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1. |
Lupo dei boschi (maxmex)
04:01
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LUPO DEI BOSCHI
(Massimo Messina)
Io temporale divento,
poi cado nel vuoto,
sono un lupo perduto nei boschi.
Invento un prato d'argento,
lo stendo e ci dormo,
sono un lupo perduto nei boschi,
io sono un lupo perduto nei boschi.
Incontro l'aria di marzo,
mi fermo e mi volto,
muso a nord
e neve nel cuore.
Poi faccio il giro
di cento portali e ritorno,
sono un lupo perduto nei boschi,
io sono un lupo perduto nei boschi.
M'incanto e sono il fuoco
che brucia il mio fianco,
né scoprirò coi respiri il verso.
Poi mi sfilo di dentro
un torpore profondo,
lo getto in acqua,
mi siedo e aspetto
che arrivi in fondo.
L'odio non può
confortare il pianto,
camuffarsi da profondità.
L'odio non può,
ogni muro è un pianto
ed io sto crollando.
Quel sole che va giù,
che ha veduto e tutto sa,
del mio aspetto ride.
Io sono un lupo
perduto nei boschi.
Nel santo silenzio
che racchiude il mio pianto,
l'universo custodisce il senno.
Ogni grido o dissenso
nel suo occhio rotondo,
sorriderà,
dando pace al mondo,
respiro al tempo.
L'urlo mio può
soffocare il pianto,
conquistare le profondità.
L'urlo mio può,
ogni suono è un canto
ed io sto volando
nel sole che va giù,
che ha veduto e tutto sa,
al di fuori dei passati solitari
e di vertigini
camuffate ad arte
da ascensori o uffici,
il distacco dal binario
fa di me un bersaglio mobile,
io dimenticato,
io lupo dei boschi.
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2. |
Solo un gioco (maxmex)
05:33
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SOLO UN GIOCO
(Massimo Messina)
"Ah, è solo un gioco",
mi diceva mio cugino scherzando,
con quel sigaro in mano
e la testa appesa al collo.
Ah, delicato quel suo giglio
e il suo profumo,
peccato da non spandere in giro,
con i segni nella mano.
È facile perdersi,
come non capire più,
figli della colpa
e i loro figli qui a cercare figli.
Era molto meglio andare a piedi,
fare tardi a casa,
ora lo so, e mi ricordo
che con mio fratello
il tempo non bastava
a fare quel che ancora ho
nel cervello.
Oggi, solo spazi aperti per me,
oggi che non c'è più nessuno,
neanche il diavolo
e mai un amico in giro.
Era molto meglio
cedere al ricatto della scuola,
avere quel portafoglio vano,
senza un soldo,
mano nella mano
e le altre
dentro un abito troppo largo.
Oggi faccio un nodo al collo
e il perché non mi spiegherò mai,
coi piedi sotto il tavolo,
chiamo ormai destino
quel che è già deciso.
Ah, è solo un gioco di luci,
quei ricordi che passando veloci,
fanno un ponte sicuro
tra il mio ieri e il mio futuro.
Più facile crescere,
e difficile per me
non sentirmi complice
di ciò che resto qui a guardare.
Era molto meglio
stare il pomeriggio
a cantare canzoni
e il pubblico in sogno,
trarre le emozioni da TV a colori
e il tragico mistero
del primo rapporto.
Oggi compro tutto quello che poi
non userò mai
e lo conservo in uno scatolo
con il mio sorriso.
E per astio antico,
mi apro un altro fico
che fiero divorerò,
e tutto sporco
voglio andare in giro
a scrivere su un muro,
finché non mi segneranno col dito.
Vi conviene darmi un fuoco
perché non mi arrenderò mai
e giuro se m'incavolo,
quel pallone è mio
e me lo porto via!
Corre quel lupo dei boschi
al verde agro del vischio,
scampato ai colpi dei mortai
e della bomba atomica,
verso il suo mattino.
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3. |
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OK BLUE
- mutazione di un uomo in asino -
(Massimo Messina)
Io vengo dal buio,
mi fermo e osservo
il lento cammino
del tempo al mio fianco.
Ah, se fossi quell'aquila
che vola alta nel cielo blu.
Apro i miei occhi banditi,
provo a gridare nel vento
e poi giù nel precipizio,
al secco suono di un raglio confuso...
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4. |
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SE MI AMI UN PO'
(Massimo Messina)
Se mi ami un po',
vivi con me la notte,
non aver paura,
allontana i miei sguardi vuoti
verso la pianura.
Se mi ami un po',
sorridi,
in barba ai giorni grigi.
Amo te, solo te,
che non ridi.
E cambiano
la neve, i giorni, il nome,
la vita di allora,
solo il mare raccoglie i pesci
e dopo li colora.
Se mi ami un po',
sorridi,
sennò fa gli occhi grigi.
Amo te, solo te,
che non mi capisci.
È giù la luna
e ha tra le mani il suo bel ventaglio,
copre l'asfalto
e ci sorprende inermi.
Tu lanci
e il tuo soldo in alto gira,
ora mi salvo
a mio modo, gridando,
dall'impaccio del gioco,
mi concedo uno sguardo
ed impigliato rimango ai tuoi
come se fossi una TV.
E credimi,
note così banali non me le ricordo,
segnali di navi meste
ancorate a un porto.
Se mi ami un po',
sorridi,
siamo due orsi grigi.
Ama me, solo me
e i miei occhi tristi.
Lanci
e il tuo soldo in alto gira,
ora mi salvo
a mio modo, gridando,
dall'impaccio del gioco,
mi concedo uno sguardo
ed impigliato rimango ai tuoi
come se fossi una TV.
Se mi ami un po',
vivi con me la notte,
non aver paura,
allontana i miei sguardi vuoti
verso la pianura.
Se mi ami un po',
sorridi,
in barba ai giorni grigi.
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5. |
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È TUTTO IL GIORNO
CHE CAMMINO
TRA LE AUTOMOBILI
DEL CENTRO
(Massimo Messina)
È tutto il giorno che cammino
tra le automobili del centro,
nessuno stringe la mia mano,
non mi saluta mai nessuno.
L'aria di feltro che respiro
frena le lacrime di vetro,
lente si adageranno al suolo,
non le raccoglierà nessuno.
Uomo senza amore,
solitario,
in un mondo
che non scoprirà nessuno.
Vuoto, senza cuore,
solitario,
stelle in cielo,
quando ritorneranno?
Comincio a correre e mi giro
ma è inevitabile,
mi vedo riflesso nei vetri di un faro
e sembro un vecchio calendario.
Chiavi di ruggine mi levo
dal cuore e corro via di nuovo
contro lo smarrimento umano
ma non mi toccherà nessuno.
Uomo senza amore,
solitario,
in un cerchio
nessuno stringe la mia mano.
Vuoto, senza cuore,
millenario,
tutti intorno ora rideranno.
È tutto il giorno che cammino
tra le automobili del centro.
Provo a dimenticare invano
coi miei sorrisi da bambino
che dentro me c'era anche un uomo
ma non importerà a nessuno.
Uomo senza amore,
solitario,
del mio pelo
non se ne accorgerà nessuno.
Uomo senza nome,
disumano il mio urlo,
non si volteranno.
È tutto il giorno che cammino
tra le automobili del centro.
E tu ridi pagliaccio in un film muto
il tuo strano saluto.
Accudisci la notte in un mirtiglio,
errato consiglio.
Accompagni la morte per inciso
col tuo agro sorriso.
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6. |
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SILENZI DI PRIMAVERA
(Massimo Messina)
Lungo sentieri di auree e mandorle,
ho stropicciato le mie palpebre,
ho carezzato il tuo bel glicine,
e nel buio ho camminato
e neanche un fulmine è caduto,
su di me e sulla mia coscienza.
Tornerò amor mio,
passerò a riprenderti.
Tornerò, passerò,
quando mi è possibile.
Busserò, busserò,
e con voce flebile:
"C'è nessuno?"
ma troverò soltanto un giudice,
il buio,
e crollerò in un soffice silenzio.
Chiamami e verrò,
io che amo la tua luce,
io che vivo ormai a metà,
chiama a piena voce.
Salvami e vivrò,
rotolandomi nel buio,
io che vivo la mia età
di sofferta pace.
Amore mio,
queste lacrime
nel letto mio sono rapide,
e navigarle è impossibile,
purtroppo.
Amore mio,
sarò complice deluso,
non da te,
ma da quel tuo silenzio.
Chiamami e verrò,
io che amo la tua luce,
io che vivo ormai a metà,
chiama a piena voce.
Salvami e vivrò,
rotolandomi nel buio,
io che vivo la mia età
di sofferta pace.
Chiamami e sarò
l'anima di quel cespuglio
che ora brucia dentro me,
nel mio dubbio atroce.
Salvami e potrò
conservare il mio destino
in un angolo
di una sconfinata pace.
Amore mio,
amore fragile e indeciso,
se perdonarmi ti è impossibile,
se il tuo coraggio
non hai mai perduto,
vai via da me
e da quel mio ignobile saluto,
via da me e dalla mia esistenza.
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7. |
Solitudo (maxmex)
03:46
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SOLITUDO
(Massimo Messina)
Dov'è la storia dei nostri giorni,
dove tu dormivi in scuri forni?
Dov'è l'armadio del pomeriggio,
con tanto sole su un libro?
"Solitudo cum magna patientia
me implorat",
quando torno di restare a casa,
il mio viso distende,
la calma ritrova,
il mio corpo nel buio riposa.
Non è la rabbia
che in ogni cuore,
gridando fuori,
apre ragioni.
Non è il grigiore di un solitario,
che può spiegare il buio.
Solitudo,
compagna dei giorni di scuola,
con la voglia di correre a casa.
Tondo il sole si lancia,
s'infrange l'aurora,
senza chiedere scusa.
Dov'è quel giglio
scampato ai colpi di quel mortaio?
Perché non torni?
Io voglio un figlio
e il suo futuro,
c'è il mio sorriso
nel suo ricordo.
Diranno del nostro amore,
eterno fuoco
perché non muore,
ma sbaglieranno.
Sceso il sipario,
strisciando
il giorno sale,
con la voglia di correre a casa,
il mio viso distende,
la calma ritrova,
il mio corpo nel buio riposa.
Ormai
è tempo,
ut non.
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8. |
Ad ogni costo (maxmex)
05:32
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AD OGNI COSTO
(Massimo Messina)
Io vorrei
aver cura dei tuoi occhi,
dei tuoi occhiali,
dei tuoi giorni scuri,
e vorrei
esser uno dei denari,
la catena dei remanti schiavi.
E forse potrei sbagliare,
ma dentro me
che sento non so.
Io per te
farei finta di dormire,
per rubare ciò che stai a sognare,
e potrei
navigare i tuoi silenzi,
sgranocchiare i tuoi rimorsi duri.
E forse potrei sbagliare,
ma dentro me
che sento non so.
Io,
a costo di esser più forte,
a costo di restare
un viso buio nel tuo chiaro mattino,
a costo di respirare tutto il grigio
dell'insano cammino che ho dentro.
Tu,
la mia pedina migliore,
con quella voglia di fare,
infili un dubbio vago
e mi ci incammino,
a costo di versare
un dito di coraggio nel tuo destino.
Io rondò,
marinaio tra i gabbiani,
profugo di un libro di storia.
Rimarrà solamente
quella foto con te,
dove immobile ti sto a pensare.
E forse potrei sbagliare,
ma dentro me
che sento non so.
Io,
a costo di esser più forte,
a costo di restare
un viso buio nel tuo chiaro mattino,
a costo di respirare tutto il grigio
dell'insano cammino che ho dentro.
Tu,
la mia pedina migliore,
con quella voglia di fare,
infili un dubbio vago
e mi ci incammino,
a costo di versare
un dito di coraggio nel tuo destino,
che, sento,
è il mio destino
che ho dentro.
Amore mio dillo,
sono tuo,
perdonami
se ogni mio viaggio è tuo,
ma dentro me
lo sento sei sincera
o forse è primavera.
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9. |
Ho paura di te (maxmex)
05:06
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HO PAURA DI TE
(Massimo Messina)
Verde collina erta e distante,
punta di un albero,
ombrello pieno di risposte,
nodo di marinai,
mallo di noce,
elmo di ghiande,
mordimi e ti gusterò.
A te che mi hai messo
un po' in disparte,
gira la tua testa verso di me,
ora pioggia tu sei.
Albe di luna rilassate
dal fresco urlo del nord,
sabbiosa nave in lembi d'onde,
cifra che non sommai,
e quelle note un po' alterate,
stonale e le condirò.
Tu che non ascolti più il mio cuore,
stacca la spina del mio juke-box.
Ora pioggia tu sei
chiusa dentro di me,
ora pioggia tu sei.
Ho paura di te
che vai e non ti volterai,
ho paura di te
che poi non ti scusi mai,
ed ovunque tu vuoi,
lo sai,
non m'incontrerai,
giravolta tu fai.
Addii di pietra,
echi di monte
partiti verso il sud.
Stammi vicino all'orizzonte,
cambiati e mi scorderò.
E i tuoi finti treni
a deragliare mesti,
nel tuo cielo verde volò
qualche rondine mai.
Ho paura di te.
Ho paura di te
che vai,
la notte dormirai,
e i miei giorni non vuoi,
ormai non ti pentirai,
nel silenzio se vuoi,
lo sai,
non mi sognerai,
la mia ronda tu fai.
Ho paura di te
che vai e non tornerai.
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10. |
Le rose (maxmex)
03:46
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LE ROSE
(Massimo Messina)
Figlio mio,
stai lontano da me,
nel mio tempio non c'è sorriso.
Sorridi,
sei diverso da me,
nel mio spazio non c'è nessuno.
Cos'altro vuoi
che tu non hai?
Cosa dirai
che tu non sai?
Rondine,
mulinello d'aria,
tra le stelle sarai da solo.
Io sarò vicino a te,
(cos'altro vuoi?)
col mio amore
che sboccerà dai sorrisi tuoi.
Le rose che non torneranno più,
nel cielo fioriranno,
quei volti che non rivedremo più,
nel cielo brilleranno.
Cos'altro vuoi
che tu non hai,
ragazzo,
piuma di vento nell'universo?
Quei cuori
che non si ameranno più,
nel cielo si uniranno.
Stringimi,
la paura non è
che una faccia del nostro vuoto.
Luna,
io mi chiedo perché
pioggia tu non sei,
su una rosa risvegliata
dai sospiri miei.
Cos'altro vuoi
che tu non hai,
ragazzo,
piuma di vento nell'universo?
Cos'altro vuoi
che tu non hai,
ragazzo,
piuma di vento nell'universo?
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11. |
A volte un uomo (maxmex)
03:36
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A VOLTE UN UOMO
(Massimo Messina)
A volte un uomo può sbagliare,
non è il caso mio,
a coltivare un sogno
ai bordi del letto suo,
e non curare tutto.
Ora pensa che sia io
quell'uomo e oplà,
quell'uomo sono io.
A volte ho un po' di tosse
e la mano nella tua,
con l'aria di chi fosse
in attesa di bugia.
Spesso mi accendo d'odio,
ma se pensi che sia io quell'uomo,
perché un uomo sono,
sbagli amore,
non parlare,
non pensare più,
anch'io ho da dire tante cose
che non dico più,
e confessare tutto
anche se non sono io,
quell'uomo è un altro
ed ha un regalo.
Dormi amore,
non sperare,
non alzarti più,
a volte il vento
porta l'uomo in alto
e quando torna giù,
quell'uomo tocca il fuoco
con la mano.
A volte un uomo
può invecchiare nella nostalgia,
sull'albero di frutti,
quella leggerezza sua
matura al sole dell'inganno,
e se vuoi che sia io quell'uomo,
oplà, quell'uomo sarò.
Smetti amore di gridare,
io non posso più mentire
e sono un aquilone
perso dentro al blu.
Nel letto mi rivolto
e nascondo il viso mio,
perché lo so,
quell'uomo sono io.
Perché lo so,
quell'uomo sono io…
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maxmex Palermo, Italy
Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.
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