui a cercare parole più nuove. Vado via da qui. Vado via da qui. cade pioggia sulle scale, forte il vento sale.
6.
7.
LA SFIDA (Massimo Messina) Come sempre, apro i miei occhi ed indosso un manto di specchi, la mia mente copro col profumo. Come un falco, apro i miei artigli, non mi aspetto aiuti o consigli devo uscire e farcela da solo. Io non ho pregato mai nessuno, io non ho sperato mai nel cielo. Come un gatto, sbatte le ciglia, ha la pelle di una conchiglia, non c'è ruga che possa accarezzarla. Con dolcezza, spacca le ossa non accenna neanche una mossa, non un gesto che possa mai distrarla. Dunque non somiglia a nessuno, per me il suo candore è un ricatto, il suo "sì", una trappola nel buio, il suo nome, un sorso di veleno. La sfida è partita, si accende il motore, è' una corrida, una legge d'onore, un regolamento di conti. Scatta la finta, la sabbia negli occhi, la lama affonda e finché non tocchi, per istinto lotto a muso duro. Io non ho pregato mai nessuno, io sarò d'un pezzo, non mi piego ma quanto vorrei abbassare il tiro e farmi colpire dal bersaglio. E il mio corpo striscia sui vetri, danza ormai sui carboni accesi, no un lamento o un pelo di coniglio. Le sue mani sui miei capelli fanno male adesso, i suoi denti sul mio corpo mi han lasciato il segno. Così non sorride a nessuno, per me la sua voce è un richiamo ed io tendo a lei come a un arrivo, una corsa, un vicolo infinito. Non c'è più niente che possa salvarmi una preghiera, una resa d'armi, un veto, un patto, un atto di clemenza. L'ora è fuggita, la miccia è infiammata. è una vendetta, una furia spietata, non c'è santo che possa più fermarla. Ruberà anche l'ultimo respiro, giocherà al gatto con il topo, spenderà ogni piccolo risparmio, svelerà il più intimo segreto. Raschierà i miei sogni fino all'osso, aprirà i miei occhi con l'aceto, brucerà finché di lei non sarò pago e berrò tutto di un fiato il suo veleno.
8.
L'AMORE DANZA (Massimo Messina) Adoro le cose che racconti e mi piace se fai gesti per condire parole d'amore. Ammiro i vestiti che indossi ed i giri che avvolgono i miei sguardi, ti seguo e m'incanti. L'amore è musicista la strofa entra in testa e ovunque è festa, senza un perché, la sua poesia resta. La musica non cessa e tutto intorno danza, non ti fermare nel cuore mio, canta per me, canta. Annuso le tue rose, cammino sulle spine, intreccio le tue spighe, profumi di ortiche. Ammiro i tuoi occhi che disegnano il confine, ai bordi di quel fiume il tuo corpo si muove. L'amore non si stanca, saltella su una gamba, sta dritto in piedi, dovunque sia, al centro di una stanza. Fa una piroetta, l'amore ha sempre fretta, dovunque impazza, liscio o casquè, danza per te, danza. Adoro le tue pose, le tue guance confuse mi rendono felice se sono più rosse. Ammiro le tue gambe e brilla il tuo diamante mangusta ed io serpente, mia stella d'oriente. L'amore sulla pista, nemmeno una sosta e spesso cade, si alza però non dice mai basta. A volte è una tempesta, a tratti una bonaccia, cerca una riva, approda e poi via, senza un perché salpa. Amore, lo sai che non me ne andrò, non cerco un addio, non fuggirò. L'amore è sulla scena, sotto la luna piena di una commedia, tanta allegria finisce in tragedia. Fa una giravolta in una rima sciocca, brindiamo insieme prima che la sua spuma trabocca. L'amore sulla giostra, un giro e poi basta, non ti fermare amore mio danza per me, danza.
9.
CHI NON PARLA D'AMORE (Massimo Messina) Chi non parla d'amore, è vero, un dolore non l'ha mai avuto, ha annusato il veleno senza averlo mai bevuto. Chi non parla d'amore, vive nel fuoco eterno ma non è mai bruciato. Chi non parla d'amore è cieco anche se vede più di un falco, non sa cosa è quel vuoto dove non vuol farci un salto. Chi non parla d'amore, ha vissuto nel vento senza aver mai volato. Chi non parla d'amore non sa cos'è il tormento, non ha mai balbettato, né un singhiozzo, un lamento. Chi non parla d'amore credi, è fortunato perché quel suo grigiore che lo avvolge, è uno scudo. Chi non parla d'amore, non sa cos'è quel limbo di chi non è cresciuto nonostante è invecchiato, ha strappato le foglie, dunque non è appassito, ha invertito la rotta, dunque non è impazzito. Chi non parla d'amore è come una gondola nel deserto, una terra perduta senza l'ombra di un miraggio. Chi non parla d'amore, non sa cos'è il sorriso perché sconosce il pianto. E se è vero "Chi ha dato ha dato" e se è vero "Chi ha avuto ha avuto", chi non l'ha sperperato non sa cosa avrà perduto. Chi non parla d'amore, ha danzato nel vetro ma non si è mai tagliato. Chi non parla d'amore ha un biglietto soltanto, una fetta di cuore, non sa cos'è il disagio di uno sguardo che tiene fermo tutto il respiro, ti addormenta le mani e ti fa sembrare scemo. Chi non parla d'amore, certe volte lo invidio, ha una faccia, un candore di chi mai si è imbrattato. Non si sveglia di notte, non dà pugni sul muro, non implora la morte, non impreca a nessuno. Chi non parla d'amore, non ha mai preso sonno nonostante ha dormito per un secolo intero, ha vagato in un bosco però non si è perduto, ha inciampato nel fosso ma non ci è mai caduto, ha spalato la neve ma non si è mai gelato, ha annaspato nel mare aperto e non è annegato, non ha messo le mani su quel filo scoperto, che si prende la scossa solamente a sfiorarlo. Chi non parla d'amore è primo anche se non sarà premiato, non sarà un vero onesto perché non è stato ladro. Chi non parla d'amore, brinderà al suo successo senza quel vino rosso.

about

Canzoni scritte, suonate e cantate da Massimo Messina in "Room Studio", nel 2001.

credits

released November 19, 2001

Disegno originale di "Massimo Messina"

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maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

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