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Lupo dei boschi (Maxmex)

by maxmex

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1.
LUPO DEI BOSCHI (Massimo Messina) Io temporale divento, poi cado nel vuoto, sono un lupo perduto nei boschi. Invento un prato d'argento, lo stendo e ci dormo, sono un lupo perduto nei boschi, io sono un lupo perduto nei boschi. Incontro l'aria di marzo, mi fermo e mi volto, muso a nord e neve nel cuore. Poi faccio il giro di cento portali e ritorno, sono un lupo perduto nei boschi, io sono un lupo perduto nei boschi. M'incanto e sono il fuoco che brucia il mio fianco, né scoprirò coi respiri il verso. Poi mi sfilo di dentro un torpore profondo, lo getto in acqua, mi siedo e aspetto che arrivi in fondo. L'odio non può confortare il pianto, camuffarsi da profondità. L'odio non può, ogni muro è un pianto ed io sto crollando. Quel sole che va giù, che ha veduto e tutto sa, del mio aspetto ride. Io sono un lupo perduto nei boschi. Nel santo silenzio che racchiude il mio pianto, l'universo custodisce il senno. Ogni grido o dissenso nel suo occhio rotondo, sorriderà, dando pace al mondo, respiro al tempo. L'urlo mio può soffocare il pianto, conquistare le profondità. L'urlo mio può, ogni suono è un canto ed io sto volando nel sole che va giù, che ha veduto e tutto sa, al di fuori dei passati solitari e di vertigini camuffate ad arte da ascensori o uffici, il distacco dal binario fa di me un bersaglio mobile, io dimenticato, io lupo dei boschi.
2.
SOLO UN GIOCO (Massimo Messina) "Ah, è solo un gioco", mi diceva mio cugino scherzando, con quel sigaro in mano e la testa appesa al collo. Ah, delicato quel suo giglio e il suo profumo, peccato da non spandere in giro, con i segni nella mano. È facile perdersi, come non capire più, figli della colpa e i loro figli qui a cercare figli. Era molto meglio andare a piedi, fare tardi a casa, ora lo so, e mi ricordo che con mio fratello il tempo non bastava a fare quel che ancora ho nel cervello. Oggi, solo spazi aperti per me, oggi che non c'è più nessuno, neanche il diavolo e mai un amico in giro. Era molto meglio cedere al ricatto della scuola, avere quel portafoglio vano, senza un soldo, mano nella mano e le altre dentro un abito troppo largo. Oggi faccio un nodo al collo e il perché non mi spiegherò mai, coi piedi sotto il tavolo, chiamo ormai destino quel che è già deciso. Ah, è solo un gioco di luci, quei ricordi che passando veloci, fanno un ponte sicuro tra il mio ieri e il mio futuro. Più facile crescere, e difficile per me non sentirmi complice di ciò che resto qui a guardare. Era molto meglio stare il pomeriggio a cantare canzoni e il pubblico in sogno, trarre le emozioni da TV a colori e il tragico mistero del primo rapporto. Oggi compro tutto quello che poi non userò mai e lo conservo in uno scatolo con il mio sorriso. E per astio antico, mi apro un altro fico che fiero divorerò, e tutto sporco voglio andare in giro a scrivere su un muro, finché non mi segneranno col dito. Vi conviene darmi un fuoco perché non mi arrenderò mai e giuro se m'incavolo, quel pallone è mio e me lo porto via! Corre quel lupo dei boschi al verde agro del vischio, scampato ai colpi dei mortai e della bomba atomica, verso il suo mattino.
3.
OK BLUE - mutazione di un uomo in asino - (Massimo Messina) Io vengo dal buio, mi fermo e osservo il lento cammino del tempo al mio fianco. Ah, se fossi quell'aquila che vola alta nel cielo blu. Apro i miei occhi banditi, provo a gridare nel vento e poi giù nel precipizio, al secco suono di un raglio confuso...
4.
SE MI AMI UN PO' (Massimo Messina) Se mi ami un po', vivi con me la notte, non aver paura, allontana i miei sguardi vuoti verso la pianura. Se mi ami un po', sorridi, in barba ai giorni grigi. Amo te, solo te, che non ridi. E cambiano la neve, i giorni, il nome, la vita di allora, solo il mare raccoglie i pesci e dopo li colora. Se mi ami un po', sorridi, sennò fa gli occhi grigi. Amo te, solo te, che non mi capisci. È giù la luna e ha tra le mani il suo bel ventaglio, copre l'asfalto e ci sorprende inermi. Tu lanci e il tuo soldo in alto gira, ora mi salvo a mio modo, gridando, dall'impaccio del gioco, mi concedo uno sguardo ed impigliato rimango ai tuoi come se fossi una TV. E credimi, note così banali non me le ricordo, segnali di navi meste ancorate a un porto. Se mi ami un po', sorridi, siamo due orsi grigi. Ama me, solo me e i miei occhi tristi. Lanci e il tuo soldo in alto gira, ora mi salvo a mio modo, gridando, dall'impaccio del gioco, mi concedo uno sguardo ed impigliato rimango ai tuoi come se fossi una TV. Se mi ami un po', vivi con me la notte, non aver paura, allontana i miei sguardi vuoti verso la pianura. Se mi ami un po', sorridi, in barba ai giorni grigi.
5.
È TUTTO IL GIORNO CHE CAMMINO TRA LE AUTOMOBILI DEL CENTRO (Massimo Messina) È tutto il giorno che cammino tra le automobili del centro, nessuno stringe la mia mano, non mi saluta mai nessuno. L'aria di feltro che respiro frena le lacrime di vetro, lente si adageranno al suolo, non le raccoglierà nessuno. Uomo senza amore, solitario, in un mondo che non scoprirà nessuno. Vuoto, senza cuore, solitario, stelle in cielo, quando ritorneranno? Comincio a correre e mi giro ma è inevitabile, mi vedo riflesso nei vetri di un faro e sembro un vecchio calendario. Chiavi di ruggine mi levo dal cuore e corro via di nuovo contro lo smarrimento umano ma non mi toccherà nessuno. Uomo senza amore, solitario, in un cerchio nessuno stringe la mia mano. Vuoto, senza cuore, millenario, tutti intorno ora rideranno. È tutto il giorno che cammino tra le automobili del centro. Provo a dimenticare invano coi miei sorrisi da bambino che dentro me c'era anche un uomo ma non importerà a nessuno. Uomo senza amore, solitario, del mio pelo non se ne accorgerà nessuno. Uomo senza nome, disumano il mio urlo, non si volteranno. È tutto il giorno che cammino tra le automobili del centro. E tu ridi pagliaccio in un film muto il tuo strano saluto. Accudisci la notte in un mirtiglio, errato consiglio. Accompagni la morte per inciso col tuo agro sorriso.
6.
SILENZI DI PRIMAVERA (Massimo Messina) Lungo sentieri di auree e mandorle, ho stropicciato le mie palpebre, ho carezzato il tuo bel glicine, e nel buio ho camminato e neanche un fulmine è caduto, su di me e sulla mia coscienza. Tornerò amor mio, passerò a riprenderti. Tornerò, passerò, quando mi è possibile. Busserò, busserò, e con voce flebile: "C'è nessuno?" ma troverò soltanto un giudice, il buio, e crollerò in un soffice silenzio. Chiamami e verrò, io che amo la tua luce, io che vivo ormai a metà, chiama a piena voce. Salvami e vivrò, rotolandomi nel buio, io che vivo la mia età di sofferta pace. Amore mio, queste lacrime nel letto mio sono rapide, e navigarle è impossibile, purtroppo. Amore mio, sarò complice deluso, non da te, ma da quel tuo silenzio. Chiamami e verrò, io che amo la tua luce, io che vivo ormai a metà, chiama a piena voce. Salvami e vivrò, rotolandomi nel buio, io che vivo la mia età di sofferta pace. Chiamami e sarò l'anima di quel cespuglio che ora brucia dentro me, nel mio dubbio atroce. Salvami e potrò conservare il mio destino in un angolo di una sconfinata pace. Amore mio, amore fragile e indeciso, se perdonarmi ti è impossibile, se il tuo coraggio non hai mai perduto, vai via da me e da quel mio ignobile saluto, via da me e dalla mia esistenza.
7.
SOLITUDO (Massimo Messina) Dov'è la storia dei nostri giorni, dove tu dormivi in scuri forni? Dov'è l'armadio del pomeriggio, con tanto sole su un libro? "Solitudo cum magna patientia me implorat", quando torno di restare a casa, il mio viso distende, la calma ritrova, il mio corpo nel buio riposa. Non è la rabbia che in ogni cuore, gridando fuori, apre ragioni. Non è il grigiore di un solitario, che può spiegare il buio. Solitudo, compagna dei giorni di scuola, con la voglia di correre a casa. Tondo il sole si lancia, s'infrange l'aurora, senza chiedere scusa. Dov'è quel giglio scampato ai colpi di quel mortaio? Perché non torni? Io voglio un figlio e il suo futuro, c'è il mio sorriso nel suo ricordo. Diranno del nostro amore, eterno fuoco perché non muore, ma sbaglieranno. Sceso il sipario, strisciando il giorno sale, con la voglia di correre a casa, il mio viso distende, la calma ritrova, il mio corpo nel buio riposa. Ormai è tempo, ut non.
8.
AD OGNI COSTO (Massimo Messina) Io vorrei aver cura dei tuoi occhi, dei tuoi occhiali, dei tuoi giorni scuri, e vorrei esser uno dei denari, la catena dei remanti schiavi. E forse potrei sbagliare, ma dentro me che sento non so. Io per te farei finta di dormire, per rubare ciò che stai a sognare, e potrei navigare i tuoi silenzi, sgranocchiare i tuoi rimorsi duri. E forse potrei sbagliare, ma dentro me che sento non so. Io, a costo di esser più forte, a costo di restare un viso buio nel tuo chiaro mattino, a costo di respirare tutto il grigio dell'insano cammino che ho dentro. Tu, la mia pedina migliore, con quella voglia di fare, infili un dubbio vago e mi ci incammino, a costo di versare un dito di coraggio nel tuo destino. Io rondò, marinaio tra i gabbiani, profugo di un libro di storia. Rimarrà solamente quella foto con te, dove immobile ti sto a pensare. E forse potrei sbagliare, ma dentro me che sento non so. Io, a costo di esser più forte, a costo di restare un viso buio nel tuo chiaro mattino, a costo di respirare tutto il grigio dell'insano cammino che ho dentro. Tu, la mia pedina migliore, con quella voglia di fare, infili un dubbio vago e mi ci incammino, a costo di versare un dito di coraggio nel tuo destino, che, sento, è il mio destino che ho dentro. Amore mio dillo, sono tuo, perdonami se ogni mio viaggio è tuo, ma dentro me lo sento sei sincera o forse è primavera.
9.
HO PAURA DI TE (Massimo Messina) Verde collina erta e distante, punta di un albero, ombrello pieno di risposte, nodo di marinai, mallo di noce, elmo di ghiande, mordimi e ti gusterò. A te che mi hai messo un po' in disparte, gira la tua testa verso di me, ora pioggia tu sei. Albe di luna rilassate dal fresco urlo del nord, sabbiosa nave in lembi d'onde, cifra che non sommai, e quelle note un po' alterate, stonale e le condirò. Tu che non ascolti più il mio cuore, stacca la spina del mio juke-box. Ora pioggia tu sei chiusa dentro di me, ora pioggia tu sei. Ho paura di te che vai e non ti volterai, ho paura di te che poi non ti scusi mai, ed ovunque tu vuoi, lo sai, non m'incontrerai, giravolta tu fai. Addii di pietra, echi di monte partiti verso il sud. Stammi vicino all'orizzonte, cambiati e mi scorderò. E i tuoi finti treni a deragliare mesti, nel tuo cielo verde volò qualche rondine mai. Ho paura di te. Ho paura di te che vai, la notte dormirai, e i miei giorni non vuoi, ormai non ti pentirai, nel silenzio se vuoi, lo sai, non mi sognerai, la mia ronda tu fai. Ho paura di te che vai e non tornerai.
10.
LE ROSE (Massimo Messina) Figlio mio, stai lontano da me, nel mio tempio non c'è sorriso. Sorridi, sei diverso da me, nel mio spazio non c'è nessuno. Cos'altro vuoi che tu non hai? Cosa dirai che tu non sai? Rondine, mulinello d'aria, tra le stelle sarai da solo. Io sarò vicino a te, (cos'altro vuoi?) col mio amore che sboccerà dai sorrisi tuoi. Le rose che non torneranno più, nel cielo fioriranno, quei volti che non rivedremo più, nel cielo brilleranno. Cos'altro vuoi che tu non hai, ragazzo, piuma di vento nell'universo? Quei cuori che non si ameranno più, nel cielo si uniranno. Stringimi, la paura non è che una faccia del nostro vuoto. Luna, io mi chiedo perché pioggia tu non sei, su una rosa risvegliata dai sospiri miei. Cos'altro vuoi che tu non hai, ragazzo, piuma di vento nell'universo? Cos'altro vuoi che tu non hai, ragazzo, piuma di vento nell'universo?
11.
A VOLTE UN UOMO (Massimo Messina) A volte un uomo può sbagliare, non è il caso mio, a coltivare un sogno ai bordi del letto suo, e non curare tutto. Ora pensa che sia io quell'uomo e oplà, quell'uomo sono io. A volte ho un po' di tosse e la mano nella tua, con l'aria di chi fosse in attesa di bugia. Spesso mi accendo d'odio, ma se pensi che sia io quell'uomo, perché un uomo sono, sbagli amore, non parlare, non pensare più, anch'io ho da dire tante cose che non dico più, e confessare tutto anche se non sono io, quell'uomo è un altro ed ha un regalo. Dormi amore, non sperare, non alzarti più, a volte il vento porta l'uomo in alto e quando torna giù, quell'uomo tocca il fuoco con la mano. A volte un uomo può invecchiare nella nostalgia, sull'albero di frutti, quella leggerezza sua matura al sole dell'inganno, e se vuoi che sia io quell'uomo, oplà, quell'uomo sarò. Smetti amore di gridare, io non posso più mentire e sono un aquilone perso dentro al blu. Nel letto mi rivolto e nascondo il viso mio, perché lo so, quell'uomo sono io. Perché lo so, quell'uomo sono io…

about

Canzoni scritte, suonate e cantate da Massimo Messina, in "Room Studio" @ tape 1992.

credits

released April 5, 1992

Disegno originale di Massimo Messina.

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about

maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

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