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L'airone (Maxmex - 1998)

by maxmex

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1.
L'AIRONE (massimo messina) A volte, penso d'essere un gabbiano, volteggio solo e libro nel mio cielo, non m'importa di cadere ma mi risveglio sempre nel mio ufficio, distratto guardo il mondo dietro un vetro e mi sembra di sentire voci confuse e sento che ritorno essere umano, in mano ho una biro e riprendo a respirare. Mi guardo intorno e tutti hanno un volto, lo stesso sguardo attonito sul mio viso, la cravatta stretta al collo, io sto illustrando un grafico frastagliato. E mi tocca respirare, dare la mano, fingere e non mi va, mi sforzo di sorridere ma non m'importa. Mentre dentro me, un airone nel vento vola libero e se ne va, nel cielo immenso, libero verso il sole. A volte penso e immagino d'esser solo, l'unico sulla terra che cammino e mi sembra di impazzire ma mi risveglio presto in uno stadio che non ricordo per chi faccio il tifo, la bandiera nella mano, sventolo un sogno, quello del delfino che sfreccia nel suo mare in pieno agosto. Nel bel mezzo del nuotare mi trovo in mezzo al traffico e faccio un bagno nel mio sudore, impreco verso un vecchio che senz'altro avrà ragione perché l'orgoglio ondeggia nel mio cuore. E non voglio più parlare, neanche dormire e fame non ne ho ma perché devo correre io non lo so, già. Mentre dentro me la fune tira e ritira, presto si spezzerà e quell'airone libero verso il sole andrà. E mi tocca respirare, dare la mano, fingere e non mi va, mi sforzo di sorridere ma non m'importa. Mentre dentro me l'airone nel vento vola libero e se ne va, nel cielo immenso, libero verso il sole. A volte penso d'essere un gabbiano.
2.
NON C'È NESSUNO AL MONDO (massimo messina) Vivere con te è un po' come l'oceano dove cielo e terra sembra che si sfiorino, dove la realtà e la fantasia si toccano, dove la ragione e la follia si uniscono. Vivere con te è facile e difficile quando l'apatia è volontà di esistere, razionalità è fretta di decidere, quando non sai mai se piangere o sorridere. Non c'è nessuno al mondo che mi fa sentire meglio e in quell'istante mi fa scoprire l'universo. Sei tu quel finestrino da cui respiro il vento, io viaggio e giro intorno a te. Vivere con te è un fuoco che vuol spegnere, per bruciare dentro, poi, lo vuoi riaccendere, vivere con te è tanto bello e inutile quanto la mania di amarsi e di concludere. E la spiaggia è un po' bagnata ed alti volano pensieri sconnessi e sguardi che ora muoiono dentro gli occhi tuoi, i denti freddi mordono le parole tue, le mani s'incatenano. Non c'è nessuno al mondo che mi fa dormire tanto e al tempo stesso mi tiene sveglio ogni senso. Sei tu quel che io canto e che mi porto dentro come un segreto stretto che non dirò mai. E in quell'oceano, noi voleremo via sulla mia tavola. Non c'è nessuno al mondo che mi fa sentire meglio. Non c'è nessuno al mondo che mi fa dormire tanto. Sei tu quel finestrino da cui respiro il vento. Sei tu quel che io canto e che mi porto dentro.
3.
RIDONO DI ME (massimo messina) Ridono di me e dei miei pensieri perché ho fatto più di mille grattacieli a piedi per vedere te e per conquistarti ho comprato più di 100 tulipani gialli. Io vorrei amarti ancora e vorrei passarci sopra. Ridono di me e dei miei capelli, li ho lavati tanto che ora sembrano spaghetti. Ridono e lo sai perché fumo troppo e la sera si avvelena il mio sorriso giallo. Io vorrei amarti ancora e potrei passarci sopra ma tu sai che ho un cuore anch'io, sì vorrei ma il tempo vola. Ridono di me perché ti ho aspettato sotto il cielo novecento giorni e son tornato fradicio lo sai delle tue risposte silenziose, accecato dalle chiuse imposte. Io vorrei amarti ancora, perderei la vita intera ma tu sai che ho un cuore anch'io, sì lo sai, ma il tempo vola. Non era il mio ruolo quello del ventaglio che soffia sul collo, vorrei darci un taglio ma ridono troppo nel buio e li sento che se fossi un grido, sarei lo spavento più grosso che un giorno ti viene a cercare e come una lepre ti possa stanare il mio amore spianato. Io vorrei amarti ancora e saprei passarci sopra ma tu sai che ho un cuore anch'io, scusami ma il tempo vola.
4.
DOVE MI PORTA IL VENTO (Massimo Messina) Spengo la luce, chiudo la porta, scendo in cortile, torno a giocare, a piedi nudi sui marciapiedi, scalcio lattine senza pensieri. Con le mie mani sporche di scuola, frugo tra i dubbi senza risposta, giro le chiavi della mia giostra, guido sconfitto, ma non m'importa. Tutti i respiri miei li lascio dentro casa, tutti i silenzi poi, e qualche piccola scusa. Mi lancio dritto poi, in una folle corsa, non per morire, ma per superare l'angoscia. Getto le reti dentro quei mari, verdi e sinceri come i miei occhi, mi passo in bocca acqua di mare, gusto l'aurora senza parlare. Mangio merende di cioccolata, imbratto il cuore e la coscienza, stringo i miei dadi, sfido la sorte, voglio baciarli fino alla morte. Tutti i segreti poi, li lascio dentro casa, brividi, freddo, ma ti lascio accesa la stufa. Tanto, non saprai mai, il viso tuo riposa, non te ne accorgerai e in fondo, questo mi basta. Io voglio correre lungo quei viali e voglio vivere come i gabbiani, calmi e sicuri, dove li porta il vento. Sono un super eroe, anch'io con la mia fionda, torno invisibile, mi perdo nella memoria. Apro le ali mie e in fondo, che mi costa? Tutto è possibile, bisogna crederci e basta. Io voglio credere nei miei ideali e voglio vincere come i gabbiani, io voglio andare dove mi porta il vento.
5.
TU COME L'OCEANO (massimo messina) Tu come l'oceano sembravi non finire, i tuoi capelli erano tramonti in un cortile e la tua voce un inno alla vita. Pensavi davvero di farla finita? Tu come una pagina strappata ad un giornale, che cosa, dimmi almeno ora, pensavi di fare? Di quelle cose dinne almeno una, aprivi le porte e c'era la luna. Ma tu amavi il mare, come me ed io odio la morte, come te. Tu dicevi basta ora ma poi ricominciavi, le barche ti piacevano, sapevi remare. Di quelle onde ne ricordo una, scendeva la notte, saliva la schiuma. E tu ridevi forte e allora avevi nel respiro parole che tremavano, mi prendevi in giro? Eri una stella che brillava appena però ti piaceva uscire di scena. Ma tu amavi il mare, come me ed io odio la morte, come te. Tutti lo sapevano e forse io soltanto avevo fretta e in fondo non sapevo il rimpianto. Eri una roccia, la schiuma saliva però in quella sabbia lenta ti copriva. Ma tu amavi il mare, come me ed io odio la morte, come te. Se vuoi torno a giocare con te ma tu esci dal mare per me… per me… …ed io odio la morte, come te...
6.
MUSICA E PAROLE (MASSIMO MESSINA) Dammi i tuoi anni, dammi le tue carezze, dammi i tuoi baci, musica e parole. Dammi gli accordi, dammi le tue risposte, le tue certezze, quelle che non ho. Tutta una vita a schiarir la voce e il nome mio nel silenzio, no, non l’ho gridato. Tutte le corse per poi arrivare stremato nel punto esatto dov’ero partito. Noi stelle non moriremo ma stelle noi bruceremo, mai, per sempre e mai. Dammi le mani, dammi e non darmi niente, dammi ogni cosa, dammi quella rosa. Tutta una vita a inseguire il vento e qual era il suo mistero, no, non l’ho svelato. Cercare l’ombra per vedere il sole e il mare dal blu più intenso e non sono annegato. Noi stelle non moriremo ma stelle noi bruceremo, mai, per sempre e mai. Dammi le ali, dammi azzurri cieli, dammi la pace, quella che non seppi mai.
7.
VOGLIO CORRERE DI NUOVO (massimo messina) Quello che hai tu, sai ce l'ho anch'io, quello che brucia, è fuoco, amico mio. Sorseggia l'acqua che verserai, non avrò sete quando tu berrai. Porgi la coppa al mio ruscello, poggia le labbra e tu sei mio fratello. C'è il mio sorriso, tu lo berrai, non sarò triste quando riderai. Nei miei ricordi, anni di buio, socchiudi gli occhi e sento quel profumo. Ora il mio orgoglio è un po' malato perciò ti chiedo come stai. Non è la rabbia, non è il mattino, quello che scende lento è solo vino. Quello che sale, polvere e fumo, voltati e intorno non c'è più nessuno. Guarda i miei occhi dimmi chi sono, prima ero terra e sono un uomo solo. Ora il mio sguardo è un po' appannato e il mio orologio si è fermato e tutto il resto dov'è andato? Voglio correre di nuovo e superarti come un treno, la mia forza, il mio respiro, le mie gambe senza un freno. Fammi correre mio Dio, voglio sentire ancora il vento congelarsi sul mio viso. Quanto soffierà mio Dio? Non c'è più sangue nelle mie vene, solo paura e forse ti conviene e quel messaggio che leggerai, io saprò tutto quando capirai. Ora che è chiaro, dimmi chi sono, sono venuto a chiedere perdono. Ora che scende la mia sera, prima che venga primavera, saremo un suono prolungato. Voglio correre di nuovo e superarti come un treno, la mia forza, il mio respiro, le mie gambe senza un freno. Fammi correre mio Dio, voglio sentire ancora il vento congelarsi sul mio viso. Quanto soffierà mio Dio? Voglio correre di nuovo e risvegliarmi dal mio sogno, ritrovarmi all'improvviso sopra un'isola, un gabbiano. Fammi ardere mio Dio, voglio sentire ancora il fuoco sviscerarsi dal mio petto. Quanto brucerà mio Dio? Voglio correre...
8.
COM'ERI BELLA (massimo messina) Com'eri bella sopra il mio letto, nel tuo sguardo non c'era risposta. Fuori era il cielo, dentro la pioggia ci bagnava, ma poco ora importa. È troppo grigio il mio cielo, sembra inverno, lunedì. Una sorpresa fuori dal coro, una festa prima o poi. Com'era fredda la nostra stanza, il mio naso è senza respiro. Tra le lenzuola c'è il tuo profumo, la tua mano è nella mia bocca. È troppo zitto lo specchio, forse un gatto comprerò. Per farmi forza mangio qualcosa, la coperta, non lo so. E c'è una scritta sul muro "Io torno presto vedrai" e c'è una coca nel frigo è ancora chiusa, come mai? Spengo la radio, ah, già la luce mi han tagliato ma sento una voce. Giro la chiave della mia porta, una multa, divieto di sosta! È tanto se non mi ammalo, va tutto storto e tu lo sai. E non c'è scampo per la tua tazza di terracotta che comprai. Ma è troppo grande il cuscino, in due non si entrava mai... È troppo stretto un sorriso, per la mia faccia che stracciai. E c'è una scritta sul muro "Io torno presto vedrai" e c'è una coca nel frigo è ancora chiusa, come mai? già... già...
9.
UN UOMO FORTUNATO (massimo messina) Io mi credo un uomo fortunato, non lavoro, non sorrido mai, ma ho bisogno d'amore e se amore ho, ho bisogno di stelle e di pace. Io mi credo un uomo fortunato, forse è vero che non mangio mai ma è di sfoglia il mio cuore e la mia allegria è una fetta di pane, di pane, di pane e poesia, di pelle e dolcezza. E si spezza il mio amore e se amore vuoi, sarà vino per te questo sangue. Io mi siedo sull'albero ed osservo tutti i fiori che non colsi mai ma è il mio prato e mi piace e lascerò che sia una verde distesa di pace, di pace e bontà, di vento e speranza. E semmai questo amore lascerà una scia, sarà quello per sempre il confine, La fine di un'idea, la vita di una stella si dissolve nel mare e navigherò perché il sogno ci possa destare, d'estate o che sia autunno, primavera. E se il sonno ci coglie, chiudi gli occhi tuoi, sembrerà pure a te di volare.
10.
OCCHI VIGLIACCHI (massimo messina) Ricordo quando ti cospargevi tutto il viso di quelle cremine verdi ed io ti avrei già ucciso se avessi immaginato che era solo un trucco per mascherare un viso crudele e asciutto. E tu ripetevi e il mio nome era il centro ma oggi hai esaurito i tuoi colpi. Mirato per bene non sono scappato per farmi colpire nei sogni. Ricordo quando dimenticavi le parole di tutte le mie canzoni e mi chiedevo come ma non ho immaginato nemmeno per un minuto che eran canticchiate da un cuore muto. E io fresca bandiera lì fra le tue mani agitata da venti distratti. Scolpito in un blocco di marmoreo amore, mi sbriciolavo dietro i tuoi passi. Vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca. Vigliacca, al muro! Offeso a morte? sicuro! Ma non vedi che cielo stellato stasera nel buio assomiglia ai tuoi occhi vigliacchi. Hai chiuso! Ho ancora addosso il tuo respiro… Ho ancora addosso il tuo respiro… Ho ancora addosso il tuo respiro… respiro, respiro. Ricordo quando scioglievi e tutti i capelli scendevano come cascate e in quei torrenti verdi di lacrime, che scemo, quant'è che ci ho nuotato e quanto, cretino ancora, sono annegato. E tu mi dicevi: "ti vedo stasera?" ma era solo un gioco di scacchi, che quando muovevo il mio bianco sorriso tu ti arroccavi in: "quanto mi manchi ma... adesso ho voglia di andare a casa, ho tanta voglia di andare a casa, ho solo voglia di andare a casa… a casa, a casa… Ricordo le parole di tutte le tue "amiche" che io credevo invidia di verdi ortiche, le mezze verità che per te non ho mai speso, me le tenevo in tasca, per niente offeso. Eppure quei panni eran lì, stesi al sole e non c'eran mollette o tiranti. Correvo in quel campo e correvo sicuro, convinto di non indossarli. Vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca, vigliacca. Vigliacca, al muro! Offeso a morte? sicuro! Ma non vedi che cielo stellato stasera nel buio assomiglia ai tuoi occhi vigliacchi. Hai chiuso! Vigliacca, al muro! Offeso a morte? sicuro! Ma non vedi che cielo stellato stasera nel buio assomiglia ai tuoi occhi vigliacchi. Hai chiuso!
11.
PIOVERÀ (massimo messina) Credi a me non importa sai... Credi a me non importa sai... voglio fare un bagno e restar lontano da tutti, con il mio silenzio, con il mio ricordo, lontano... E m'immergo nel più profondo smarrimento e non rispondo, il cammino è chiaro, voglio abbandonarmi tra i flutti e mi porta il vento con il mio dolore lontano. Poi pioverà sopra il mio tormento, sopra il tuo cuscino. Pioverà su me lo sai, pioverà sui mari delusi. Pioverà finché ne ho voglia, pioverà sugli occhi più asciutti e sui sogni. Questa vita sai è un girotondo, gira lenta ma gira in tondo e a metà del giro, proprio quando tutto è scontato, ti accoltella dietro, non voltarti è lei l'assassino. Ora tu vuoi vedere il sangue, la mia testa fra le tue gambe, vuoi vedere un uomo che non è più niente, nessuno, affogarci dentro ma quell'uomo adesso è lontano. Poi brucerà anche il tuo respiro, morderà il mio collo. Pioverà la sera, sempre, pioverà su laghi deserti. Pioverà e pioverai ma per me sarà estate sempre nei sogni... nei sogni... Pioverà su me lo sai, pioverà sui mari delusi...

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Canzoni scritte, suonate e cantate da Massimo Messina; Room Studio @ 1998.

credits

released September 24, 1998

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maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

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