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1. |
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Io non ho terrore di invecchiare
e di cambiare faccia,
quanto di bruciare poco a poco,
come carta straccia,
di dover morire,
ciò che conta, è riposar la testa,
e non mi dispiace
non poter venire alla mia festa.
Io non ho timore
di tirar di fretta i remi in barca,
ma dello stridore
di una barra dritta che si inarca.
Sì, vorrei fuggire col malloppo
e risalire in groppa,
ritornare indietro per sbagliare
e metterci una toppa.
Steppe e praterie,
di un fiato le cavalcherai.
Giuro, non m’importa
di donare vento alla radura,
di sfiorare il mare
col silenzio di una notte scura.
Se non c’è pittore,
né un paesaggio,
meglio, addirittura,
di un presagio incerto,
credi, molto peggio è la paura.
Stelle e fantasie,
ad una ad una accenderai.
Cieli e bramosie,
di lune rosse affollerai.
Quello che fai,
quello che dici,
quello che insegui
e tu non vuoi,
quando ti svegli e non ti addormenti,
quando la luce buca i tuoi occhi,
anche quel sale nei tuoi respiri,
sarà pioggia, prima o poi.
E non c’è ragione di schiacciare
il cuore in una giacca,
tanto più è il sudore
di una vita fredda che si attacca.
Io non ho intenzione
di restare chiuso qui in carrozza,
fermo alla stazione
ad ingozzare il tempo che mi strozza.
Ponti e gallerie,
un salto e li sorvolerai.
Muri e ipocrisie,
d’un soffio, piegherai.
Quello che dai,
quello che prendi,
quello che cerchi
e più non sai,
quando lo afferri e non ti accontenti,
nei tuoi recinti ed oltre i confini tuoi,
sopra i deserti e nei tuoi giardini,
sarà pioggia, prima o poi.
quello che getti e poi non raccogli,
come un cristallo, dentro lo porterai,
nei tuoi rimpianti e nei tuoi sorrisi,
finché pioggia non sarai.
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2. |
Le tue stelle (Maxmex)
03:35
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|||
Dove la fortuna inciampa
e cade dalla luna,
le tue stelle piangono,
dove la battaglia si fa dura,
tra le fiamme,
le tue stelle insorgono,
dove l’ombra
assedia le tue mura,
stelle mercenarie
in te combattono,
dove anche la sera si fa cera,
dalle punte,
lente in gocce colano,
e se cadono,
altre spuntano.
Dove il desiderio fa paura,
le tue stelle
di tremare fingono,
dove il sentimento
avanza a passo di pantera,
di passione tramano,
e se vanno via,
è per la premura,
ma non puoi certo
mandarle al diavolo,
Stelle sopra i muri,
come verdi cocci oscuri,
nei tuoi occhi guardano,
non rispondono,
ma ti ascoltano,
quando brillano.
Nessun vento ti può fermare,
nessun tempo ti può cambiare,
nessun vuoto ti può inghiottire mai,
non voltarti mai.
In questa abbazia
senza preghiera,
le tue stelle sono già un miracolo.
Gira mezzo mondo
quella luce di un secondo,
ed è passato un secolo.
Cambi direzione,
affretti il passo,
sembra quasi che il cielo
distenda il suo guanto.
tante fitte stelle ferme al palo,
ma le tue, con te,
di già camminano,
anzi corrono,
non si stancano,
non ti mollano.
Nessun graffio ti può far male,
nessun filo si può spezzare,
nessun sogno potrà guarire mai,
dentro te, lo sai.
Nessun mago
e nemmeno un sole,
cieco torto, bieca ragione,
le tue stelle farà sparire mai,
non fermarti mai,
non fermarti mai,
non fermarti mai.
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3. |
Mezz'ora (Maxmex)
03:27
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Gli altri dormono,
non si accorgono,
ma i pensieri
nella notte corrono,
alti volano,
bianchi fumano,
vanno avanti e indietro.
Intanto, io aspetto l’aurora,
guardo il cielo e mi consola,
da mezz’ora sono in piedi,
mi dispiace,
se apri gli occhi e non mi vedi.
Gatti passano,
fari abbagliano,
saltimbanchi
dove i muri si alzano.
Ombre stingono,
ore accorciano,
poche gocce sulla giacca,
e già è più di mezz’ora
che non dico una parola,
mi dispiace se non senti
questo vento che mi sussurra
lì, tra i rami spenti,
da mezz’ora,
col mio freddo fiato in gola,
mi dispiace che non vedi
questa pioggia, come un cristallo
che mi graffia i sensi e mi rincuora.
E tu lì, tra le lenzuola,
che non sai mai cosa ti perdi,
che di cera il tempo cola,
ma la vita brucia ancora.
Gli altri vivono d’altro,
ed io vivo da mezz’ora.
Mi dispiace se non credi
al mio mondo,
ma stringo i denti,
mi alzo e vado avanti,
in quell’aurora,
con lo sguardo alla ringhiera,
appoggiato ai miei silenzi,
non m’importa d’esser felice,
per pochi istanti
o per mezz’ora.
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4. |
Parte di me (Maxmex)
03:44
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Giorni illusi e lacrime,
un deserto intorno a me,
ho perduto tutto, tranne te.
Tu che non mi incontri mai,
che mi segui e non lo sai,
che in silenzio arrivi e te ne vai.
È un dolore che non passa mai,
un calore che non scalda mai,
un vento tra le serrande,
onda che non frange,
ma che sento far parte di me.
Tu che i miei sospiri puoi,
tra la gente che non vuoi,
alzi un muro
e pensi ai fatti tuoi.
Tu che mi sorvolerai,
i pensieri avvolgerai
ed il mondo resta fuori,
come un vaso senza fiori.
È un languore che non sazia mai,
un amore che non strazia mai,
è luce che si diffonde
senza un orizzonte,
ma che sento far parte di me.
È un volto nella cornice
che quando al chiodo si appende,
sorride, se non sono felice,
un cane che mi rincorre
come un nemico alle porte,
mi morde,
quando sono alle corde.
È una croce che non brucia mai,
un inferno che non spegne mai,
annulla stelle e distanze,
svuota le mie stanze,
ma che sento far parte di me.
Tu che non affondi mai,
dalla mente salterai,
nel mio cuore, un tuffo
e sparirai.
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5. |
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Non credo più,
ma solo per metà,
non credo più
ai miei occhi socchiusi
e sinceri,
ma bisogna andare avanti,
già, con fiducia e libertà,
da che cosa non si sa,
e semmai è un fiore, nascerà.
Non credo più,
ma per metà è bugia,
e resto qui,
coi pugni distesi,
a dirmi:
“forza dai, stringiamo i denti”,
già, ma in dispregio alla follia,
falsi cuori e ipocrisia,
con la tua mano nella mia.
Io non credo più alla mia età,
né al futuro che verrà,
già, ma anche fosse la metà,
quella mezza verità
chissà se mai mi basterà.
Non credo più,
e forse è vanità
se prediligo i mari delusi,
ma aperti,
come sono questi giorni,
già, con prudenza e fiato in gola,
specie quando il vento va
o alla deriva porterà.
Io non credo più alla bontà,
né che un dio ci salverà,
già, che se poi finisse in gloria,
mezzo inferno e mezza gioia,
mi chiedo a cosa importerà.
Io non credo più
ai prodigi e alla magia,
al silenzio e alla poesia,
dovunque lascerà una scia,
e non credo più,
all’amore e all’incoscienza,
al presagio e all’apparenza,
in questo viaggio
e alla metà della mia esistenza.
Non credo più,
ma è vero per metà,
non credo più ai miei sogni.
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6. |
Soffia (Maxmex)
01:39
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Soffia su me,
finché la pioggia cade,
soffia su me,
sulle vie, deserti e praterie,
irrorami di te,
che mi hai insegnato a leggere
nel silenzio, le poesie
che non hai scritto mai,
e puoi non credere,
combattere, insistere,
rimpiangere,
ma non smettere
di sospirare mai,
soffia ancora su me.
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7. |
||||
Al contrario di tutti,
non mi vanto di guardare avanti,
a dispetto degli altri,
non m’importa di inseguire i soldi,
di essere felice,
di correre veloce.
Al contrario dei tanti,
io non bacio mani e piedi ai santi,
non ho fumo negli occhi,
né ricurvi artigli sugli specchi,
e all’essere rapace
oppongo il carapace,
per tutti,
dai più uguali ai miei diversi.
Al contrario di tutti,
non sopporto sfregi ed angherie,
sì, ho tanti difetti,
ma io almeno,
non mi sforzo di piacere a tutti,
non mi svendo,
io non scendo a patti,
e porto la mia croce,
e il vento mi dà pace.
Io, al contrario dei giusti,
non dispenso critiche e consigli,
e non svelo i miei cieli,
tengo sempre a mente i miei orizzonti,
mi lecco le ferite
e affliggermi mi piace,
ma non tutti
siamo squarci di universi.
In rispetto dei sogni,
io non seguo false mode e scie,
e vele e passioni sono solo mie.
Al di là dei conversi,
dei distinguo similari ai miei,
non tutti i diversi siamo uguali,
dunque a scanso
di riflessi e abbagli,
non mischiate
cuori vuoti e falsi
con me.
Io non mi atteggio,
pose o piedistalli
sono mondi illusi
assai distanti da me.
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8. |
||||
Meglio sparire,
darsi alla fuga,
meglio chi arriva
e in dirittura, scatta.
Non avere la fortuna
di chi ha il sole in faccia,
non avere la certezza
di chi indugia mai,
non avere la vittoria in tasca
o l’arma giusta, e ti salverai.
Non avere mai la fretta
di un bel vento in poppa,
non avere l’insolenza
che tu incrocerai,
di chi scambia il tuo percorso
per la sua distanza che saluterai.
Meglio così,
meglio per noi,
cuore e ragione,
sai, non pagano mai,
forse è meglio così,
l’universo è tra noi,
solo per noi,
perciò dalla finzione,
scappa.
Non avere più una voce
nella tua coscienza,
non avere mai ragione,
e ti ringrazierai,
se il silenzio ti tortura,
ma alle volte, parla,
e non mente mai.
Non avere quel sapore
dolceamaro in bocca,
e se il vuoto fa paura,
ti consolerai,
sorseggiando il malincuore
da una fredda scorza,
ti disseterai.
Meglio così,
ama chi vuoi,
fuoco e passione
non si sprecano mai,
forse è meglio così,
l’universo tra noi
brucia oramai,
perciò salta dalla carrozza.
Meglio così,
dovunque andrai,
tra eroi e conigli
ti confonderai,
tra dilemmi e consigli,
scegli il verso e lo avrai
l’universo che vuoi,
però da quell’inferno stacca.
Meglio chi è pazzo
e grida alla luna,
meglio per terra,
e addirittura, piatta.
Meglio chi sbaglia
poco alla volta,
chi ha la pazienza
come una sfoglia,
che quando il sangue
monta alla testa,
la teglia cade,
ma la tua voglia resta.
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9. |
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Ogni volta che passa,
di un’altalena il mondo si abbassa,
ogni stella che incanta,
nella coscienza torna a brillare,
e se mai il cuore si incrosta,
come a una teglia, al fondo si attacca.
un tamburo che suona,
è un desiderio che ti abbandona.
Ogni luna che infiamma,
di sentimento il fuoco si attizza,
nella dolce pretesa
che la speranza torni a remare.
è il volo di una colomba,
ma non ha pace con cui spartire,
anzi, serra la bocca,
socchiude gli occhi e imbraccia il fucile,
e il mare urla felice,
ed ogni nave sprizza vapore,
brucia dalla radice
ogni sua rosa rossa d’amore.
E va, e va,
controvento va,
al soldo di una bandiera,
ma a quale prezzo, poi non si sa.
E va, e va,
corriera di libertà,
ma dove quel ramoscello
dovrà portare, neanche lo sa.
Quando gira la giostra,
una cometa in cielo si scontra,
un guerriero di sabbia
col suo secchiello torna a giocare,
è il rombo di una conchiglia
di chi non vuol più starla a sentire,
voce di una cortiglia
che tutto tace e vuole sapere,
ma quando taca la banda,
quel desiderio torna a volare,
ma di fare la ronda di un girotondo,
neanche a parlare.
E va, e va,
nel buio del mondo va,
la luce di una frontiera
che solo il vento raggiungerà.
E va, e va,
laddove Dio non lo sa,
ma stringe quella preghiera
che più una croce e corpo non ha.
E va, e va,
chimera di vanità,
ma ovunque e prima che impazza,
più che una lotta, è una lotteria.
E va, e va,
foriera di… non si sa,
ma intanto dalla fioriera
stacca quel ramo
e poi si vedrà.
E va, e va,
controtempo va…
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10. |
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A te, che in piena notte,
torni a casa con le ossa rotte,
ma tu sai che con il tempo,
tutto passerà.
A te che sei distante,
non per questo
sei meno importante,
ma tu sai che un giorno,
anche il tuo sole sorgerà.
Che importa s’è straniera,
un varco alla frontiera,
con gli occhi tuoi,
oltre i confini andrai.
A te che gridi forte,
perché mai nessuno ti risponde,
ma tu sai che la tua voce
il muro sfonderà.
A te che mischi carte,
contro neri auspici e malasorte,
ma tu sai che un giorno,
il tuo destino cambierà.
E se hai l’amaro in bocca,
una risata sciocca può,
come un torrente sai,
sciacquare i dubbi tuoi.
A te che chiudi porte,
spegni tutto
e te ne stai in disparte,
ma tu sai che presto
il tuo tormento svanirà.
A te che sudi sale
ed in testa hai un coro di cicale,
ma tu sai che prima o poi,
un bel vento soffierà.
Che importa mezza o intera,
a tratti, fredda, austera?
coi sogni tuoi, i tetti bucherai,
ed il ghiaccio nel tuo petto scioglierà.
Che importa s’è riflessa,
lunatica, complessa,
dentro te sai,
se una risposta vuoi,
quella risposta avrai.
A te che sputi sangue,
scavi e non ti senti più le gambe,
ma tu sai che in fondo,
un po’ di luna ci sarà.
A te che sei infelice,
che t’importa se la gente dice…
tanto sai che verrà il giorno,
quando, si vedrà.
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11. |
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Guarda un airone
e continua a sognare,
cattura il vento
che sfida le onde,
e va, e va,
e non si perde mai.
Accende fuochi,
ma non ha mai luce,
grida il suo nome,
ma senza una voce,
parla col cuore,
e nel cuore l’ascolterai,
la verità dentro noi,
la verità dentro noi.
E se la pioggia
copre le sue scie,
non smetterà
la sua danza nel vuoto
su un filo sottile,
zuppa d’amore,
intrisa di sale,
cade sul fondo,
ma in fondo
non muore mai,
la verità dentro noi,
la verità che non sai,
la verità che non vuoi,
non sa mentire mai,
la verità è dentro noi,
la verità che vorrai,
la verità, e volerai.
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12. |
Mari delusi (Maxmex)
03:03
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Sono i miei mari delusi,
so chi mi guarda,
io so chi mi parla,
lo so,
sono mari deserti,
sabbia alla bocca,
ma un fiore mi tocca,
lo so,
e l’onda m’inganna,
per tenermi a galla,
so tutto,
dei miei occhi socchiusi,
dei miei sogni perduti,
e che dai neri abissi
fuggirò,
so anche tutto dei cieli,
dei miei soli caduti,
ma non mi basta.
Sono i miei mari sinceri,
sotto a chi tocca,
ma uno alla volta però,
sono mari silenti,
volta la faccia nel buio
e di abbracci e saluti,
io resto a digiuno,
e la voce rimane tra i denti,
nei miei muri convessi,
nei miei muti riflessi,
per quanti
frutti amari gusterò,
nei miei tormenti asciutti,
nei torrenti sconfitti,
ma non importa,
perché chi ama e affonda,
nel cuore ha una sponda,
e io guarirò.
Sono i miei mari più illusi,
con la speranza
che arretra e che avanza,
lo so,
e tra mari e universi,
nella distanza
che serra e spalanca
le fauci,
c’è una certezza
che muove
e accarezza i confini.
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13. |
Giorno perfetto (Maxmex)
04:17
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Già,
oggi cado dal cielo,
già,
oggi cado sicuro,
già
del mio volo sincero,
lascio l’ombra sul muro,
già,
oggi cambio destino,
già,
certo, non ci contavo,
già,
anche se lo sentivo,
un po’, me lo aspettavo,
già,
oggi parto sul serio,
abbandono il veliero,
e ci annego davvero
in un mare salato,
oggi cambio il futuro,
con un colpo di mano,
basta un vento leggero
per andare lontano.
Già,
oggi spengo il mio faro,
già,
lascio il porto sicuro,
già,
e mi scaglio deciso,
dritto, come un siluro,
già,
oggi, scelgo lo scoglio,
già,
per tornare gabbiano,
già
traccerò il mio riflesso,
mentre scivolo piano,
già,
mi disciolgo in pensiero,
passerò dall’imbuto,
donerò all’universo
il mio eterno saluto,
già,
lento, giù dall’abisso
in un gorgo profondo,
ogni patto è rescisso,
mi ci vuole un secondo,
già,
però non devo smettere,
io non posso,
devo continuare a correre,
a lottare,
a drenare questa vita viscosa
che mi sfugge di mano.
Già,
oggi strappo il mio volto,
già,
questa cera sul viso,
già,
pagherò tutto il conto,
senza darne preavviso,
già,
oggi smetto il vestito,
già,
e distendo il mio corpo
già,
io e il mio grande appetito
di silenzio dannato.
Oggi sello il cavallo,
fuggirò dallo stallo,
di nascosto al soppiatto
e al suo fiato sul collo.
già,
oggi poso il mio sguardo,
lascio gli occhi sul tetto,
già,
per tagliare il traguardo,
oggi è il giorno perfetto,
già,
e non m’importa niente,
di tutto il mondo
e che dirà la gente,
non m’importa affatto,
non mi voglio piegare,
sottostare al ricatto
di evitare l’impatto,
già…
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14. |
Lascia correre (Maxmex)
02:41
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|||
Lascia perdere,
s’è così,
tu lascia correre,
e non discutere,
ti puoi convincere,
ma non cedere,
non desistere.
Lascia intendere
che lo sai,
tu lascia scorrere,
e si può fingere,
anche fregarsene,
ma non smettere
di combattere.
È la tua strada,
questo lo sai,
per tutti sogni
che non hai perduto mai,
c’è una risposta
se sei disposto a perdere,
ma non ti abbattere,
non ti deprimere.
E sembra inutile
persino vivere,
ma se vuoi spingere,
non demordere,
non rimpiangere,
e lascia sbattere
quei bei discorsi,
è tutta gente
che non ha vissuto mai,
quello che conta,
è continuare a credere,
e forse a illudere,
ma non smettere di sospirare mai,
ma tu non smettere di sospirare mai,
tu non smettere di sospirare mai.
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15. |
Non basterà (Maxmex)
05:01
|
|||
Sai,
per noi non basterà
il vento delle vie
che il buio soffia già
su tremule bugie,
la cera colerà,
ma il sentimento in noi
non si discioglierà.
Sai,
per noi non basterà
la pioggia delle spiagge,
che il tempo poggerà
su queste nostre sabbie,
le mani mie alle tue
più forte stringerà,
ma non ci schiaccerà.
Vola gabbiano sulle onde,
che l’eco già risponde,
ciascuno faccia la sua parte,
che il cielo è grande,
e se mai il nostro volo non basta,
andremo ancor più veloce.
Corri cammello sulle spine,
che siamo già alla fine,
salta sul vetro e sulle dune,
varca il confine,
e se mai nella cruna si abbassa,
vedrai, riusciremo a passare.
Sai, per noi
non basterà quel moto di maree
che via ci porterà,
ma delle nostre idee,
la schiuma resterà,
a conservare in noi,
intatte le sue scie,
per sempre in poi…
Vola vascello sulle onde,
che brucia l’orizzonte,
come un ruscello tra le sponde,
solca il silenzio,
e se mai una vita non basta,
versiamo doppio bicchiere.
Batte il tamburo sulle porte,
come un ossesso sbatte,
ciascuno in cuore suo combatte
su questo mare che non basta mai
e se ne avanza,
c’èun secchio in più da riempire.
Ciascuno afferri la sua croce,
cominci a camminare
sentieri impervi di salite
pestate a sangue,
e se occorre, andremo di corsa,
che il tempo ci vuol braccare,
a trascinare le catene
di questo amore,
che non basta al tempo,
ma basta
il tempo a noi per fuggire.
|
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16. |
Brocche di luce (Maxmex)
03:11
|
|||
Quando lotterai,
giura che lo vuoi,
stringi la fiducia in te,
più stringi
e più ci crederai.
Quando lotterai,
pensa a chi tu sei,
non dimenticare mai
da dove vieni,
ovunque andrai.
È una dura rincorsa,
ma che un giorno ripagherà
forze ed umiltà
dei sacrifici che farai.
È una mite riscossa,
e se nel mondo ti perderai,
chiudi gli occhi tuoi
ed il tuo posto troverai.
Quanto l’otterrai,
forse proverai gioia
e un po’ di vuoto in te,
nel mare che non basta mai.
È una muta risacca,
ma i tuoi dubbi ritroverai
dentro i cieli tuoi,
tra le tue stelle tremerai.
È una vacua tristezza,
ma quel buio lo riempirai,
quando verserai
brocche di luce ai sogni tuoi,
e il vento tuo
sospirerai.
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||||
17. |
Senza me (Maxmex)
04:10
|
|||
SENZA ME
(Massimo Messina)
Forse dovremmo andare,
e tu dovrai partire senza me,
odio dover restare,
me ne farò ragione,
se non c’è altro da fare,
ma sento già
che i cieli si abbassano,
gira la testa,
ed in più, ho mal di mare,
eppure l’onda dentro, sai,
si dovrà fermare, prima o poi.
Forse dovremmo bere,
scusa, ma ho tanta sete,
in bocca, che strano sapore…
brucia, ma sa di fiele,
crocca di sabbia e sale,
scioglierà, deve passare.
Cori e campane meste risuonano
nella mia mente, come un’ossessione,
un ritornello sciocco, ormai:
“morirò d’amore, senza te”.
Basta uno sbuffo ed ho l’acqua nel cuore,
appena un soffio e si spegne il motore,
un’altra goccia e rischio di affogare,
ma tu devi andare, senza me.
Ancora un pizzico di malincuore,
un solo pugno e il tormento mi uccide,
se mi dà un calcio, mi buca un polmone,
stento a respirare, senza te,
senza te…
Forse dovremmo uscire,
ci sono tante porte,
ed io non so quale più aprire.
Forse è la suggestione,
ma grondo di sudore
e dentro me, cade la neve,
Ad una ad una, stelle si scollano
e anche la luna continua a sbiadire,
ma in quello sfondo nero, sai,
ci dovrai svanire sola ormai.
Ogni tuo gesto, mi blocca le mani,
ogni tuo passo, mi fugge il domani,
urla ora il vento ed in coro i gabbiani
gridano: “rimani qui con me”.
Basta un abbaglio e non vedo i sentieri,
basta un riflesso e mi sembra già ieri,
ogni barlume confonde i pensieri,
ma tu andare devi, senza me.
Via, senza me,
che non devo cedere,
io che al presagio e al destino,
non ho creduto mai,
non mi chiedo sai,
se mai tornerai.
Basta uno sbuffo ed ho l’acqua nel cuore,
appena un soffio e si spegne il motore…
Muovo le gambe e non so dove andare,
agito i piedi, non so camminare,
ogni secondo che pulsa, è un dolore,
va via per favore, senza me,
via, senza di me.
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||||
18. |
Non posso (Maxmex)
04:12
|
|||
NON POSSO (Massimo Messina)
Io non posso correre,
senza una canzone in testa,
e non posso stringere
solo una moneta in tasca,
cerco una stagione fresca,
una via fuggiasca,
una che si imbosca.
Io non posso fingere
che il mattino ha l’oro in bocca,
e non posso cedere
a una liturgia vigliacca,
cerco una ragione sciocca,
una luce fosca,
dentro la mia giacca.
Io non posso spegnere,
in un colpo solo
tutti i miei patemi,
e non posso stendere
con un pugno secco
al suolo, i miei problemi,
non posso.
Io non posso smettere
di sentirmi spesso in colpa,
per la mia abitudine
di vegliare fino all’alba,
cerco l’occasione giusta,
vago nella nebbia
scavo nella sabbia.
Io non posso sciogliere
in un paradiso infermo
le mie ali,
e non posso stingere
tutto il buio a neri abissi
sempre uguali.
Io non posso ammettere
che un sol morso
stacchi il gambo ai miei sorrisi,
e non posso spendere
i miei malincuore, così,
ad occhi chiusi, non posso.
Io non posso attendere
che un buon vento
mi riporti in mari calmi,
né posso respingere
con un solo calcio,
indietro i miei fantasmi.
Io non posso spremere
da un tubetto il succo
dei miei giorni belli,
né posso pretendere
che la pioggia cada solo
sui miei ombrelli, non posso.
Non posso resistere
più di un’ora sola
accanto ai miei disagi,
con la solitudine
che mi guarda e mi fa cenno
che è già tardi,
non posso…
non posso…
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19. |
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IL MONDO CHE DIFENDERAI
(Massimo Messina)
Meriti più di una risposta,
non ne puoi più questa sosta,
ma la fortuna tu troverai
nella rincorsa che prenderai.
Non credi più nella giustizia,
non cerchi più vera amicizia,
ma è la fiducia che più non hai
quella distanza che colmerai.
Anche il buio splende
e se la mano tua distendi,
ci brillerai,
e quel che fuggirà nel vento
è il futuro che inseguirai,
e se stringerai,
mai e per nulla al mondo
lo rinnegherai.
Meriti più da questa vita,
di braccia in giù, strade in salita,
ma la fatica che asciugherai
è quel sentiero che sceglierai.
Meriti più da questa pioggia
che scende giù goccia su goccia,
ma l’amarezza che proverai
sarà la vela che scioglierai.
Anche un fiume scorre
in un vulcano,
nel silenzio lo sentirai,
e quel che oggi è un fuoco spento
di passione tu accenderai,
e se brucerai,
sarà quello il mondo che difenderai.
Spesso la vittoria ha un gusto amaro,
per chi i frutti raccoglierà dai rami, solo per sé stesso,
ma se il succo dividerai,
pure s’è corteccia, te la gusterai.
Meriti più di una riscossa,
meriti più giri di giostra,
ma il giusto peso che tu varrai
è la bisaccia che porterai,
laddove torni,
dovunque andrai,
chiudi i tuoi occhi
e ci volerai.
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20. |
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NON DEVI PIÙ [dove i desideri tacciono]
(Massimo Messina)
Brucia da morire,
ma non fa più male
dove le tue mani poggiano.
Fuma in lente spire,
sbriciola le ore,
dove tue vele abbassano.
E gocce di silenzi si affrettano
a colmare giorni muti,
file di tormenti si abbattono
sopra tronchi già caduti.
Squarci a mezzelune
varcano il confine,
dove gli occhi tuoi rimbalzano,
e gambe sugli attenti si flettono,
come danze di serpenti,
smanie e sfinimenti si strusciano
sui tuoi sguardi ancora assenti.
Dove i desideri tacciono,
leste le passioni scappano,
non devi più sconfiggere
nessun drago nei castelli,
non devi più raccogliere
mareggiate coi secchielli.
Dove i desideri salpano,
non devi più nascondere
nude facce ai mille volti.
Dove i desideri affondano,
non devi più discutere
di problemi mai risolti,
non devi più riflettere,
stare zitto quando ascolti.
Non devi più difenderti
da veleni e ferri corti,
non devi più attendere,
steso su binari morti.
Stride da impazzire,
ma non fa rumore
dove le tue vene gonfiano.
Sanguina sottile,
ma il dolore è lieve
dove i fiori tuoi appassiscono.
E rughe sulla fronte
si inarcano,
a mirare lidi calmi,
gomiti bollenti
si incagliano
come remi sugli scalmi.
Dove i desideri migrano,
non devi più confondere
neri abissi a cieli aperti.
Dove i desideri marciano,
non devi più rincorrere
freddi fiumi tra i deserti.
Dove i desideri saltano,
non devi più trafiggerti
rovi e spine sotto i piedi.
Dove i desideri muoiono,
non devi più prefiggerti
un futuro, se ci credi,
non devi più sorridere,
con il sale nei tuoi denti,
non devi più decidere
se inseguire
questi tempi che cambiano.
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21. |
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IL FINALE GIUSTO
(Massimo Messina)
Cos’è
questa voce nella testa?
perché non mi lascia in pace
e non ricorda,
svuota la mente e mi si attacca,
come una colla?
Cos’è
quel pensiero che mi assilla?
perché questa camomilla
non mi scalda,
e intorno il buio ora si sfalda,
come granella di una torta?
Cos’è
questo grido nella gola?
perché non si mette in moto
o non si arresta?
che in cuore infuria la tempesta.
Perché
quella luce mi tormenta?
c’è un flash, un’intermittenza,
che rimbalza,
buca le tende e la coscienza,
e di seguirla ne ho abbastanza.
Perché urla?
non mi va di uscire,
per me, anche un’ora
è fretta da gestire,
se sono un vile
non m’importa,
tanto,
non so neanche più
come procedere,
se sentirmi in colpa,
con il sale in bocca,
o stare al gioco,
pagare e sorridere,
che la vita è corta,
ma se fai girare la sua corda,
la mente salta e non ricorda…
Cos’è quel silenzio a bassa quota
che è in me,
quel respiro acre di risacca?
ma forse è il tempo che accartoccia
su questa sabbia.
Cos’è che sussurra ora a fatica?
Perché non mi toglie il fiato o mi rinfranca?
che intanto stringe la sua morsa
sulla mia gamba e non mi molla.
Cos’è quella voce che ritorna?
perché un passato oscuro mi ricatta,
se già ho un futuro che mi aspetta
con una spranga?
Resto qui in carrozza
a pensare,
tanto non ho treni,
né scale da prendere,
fermo la mia giostra,
chiedo il conto,
tanto non so più
quando e cosa decidere,
se andar via di corsa,
ringraziare,
ma non so chiosare
e nemmeno concludere,
cerco una risposta,
il finale giusto che ci manca,
un pianto o una risata sciocca,
un coro muto o con la banda,
se scena nuda o fuori onda,
con sguardo fiero o con la benda.
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22. |
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CRISTALLI SPENTI
(Massimo Messina)
Verso cera negli occhi,
lecco il sale tra i denti,
ma non basta mai,
non mi basta.
Tolgo luci ai riflessi,
smorzo l’eco ai ricordi,
ma non passa mai,
non mi passa.
Levo i fiumi dai greti,
serro la mia bocca,
nulla mi trasporta
come la mia rabbia.
Io lo so che è normale,
in me, niente è speciale
e ammesso che piaccia,
è di un’altra faccia.
Rubo il fuoco ai tramonti,
fumo e fiamme agli inferni,
e se brucio sai,
non m’importa.
Se distendo le mani,
il tormento cola,
lento, goccia a goccia,
a bucar la sabbia.
Riempirò tutto un mare
di silenzi e lampare,
scalfirò la roccia,
straccerò la nebbia,
e lo so che è banale,
ma anche il buio scompare,
restano i vissuti
di cristalli spenti, caduti.
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maxmex Palermo, Italy
Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.
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