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1. |
E volo via (maxmex)
04:35
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E VOLO VIA
(Massimo Messina)
Anch'io purtroppo,
che non ho più le scarpe
e il cuore di un bambino,
anch'io, purtroppo,
mi sento solo.
Anch'io purtroppo,
che non trovai il paradiso,
ma neanche l'ho cercato,
e masticai il mio tormento
di rinnegato al suolo,
non ho creduto.
Difficile pensare,
questo è solo il paradiso
e quel vuoto lo rivoglio su.
E volo via dai miei occhi,
a mio modo distesi,
e dai quei tristi natali
in cerca di un sorriso,
e volo via dai miei sogni.
Anch'io purtroppo,
le mani tue non ho lavato
e sanguinario, ahimè,
da strofinaccio,
mi son voltato.
Anch'io distratto,
che camminai sul tram
che mi portava fuori
dall'imbecillità dei mari
in cui sono annegato,
non ho potuto.
Esploso tra i sentieri,
zolla di un campo minato,
un giglio rosso crescerà.
Oppure steso
sopra un verde manto sconfinato,
disteso, arreso e asciugato
dal sole che mi ha ucciso,
io volo via dai miei sogni
frantumati e persi,
sul rotaio del mondo
che violento mi sbatte
il vento e il grigio tra i capelli,
ora di pifferaio,
e sono anch'io uno di loro,
uno di quelli...
anch'io, purtroppo.
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2. |
Pezzo di cielo (maxmex)
06:53
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PEZZO DI CIELO
(Massimo Messina)
Apro le mie braccia al vento,
poi penso che è vero,
serve a sbatterci le ciglia
quel pezzo di cielo.
A metà del blu poi,
un giorno lontano,
a metà del blu poi,
sei tu.
Ampolle di roccia al vento,
per carpire il suo pianto,
nuvole di panna e un cigno
ha preso il suo canto.
Ai confini il blu poi
un arcobaleno,
ai confini il blu poi,
sei tu.
Vedrai gli oceani
stringerci la mano,
stretto nel cuore un diario,
dove non scrivi frasi né parole
necessari a coprire
il tuo regno dai diamanti violenti,
spazi verdi che ho voltato
come rondini nel cielo,
nei calmi bollenti echi di un lago,
su fiumi taglienti come un foglio,
da lanciare un grido,
sorsi di anice e benzina
in un polmone solo, confusi.
A metà del blu poi,
un giorno lontano,
a metà del blu poi,
sei tu.
Gocce di luna,
spegni la candela,
cambi il tuo umore provvisorio,
solo per dire:
"splendido quel sole
destinato a morire".
Il tuo regno dai diamanti violenti,
spazi verdi che ho voltato
come rondini nel cielo,
quei calmi bollenti echi di un lago,
su fiumi taglienti come un foglio,
da lanciare un grido,
sorsi di anice e benzina
in un polmone solo, confusi.
Arance dagli spicchi roventi
esplose nel vento di un mago,
come coltelli sul fuoco,
quegli artigli inferti sul costato.
E fu lì
che spalancò il suo mondo,
copri uno sbadiglio,
navigò tutta una notte
per avere un figlio da lui,
Alivento,
signore dei prati
e simbolo di smarrimento.
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3. |
Lei è nuda (maxmex)
01:57
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LEI È NUDA
(massimo messina)
Lei è nuda,
lei è nuda
e io volo via.
Lei è nuda,
nella ripresa,
l'aereo volò via.
Rami di vento
splendido nel cuore d'amico,
tira i remi in un minuto.
Apri un ricordo
con dentro un liquore
e il suo nome
brillerà di novità.
Lei è nuda,
lei è nuda,
e ha i miei occhi in una mano.
Ricambia le mani
e quel cuore vuole
in ogni distesa tenderti la mano.
Ricopre le canzoni vuote,
stride un muro.
Conce e pelli di animale,
scompiglio in un ritrovo.
Speleologi
sparargli in ogni fronte,
stereotipi,
come il fuoco di una fonte.
Lei è nuda,
lei è nuda,
splende in una mano.
Trae le note,
il vino dalla botte,
storia di un richiamo.
Di lei però ho un ricordo
simile a un ricatto.
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4. |
Grigiomondo (maxmex)
04:19
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GRIGIOMONDO
(Massimo Messina)
Quando mi bruciai nel sole
dov'eri?
quando urlai la mia fortuna
per i viali aggrovigliati?
Dov'eri
quando persi la mia spada?
L'arbitro dei miei pensieri confusi
ha falsato la partita,
mille giorni tutti uguali
come pastorelli nei presepi.
Mi ricordo sempre in onda,
un monoscopio ed un passato
da incorniciare nel futuro,
le mie bollicine e il fumo
salgono su.
Quando non sapevo il nome
dov'eri?
quando me ne andai di casa,
e il mio ragno reclamava
perché, sai,
c'era un buco nella tasca?
E quando ti chiamai,
mio Dio, dov'eri
quando stavo entrando in scena?
forse a "cipollare" i viali
o a coltivare acqua nei deserti?
Qualche foglia di verdura
da appiccicare nei miei denti,
con lo sberleffo dei presenti?
Grigiomondo,
sono stanco di te
e di rincorrerti!
Voglia di cieli verdi
ed alberi blu.
Grigiomondo,
i tuoi vetri
non riuscirò mai a romperli
con la mia fantasia
od altre virtù.
Quando mi librai nell'aria,
nei venti liberai la mia paura,
e al buio con gli occhi chiusi,
sperai in me,
non stringevo neanche i pugni.
Per ridere dei problemi,
lo so,
non serve che stagliare i denti
contro volti americani,
ma in tutto questo tu non c'eri.
Vecchi musicisti e brina
non piegheranno la mia schiena,
che non tornerà più come prima.
Grigiomondo,
sono stanco di te
e di rincorrerti!
Voglia di cieli verdi
ed alberi blu.
Grigiomondo,
i tuoi vetri
non riuscirò mai a romperli
con la mia fantasia
con altre virtù.
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5. |
Tunisi (maxmex)
02:47
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TUNISI
(Massimo Messina)
Amore mio, perdonami,
se ho fatto l'inventario dei giorni miei,
lasciandoti dei segni sul divano.
Ricordati di includermi, più presto o quanto prima,
nell'album di famiglia al buio, come una lampadina.
Amore mio, attendimi, nell'ora del perdono,
non voglio più discutere di cosa e come sono,
di quando incerto ti trovai e persi la tua stima,
di quando rosa ti chiamai, baciando una tua spina.
Ora tutti sarete amici
(sette figli + sette spose), miei.
Amore mio di lucciole, cracotte di formaggino,
amica della volpe grigia, mio grigio topolino,
neppure mi vergogno delle banalità che dico,
di come per amore tuo, mi sono rimbambito.
Amore mio di chiocciola, svegliamo il vicinato
con un fragore di monete, un tè o un decaffeinato.
Ragione in più per ridere e tornare come prima
ad asciugarci le ugole, finché non sia mattina.
Ma Tunisi dov'è?
Con la chitarra in mano,
socchiudo un poco gli occhi,
mi avvicino e mi allontano.
Ma Tunisi dov'è,
il giallo, il suo tepore,
il suo sapore di miele, di latte e di panna scura?
Sapore di miele, di latte e di panna scura.
Sapore di miele, di latte e di panna scura.
Sapore di miele, di latte e di panna scura.
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6. |
Alivento (maxmex)
05:40
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ALIVENTO
(Massimo Messina)
Ogni uomo ha il suo mattino,
ogni uomo ha altre virtù,
la sua è un grido di foglie e suoni.
Alivento li raccoglie,
lui che ha convissuto mai,
che ha aggomitolato le alghe
che si intrecciano nei cieli,
le"appistriccia" di parole,
con convulse ondate d'aquile
e i silenzi che si staccano da pendici,
cadono giù.
Io che non ho nessuno,
io che non ti ho vicino,
non ti ho lontano, lo giuro.
Alivento,
quest'uomo solo,
Alivento,
com'è lontano!
Oltre il grido, è già mattino,
ma dal seme nasce un pianto,
sale in alto e buca il cielo.
Alivento per rancore,
ha distrutto il suo dolore,
ma accontenta chiunque passerà
distratto dai suoi rami,
l"allibeccia" di un calore,
lui che non salutò mai,
stropicciandosi le palpebre
del sonno che non ebbe mai.
Io che non ho nessuno,
io che non ti ho vicino,
non ti ho lontano, lo giuro.
Alivento,
quest'uomo solo,
Alivento,
com'è lontano, lo giuro!
Alivento,
il tuo richiamo,
Alivento,
dove sei andato tu?
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7. |
Los Bambo (maxmex)
05:53
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LOS BAMBO
(Massimo Messina)
Piantò radici
al buio della sera,
a Los Bambo
e non gli chiesero più niente,
tragico nelle sue canzoni,
addirittura tirò un dente
pavido alle sue emozioni.
E da vigliacco,
col suo fedele fiasco,
andò a fondo,
fatto, ma certo di trovare
un sindaco con le chiavi in mano
che gli chiedesse di portare
un messaggio arrotolato.
La vita non è dura
al buio della sera
per chi non ha paura,
a Los Bambo.
Nessuno nasce o muore,
pietà è silenzio
e il mare è luce,
il buio è il sole...o no?
Chi gioca nella squadra
lo sa, vittoria è certa
quando si va in trasferta
a Los Bambo.
Per frutta c'è limone
e per contorno sale,
ma c'è un'ottima luna
all'equinozio.
Si dice, che il sole di notte
mandò a fuoco un bar,
poi, che la voce sua,
mista al rintocco,
presto ritornerà.
Sarà il vento forse
o la portinaia
che mi porta il latte...
E in pigiama corse,
apri le sei porte,
ma non la più grande.
Ma chiese scusa
a tutti quella sera,
a Los Bambo,
con la lettura del destino,
complice delle sue finzioni,
si è rintanato in quei volumi vuoti,
tra gli scaffali.
La vita non è dura
al buio della sera
per chi non ha paura,
a Los Bambo.
Nessuno nasce o muore,
pietà è silenzio
e il mare è luce,
il buio è il sole...o no?
Chi gioca nella squadra,
lo sa, vittoria è certa
quando si va in trasferta
a Los Bambo.
Per frutta c'è limone
e per contorno sale,
ma c'è un'ottima luna
all'equinozio.
Si dice, che il sole di notte
mandò a fuoco un bar,
poi, che la voce sua
mista al rintocco
presto tornerà.
Sarà il vento forse
o la portinaia
che mi porta il latte...
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8. |
Violet (maxmex)
04:11
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VIOLET
(Massimo Messina)
Quale fiume ti è passato sopra
e ti ha portato leggera lì,
dove un dio lontano
ti ha mischiato al suono,
sopra un verde prato di filosofie?
E i fiori che ricominciavano
a sbocciare nei meno ombrosi
rami secchi che duellavano.
Splendido,
però poi quel cieco sogno
ha preso le altre vie
nel tuo rimpianto.
Violet,
nega i tuoi occhi al mare
e con la forza di un dolore,
chi è stanco di remare
prega il tuo nome.
Violet,
quel giglio la tua mano
ha accarezzato
e il tuo profumo
lo ha reso ladro,
eppure candido, quel giglio.
Dimmelo tu cos'è lontano,
e se hai mai preso il quadrifoglio,
qual è la mano?
Se discesa vuole dire,
che discesa sia,
vibrando il ventre
e l'omero roteando.
Lo sguardo è di gesso
e più violento dell'urlo
che poi sfocia in pianto.
Bacinelle che scioglievano
lacrime di vetro e cloro,
ed un ballo con il ritmo statico
di un tragico perdono.
E tu principessa
non sei stata mai,
ma lo hai sognato.
Violet,
nega i tuoi occhi al mare
e con la forza di un dolore,
chi è stanco di remare
prega il tuo nome.
Violet,
quel giglio ha la tua mano
accarezzato
e il tuo profumo
lo ha reso ladro,
eppure candido, quel giglio.
Dimmelo tu cos'è lontano,
e se hai mai preso il quadrifoglio,
qual è la mano,
se hai navigato nel bicchiere
che hai lasciato giù,
se ti ha affondato,
in che rimorso,
quel dio sconosciuto?
Violet,
nega i tuoi occhi al mare
e con la forza di un dolore,
chi è stanco di remare
prega il tuo nome.
Violet,
quel giglio la tua mano
ha accarezzato
e il tuo profumo
lo ha reso ladro,
eppure candido, quel giglio.
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9. |
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DISEGNO A MANO LIBERA
(Massimo Messina)
E un sospiro aprì la porta,
senza poi però richiuderla,
cieli con la riga storta,
si fermarono a discuterci.
Stelle a punta di matita,
sorridevano discepoli,
scesi dalla luna amica,
a guardare il mare.
Chi alzò il mento,
ci respirò tutto il suo futuro,
e chi rotolò per primo,
senza remi in mano,
l’altro volle stare solo
e sporse il suo mattino,
io, a metà del mio percorso,
chiusi il mio diario,
“pensieri miei lasciatemi”.
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10. |
Corre l'uomo (maxmex)
05:17
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CORRE L'UOMO
(Massimo Messina)
Corre l'uomo
che ti stringe la mano,
che saltò dai tuoi numeri
e con la voglia di lottare vinse.
Corre l'uomo,
non si accorge nemmeno
dei suoi martiri affumicati
e dei suoi spazi interstellari finti.
Corre l'uomo
e il suo destino
che ci guarda tra alberi blu,
ma sia un grido
o un suono
non t'importa più.
Corre l'uomo
mentre inventa un binario
di depositi fluttuanti
e di pendici da cui stare attenti,
per poi cadere
e non sentirsi liberi.
Le sue ali quasi fosse un deltaplano
e il suo sguardo muto da chimera,
vorrei sentire ancora quel suono
che mi squaglio la schiena.
Ogni uomo ha il suo mattino,
ogni uomo ha altre virtù,
ma sia un grido
o un suono
non ti importa.
La pioggia scende,
talvolta sale
e distende la pianura
gonfia di pedane,
ma questo succederà
una volta sola,
e tu sei indecisa
se spiccare il volo
o rimanere confusa
col tuo piede ancorato al suolo
e la tua disperata
voglia di sentire
il vento grigio tra i capelli
e il suono,
che non la natura,
ma il suo cuore affranto
ha mischiato al tuono.
Stella che cadi la sera,
di un polline scuro
mi tingi la mano
e il piede in futuro
mi asciugherai entrando
dal manto spezzato
di un cielo o di un santo.
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11. |
L'ultimo ballo (maxmex)
04:03
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L'ULTIMO BALLO
(massimo messina)
Metti in moto,
metti in moto
il tuo gambero nel futuro.
Spegni il gioco,
spegni il fuoco
del tuo cuore senza peccato.
Mandiamo il nostro giglio fuori,
elicotteri nel passato,
in sogno chiudersi la porta
e da ogni suono
nasce una conchiglia.
Intanto tu
metti in moto nel mio cuore
grigio temporale,
chiodo ormai passato
o semplice naso congelato al suolo,
corvi goffi neri sul fondale,
fino all'ultimo piano o nei bar
e lingua di fuori.
Io no,
ma scinderei i colori,
maledetta pioggia nei polmoni.
E tu li vile DJ di un buco,
come polpa ai granchi,
lunghi inverni di mitili
e di silenzi capovolti,
a caccia dei trifoni infranti.
Io volavo a bassa quota,
col mio occhio verde d'aeroplano,
tu fiutavi il mare silenziosa
coi tuoi blu serpenti dietro un faro,
e la luna ci sbattè le ciglia,
come l'ultimo ballo.
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maxmex Palermo, Italy
Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.
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