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Non esiste una ragione (Maxmex)

by maxmex

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1.
NON ESISTE UNA RAGIONE (Massimo Messina) Sai, non esiste una ragione, non esistono le prove, un motivo per tornare indietro, una scusa per andare. Sai, non esiste una stazione, non esiste neanche un treno, una strada che non sa nessuno, una mèta da inseguire. No, non esiste una canzone, non esiste un’emozione, né un rimpianto da portarsi dietro, un ricordo da lasciare. Sai, non esiste un’occasione per fuggire, una prigione per rinchiuderci. Sai, non esiste alcun confine, un principio e mai una fine, una linea da tracciare, un bivio oscuro, un muro che divide. Sai, non esiste neanche il sole, una luna da guardare, un cielo, non un mare in cui affondare, una stella da colpire, No, non c’è una rassegnazione, desiderio, un sogno appeso a un filo, una gioia da gridare, un dolore per soffrire. Sai, non esistono pistole per ferire, né parole per difenderci... per difenderci... No, pace, guerra e religione, numi e santi da pregare, un inferno che ci brucia dentro, paradisi da salvare. Sai, non esiste una pozione per guarire e neanche un cuore da fermare... da fermare...
2.
MEGLIO SOLI (Massimo Messina) Meglio stare zitto e rinchiudere le parole, strette in uno scrigno, in un astuccio chiamato cuore e gettare via la chiave, e dimenticare anche il fiume, quale il giorno, la città e il paese, i binari di questa stazione, per non ricordarne il nome, ogni sillaba del suo cognome, ogni lettera, ogni sua iniziale, ogni virgola della sua pelle. Meglio stare solo, a discutere con uno specchio, a tracciare un’espressione allegra con la punta del suo rossetto, tra le lande spettinate di passioni e tempie diradate, col vapore ci disegno un cerchio e ci metto dentro il viso, poi cancello il mio riflesso, la memoria sotto al rubinetto, tanto presto è l’ora del risciacquo, giusto il tempo di formare un gorgo e affidarsi al lavandino. Spegnere le sue luci a tutti i fari, tanto i vuoti dei suoi castelli ed i miei tuguri son tutti uguali, accecando le risposte con la punta delle stelle, che già sento le sue ombre divorare la mia pelle. Meglio stare fermo, respirare giusto un filo, duro come il cemento, come un quadro di profilo, senza più pensare a niente, imbiancare i muri della mente, un arredo sobrio, minimale, senza fronzoli e più tormenti, permettendo alle emozioni di mutare in mute stanze e in divani di vane speranze, il suo incedere nel mio sfumare ed il prologo, in gran finale. Togliere le sue lune ai miei desideri, che dai buchi dei mille occhi, i suoi bui serpenti sono più sinceri, stando attento a non cadere testa in giù tra le sue sponde, con il rischio di affondare nel suo mare di anaconde. Staccare via la spina ai miei sentimenti, che già l’alba della sua voce, abbassa il volume ai miei silenzi, che la sento sussurrare, farsi largo tra i miei sorrisi, ed in bocca ora ho il sapore dei suoi tanti sogni uccisi.
3.
UN POCO DI BUONO (Massimo Messina) Io non ho pareti, non ho vetri, corsie o distanze, io non ho pianeti, libri aperti e segrete stanze. Io non ho confini, né un futuro tra le mie mani, io non ho problemi, lati oscuri e principi sani. Io non ho pensieri, non ho tempo per le risposte, non ho addosso stracci, coccodrilli e velluti a coste. Io non ho cuscini, e non frugo tra i miei divani, Io non ho le chiavi, né castelli e tuguri infami. Sono un poco di buono, un poco di buono, sono un poco di buono, un poco di buono. Io non ho consigli, santi e amici su cui contare, non ho grandi sogni, né cinquine da ricordare. Io non ho ragioni, non coltivo le mie speranze, io non ho stagioni, nessun treno per le vacanze. Sono sputo di cielo, un fuoco sincero, sono luce e mistero, né falso, né vero. Non ho pace, sciocchi ideali di libertà, non entro nel coro e non canto da solo. Pugni chiusi, né grande forza di volontà, non cerco un sentiero, non un arcobaleno. Io non ho passioni, non un volto, né mie parole, Io non ho peccati, neanche vene e nemmeno un cuore. Io non ho prigioni, né un motivo per mai fuggire, non ho guarigioni, nessun letto su cui morire. Sono un vento distratto, un sole un po’ sciatto, un amore distrutto, io, il gran farabutto. Non ho mani sul viso, un pianto, un sorriso, una mecca, un lavoro, mai niente di nuovo. Sono un poco di buono, un poco di buono...
4.
SCRIVO (Massimo Messina) Forse che la musica mi fa restare sveglio e non so che farmene di tutto quel silenzio, forse perché non so che fare e non so stare solo, forse per illudermi o per spiccare il volo. Forse è per la sabbia che mi scivola di mano, per sentirmi umile o per sembrare strano, forse perché, non so spiegare, ma non so farne a meno, forse per partire ancora o per tirare il freno. Forse per raggiungere, senza arrivare mai, per poter concludere quel che finirò poi. Forse per nascondere, mostrare a tutti voi, di me, l’invisibile che non saprete mai. Forse che la libertà, in fondo è il mio bavaglio, forse è proprio il vento caldo che muove il mio ventaglio, forse perché non so nuotare, ma non so andare a fondo, forse in me c’è troppa luce e al buio mi confondo. Forse per desistere e non mollare mai. Forse per combattere franchezza e ipocrisia, per poter sconfiggere tristezza ed allegria. Forse che la musica mi fa sfiorare Dio, o forse è solo silenzio e grida il nome mio, forse perché non so pregare, e questo tu lo sai, forse è un modo di sognare e non svegliarmi mai.

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Canzoni interamente scritte, suonate e cantate da Massimo Messina / Room-Studio 2018.

credits

released December 3, 2018

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maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

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