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Parte di me (Maxmex)

by maxmex

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1.
Io non ho terrore di invecchiare e di cambiare faccia, quanto di bruciare poco a poco, come carta straccia, di dover morire, ciò che conta, è riposar la testa, e non mi dispiace non poter venire alla mia festa. Io non ho timore di tirar di fretta i remi in barca, ma dello stridore di una barra dritta che si inarca. Sì, vorrei fuggire col malloppo e risalire in groppa, ritornare indietro per sbagliare e metterci una toppa. Steppe e praterie, di un fiato le cavalcherai. Giuro, non m’importa di donare vento alla radura, di sfiorare il mare col silenzio di una notte scura. Se non c’è pittore, né un paesaggio, meglio, addirittura, di un presagio incerto, credi, molto peggio è la paura. Stelle e fantasie, ad una ad una accenderai. Cieli e bramosie, di lune rosse affollerai. Quello che fai, quello che dici, quello che insegui e tu non vuoi, quando ti svegli e non ti addormenti, quando la luce buca i tuoi occhi, anche quel sale nei tuoi respiri, sarà pioggia, prima o poi. E non c’è ragione di schiacciare il cuore in una giacca, tanto più è il sudore di una vita fredda che si attacca. Io non ho intenzione di restare chiuso qui in carrozza, fermo alla stazione ad ingozzare il tempo che mi strozza. Ponti e gallerie, un salto e li sorvolerai. Muri e ipocrisie, d’un soffio, piegherai. Quello che dai, quello che prendi, quello che cerchi e più non sai, quando lo afferri e non ti accontenti, nei tuoi recinti ed oltre i confini tuoi, sopra i deserti e nei tuoi giardini, sarà pioggia, prima o poi. quello che getti e poi non raccogli, come un cristallo, dentro lo porterai, nei tuoi rimpianti e nei tuoi sorrisi, finché pioggia non sarai.
2.
Dove la fortuna inciampa e cade dalla luna, le tue stelle piangono, dove la battaglia si fa dura, tra le fiamme, le tue stelle insorgono, dove l’ombra assedia le tue mura, stelle mercenarie in te combattono, dove anche la sera si fa cera, dalle punte, lente in gocce colano, e se cadono, altre spuntano. Dove il desiderio fa paura, le tue stelle di tremare fingono, dove il sentimento avanza a passo di pantera, di passione tramano, e se vanno via, è per la premura, ma non puoi certo mandarle al diavolo, Stelle sopra i muri, come verdi cocci oscuri, nei tuoi occhi guardano, non rispondono, ma ti ascoltano, quando brillano. Nessun vento ti può fermare, nessun tempo ti può cambiare, nessun vuoto ti può inghiottire mai, non voltarti mai. In questa abbazia senza preghiera, le tue stelle sono già un miracolo. Gira mezzo mondo quella luce di un secondo, ed è passato un secolo. Cambi direzione, affretti il passo, sembra quasi che il cielo distenda il suo guanto. tante fitte stelle ferme al palo, ma le tue, con te, di già camminano, anzi corrono, non si stancano, non ti mollano. Nessun graffio ti può far male, nessun filo si può spezzare, nessun sogno potrà guarire mai, dentro te, lo sai. Nessun mago e nemmeno un sole, cieco torto, bieca ragione, le tue stelle farà sparire mai, non fermarti mai, non fermarti mai, non fermarti mai.
3.
Gli altri dormono, non si accorgono, ma i pensieri nella notte corrono, alti volano, bianchi fumano, vanno avanti e indietro. Intanto, io aspetto l’aurora, guardo il cielo e mi consola, da mezz’ora sono in piedi, mi dispiace, se apri gli occhi e non mi vedi. Gatti passano, fari abbagliano, saltimbanchi dove i muri si alzano. Ombre stingono, ore accorciano, poche gocce sulla giacca, e già è più di mezz’ora che non dico una parola, mi dispiace se non senti questo vento che mi sussurra lì, tra i rami spenti, da mezz’ora, col mio freddo fiato in gola, mi dispiace che non vedi questa pioggia, come un cristallo che mi graffia i sensi e mi rincuora. E tu lì, tra le lenzuola, che non sai mai cosa ti perdi, che di cera il tempo cola, ma la vita brucia ancora. Gli altri vivono d’altro, ed io vivo da mezz’ora. Mi dispiace se non credi al mio mondo, ma stringo i denti, mi alzo e vado avanti, in quell’aurora, con lo sguardo alla ringhiera, appoggiato ai miei silenzi, non m’importa d’esser felice, per pochi istanti o per mezz’ora.
4.
Giorni illusi e lacrime, un deserto intorno a me, ho perduto tutto, tranne te. Tu che non mi incontri mai, che mi segui e non lo sai, che in silenzio arrivi e te ne vai. È un dolore che non passa mai, un calore che non scalda mai, un vento tra le serrande, onda che non frange, ma che sento far parte di me. Tu che i miei sospiri puoi, tra la gente che non vuoi, alzi un muro e pensi ai fatti tuoi. Tu che mi sorvolerai, i pensieri avvolgerai ed il mondo resta fuori, come un vaso senza fiori. È un languore che non sazia mai, un amore che non strazia mai, è luce che si diffonde senza un orizzonte, ma che sento far parte di me. È un volto nella cornice che quando al chiodo si appende, sorride, se non sono felice, un cane che mi rincorre come un nemico alle porte, mi morde, quando sono alle corde. È una croce che non brucia mai, un inferno che non spegne mai, annulla stelle e distanze, svuota le mie stanze, ma che sento far parte di me. Tu che non affondi mai, dalla mente salterai, nel mio cuore, un tuffo e sparirai.
5.
Non credo più, ma solo per metà, non credo più ai miei occhi socchiusi e sinceri, ma bisogna andare avanti, già, con fiducia e libertà, da che cosa non si sa, e semmai è un fiore, nascerà. Non credo più, ma per metà è bugia, e resto qui, coi pugni distesi, a dirmi: “forza dai, stringiamo i denti”, già, ma in dispregio alla follia, falsi cuori e ipocrisia, con la tua mano nella mia. Io non credo più alla mia età, né al futuro che verrà, già, ma anche fosse la metà, quella mezza verità chissà se mai mi basterà. Non credo più, e forse è vanità se prediligo i mari delusi, ma aperti, come sono questi giorni, già, con prudenza e fiato in gola, specie quando il vento va o alla deriva porterà. Io non credo più alla bontà, né che un dio ci salverà, già, che se poi finisse in gloria, mezzo inferno e mezza gioia, mi chiedo a cosa importerà. Io non credo più ai prodigi e alla magia, al silenzio e alla poesia, dovunque lascerà una scia, e non credo più, all’amore e all’incoscienza, al presagio e all’apparenza, in questo viaggio e alla metà della mia esistenza. Non credo più, ma è vero per metà, non credo più ai miei sogni.
6.
Soffia su me, finché la pioggia cade, soffia su me, sulle vie, deserti e praterie, irrorami di te, che mi hai insegnato a leggere nel silenzio, le poesie che non hai scritto mai, e puoi non credere, combattere, insistere, rimpiangere, ma non smettere di sospirare mai, soffia ancora su me.
7.
Al contrario di tutti, non mi vanto di guardare avanti, a dispetto degli altri, non m’importa di inseguire i soldi, di essere felice, di correre veloce. Al contrario dei tanti, io non bacio mani e piedi ai santi, non ho fumo negli occhi, né ricurvi artigli sugli specchi, e all’essere rapace oppongo il carapace, per tutti, dai più uguali ai miei diversi. Al contrario di tutti, non sopporto sfregi ed angherie, sì, ho tanti difetti, ma io almeno, non mi sforzo di piacere a tutti, non mi svendo, io non scendo a patti, e porto la mia croce, e il vento mi dà pace. Io, al contrario dei giusti, non dispenso critiche e consigli, e non svelo i miei cieli, tengo sempre a mente i miei orizzonti, mi lecco le ferite e affliggermi mi piace, ma non tutti siamo squarci di universi. In rispetto dei sogni, io non seguo false mode e scie, e vele e passioni sono solo mie. Al di là dei conversi, dei distinguo similari ai miei, non tutti i diversi siamo uguali, dunque a scanso di riflessi e abbagli, non mischiate cuori vuoti e falsi con me. Io non mi atteggio, pose o piedistalli sono mondi illusi assai distanti da me.
8.
Meglio sparire, darsi alla fuga, meglio chi arriva e in dirittura, scatta. Non avere la fortuna di chi ha il sole in faccia, non avere la certezza di chi indugia mai, non avere la vittoria in tasca o l’arma giusta, e ti salverai. Non avere mai la fretta di un bel vento in poppa, non avere l’insolenza che tu incrocerai, di chi scambia il tuo percorso per la sua distanza che saluterai. Meglio così, meglio per noi, cuore e ragione, sai, non pagano mai, forse è meglio così, l’universo è tra noi, solo per noi, perciò dalla finzione, scappa. Non avere più una voce nella tua coscienza, non avere mai ragione, e ti ringrazierai, se il silenzio ti tortura, ma alle volte, parla, e non mente mai. Non avere quel sapore dolceamaro in bocca, e se il vuoto fa paura, ti consolerai, sorseggiando il malincuore da una fredda scorza, ti disseterai. Meglio così, ama chi vuoi, fuoco e passione non si sprecano mai, forse è meglio così, l’universo tra noi brucia oramai, perciò salta dalla carrozza. Meglio così, dovunque andrai, tra eroi e conigli ti confonderai, tra dilemmi e consigli, scegli il verso e lo avrai l’universo che vuoi, però da quell’inferno stacca. Meglio chi è pazzo e grida alla luna, meglio per terra, e addirittura, piatta. Meglio chi sbaglia poco alla volta, chi ha la pazienza come una sfoglia, che quando il sangue monta alla testa, la teglia cade, ma la tua voglia resta.
9.
Ogni volta che passa, di un’altalena il mondo si abbassa, ogni stella che incanta, nella coscienza torna a brillare, e se mai il cuore si incrosta, come a una teglia, al fondo si attacca. un tamburo che suona, è un desiderio che ti abbandona. Ogni luna che infiamma, di sentimento il fuoco si attizza, nella dolce pretesa che la speranza torni a remare. è il volo di una colomba, ma non ha pace con cui spartire, anzi, serra la bocca, socchiude gli occhi e imbraccia il fucile, e il mare urla felice, ed ogni nave sprizza vapore, brucia dalla radice ogni sua rosa rossa d’amore. E va, e va, controvento va, al soldo di una bandiera, ma a quale prezzo, poi non si sa. E va, e va, corriera di libertà, ma dove quel ramoscello dovrà portare, neanche lo sa. Quando gira la giostra, una cometa in cielo si scontra, un guerriero di sabbia col suo secchiello torna a giocare, è il rombo di una conchiglia di chi non vuol più starla a sentire, voce di una cortiglia che tutto tace e vuole sapere, ma quando taca la banda, quel desiderio torna a volare, ma di fare la ronda di un girotondo, neanche a parlare. E va, e va, nel buio del mondo va, la luce di una frontiera che solo il vento raggiungerà. E va, e va, laddove Dio non lo sa, ma stringe quella preghiera che più una croce e corpo non ha. E va, e va, chimera di vanità, ma ovunque e prima che impazza, più che una lotta, è una lotteria. E va, e va, foriera di… non si sa, ma intanto dalla fioriera stacca quel ramo e poi si vedrà. E va, e va, controtempo va…
10.
A te, che in piena notte, torni a casa con le ossa rotte, ma tu sai che con il tempo, tutto passerà. A te che sei distante, non per questo sei meno importante, ma tu sai che un giorno, anche il tuo sole sorgerà. Che importa s’è straniera, un varco alla frontiera, con gli occhi tuoi, oltre i confini andrai. A te che gridi forte, perché mai nessuno ti risponde, ma tu sai che la tua voce il muro sfonderà. A te che mischi carte, contro neri auspici e malasorte, ma tu sai che un giorno, il tuo destino cambierà. E se hai l’amaro in bocca, una risata sciocca può, come un torrente sai, sciacquare i dubbi tuoi. A te che chiudi porte, spegni tutto e te ne stai in disparte, ma tu sai che presto il tuo tormento svanirà. A te che sudi sale ed in testa hai un coro di cicale, ma tu sai che prima o poi, un bel vento soffierà. Che importa mezza o intera, a tratti, fredda, austera? coi sogni tuoi, i tetti bucherai, ed il ghiaccio nel tuo petto scioglierà. Che importa s’è riflessa, lunatica, complessa, dentro te sai, se una risposta vuoi, quella risposta avrai. A te che sputi sangue, scavi e non ti senti più le gambe, ma tu sai che in fondo, un po’ di luna ci sarà. A te che sei infelice, che t’importa se la gente dice… tanto sai che verrà il giorno, quando, si vedrà.
11.
Guarda un airone e continua a sognare, cattura il vento che sfida le onde, e va, e va, e non si perde mai. Accende fuochi, ma non ha mai luce, grida il suo nome, ma senza una voce, parla col cuore, e nel cuore l’ascolterai, la verità dentro noi, la verità dentro noi. E se la pioggia copre le sue scie, non smetterà la sua danza nel vuoto su un filo sottile, zuppa d’amore, intrisa di sale, cade sul fondo, ma in fondo non muore mai, la verità dentro noi, la verità che non sai, la verità che non vuoi, non sa mentire mai, la verità è dentro noi, la verità che vorrai, la verità, e volerai.
12.
Sono i miei mari delusi, so chi mi guarda, io so chi mi parla, lo so, sono mari deserti, sabbia alla bocca, ma un fiore mi tocca, lo so, e l’onda m’inganna, per tenermi a galla, so tutto, dei miei occhi socchiusi, dei miei sogni perduti, e che dai neri abissi fuggirò, so anche tutto dei cieli, dei miei soli caduti, ma non mi basta. Sono i miei mari sinceri, sotto a chi tocca, ma uno alla volta però, sono mari silenti, volta la faccia nel buio e di abbracci e saluti, io resto a digiuno, e la voce rimane tra i denti, nei miei muri convessi, nei miei muti riflessi, per quanti frutti amari gusterò, nei miei tormenti asciutti, nei torrenti sconfitti, ma non importa, perché chi ama e affonda, nel cuore ha una sponda, e io guarirò. Sono i miei mari più illusi, con la speranza che arretra e che avanza, lo so, e tra mari e universi, nella distanza che serra e spalanca le fauci, c’è una certezza che muove e accarezza i confini.
13.
Già, oggi cado dal cielo, già, oggi cado sicuro, già del mio volo sincero, lascio l’ombra sul muro, già, oggi cambio destino, già, certo, non ci contavo, già, anche se lo sentivo, un po’, me lo aspettavo, già, oggi parto sul serio, abbandono il veliero, e ci annego davvero in un mare salato, oggi cambio il futuro, con un colpo di mano, basta un vento leggero per andare lontano. Già, oggi spengo il mio faro, già, lascio il porto sicuro, già, e mi scaglio deciso, dritto, come un siluro, già, oggi, scelgo lo scoglio, già, per tornare gabbiano, già traccerò il mio riflesso, mentre scivolo piano, già, mi disciolgo in pensiero, passerò dall’imbuto, donerò all’universo il mio eterno saluto, già, lento, giù dall’abisso in un gorgo profondo, ogni patto è rescisso, mi ci vuole un secondo, già, però non devo smettere, io non posso, devo continuare a correre, a lottare, a drenare questa vita viscosa che mi sfugge di mano. Già, oggi strappo il mio volto, già, questa cera sul viso, già, pagherò tutto il conto, senza darne preavviso, già, oggi smetto il vestito, già, e distendo il mio corpo già, io e il mio grande appetito di silenzio dannato. Oggi sello il cavallo, fuggirò dallo stallo, di nascosto al soppiatto e al suo fiato sul collo. già, oggi poso il mio sguardo, lascio gli occhi sul tetto, già, per tagliare il traguardo, oggi è il giorno perfetto, già, e non m’importa niente, di tutto il mondo e che dirà la gente, non m’importa affatto, non mi voglio piegare, sottostare al ricatto di evitare l’impatto, già…
14.
Lascia perdere, s’è così, tu lascia correre, e non discutere, ti puoi convincere, ma non cedere, non desistere. Lascia intendere che lo sai, tu lascia scorrere, e si può fingere, anche fregarsene, ma non smettere di combattere. È la tua strada, questo lo sai, per tutti sogni che non hai perduto mai, c’è una risposta se sei disposto a perdere, ma non ti abbattere, non ti deprimere. E sembra inutile persino vivere, ma se vuoi spingere, non demordere, non rimpiangere, e lascia sbattere quei bei discorsi, è tutta gente che non ha vissuto mai, quello che conta, è continuare a credere, e forse a illudere, ma non smettere di sospirare mai, ma tu non smettere di sospirare mai, tu non smettere di sospirare mai.
15.
Sai, per noi non basterà il vento delle vie che il buio soffia già su tremule bugie, la cera colerà, ma il sentimento in noi non si discioglierà. Sai, per noi non basterà la pioggia delle spiagge, che il tempo poggerà su queste nostre sabbie, le mani mie alle tue più forte stringerà, ma non ci schiaccerà. Vola gabbiano sulle onde, che l’eco già risponde, ciascuno faccia la sua parte, che il cielo è grande, e se mai il nostro volo non basta, andremo ancor più veloce. Corri cammello sulle spine, che siamo già alla fine, salta sul vetro e sulle dune, varca il confine, e se mai nella cruna si abbassa, vedrai, riusciremo a passare. Sai, per noi non basterà quel moto di maree che via ci porterà, ma delle nostre idee, la schiuma resterà, a conservare in noi, intatte le sue scie, per sempre in poi… Vola vascello sulle onde, che brucia l’orizzonte, come un ruscello tra le sponde, solca il silenzio, e se mai una vita non basta, versiamo doppio bicchiere. Batte il tamburo sulle porte, come un ossesso sbatte, ciascuno in cuore suo combatte su questo mare che non basta mai e se ne avanza, c’èun secchio in più da riempire. Ciascuno afferri la sua croce, cominci a camminare sentieri impervi di salite pestate a sangue, e se occorre, andremo di corsa, che il tempo ci vuol braccare, a trascinare le catene di questo amore, che non basta al tempo, ma basta il tempo a noi per fuggire.
16.
Quando lotterai, giura che lo vuoi, stringi la fiducia in te, più stringi e più ci crederai. Quando lotterai, pensa a chi tu sei, non dimenticare mai da dove vieni, ovunque andrai. È una dura rincorsa, ma che un giorno ripagherà forze ed umiltà dei sacrifici che farai. È una mite riscossa, e se nel mondo ti perderai, chiudi gli occhi tuoi ed il tuo posto troverai. Quanto l’otterrai, forse proverai gioia e un po’ di vuoto in te, nel mare che non basta mai. È una muta risacca, ma i tuoi dubbi ritroverai dentro i cieli tuoi, tra le tue stelle tremerai. È una vacua tristezza, ma quel buio lo riempirai, quando verserai brocche di luce ai sogni tuoi, e il vento tuo sospirerai.
17.
SENZA ME (Massimo Messina) Forse dovremmo andare, e tu dovrai partire senza me, odio dover restare, me ne farò ragione, se non c’è altro da fare, ma sento già che i cieli si abbassano, gira la testa, ed in più, ho mal di mare, eppure l’onda dentro, sai, si dovrà fermare, prima o poi. Forse dovremmo bere, scusa, ma ho tanta sete, in bocca, che strano sapore… brucia, ma sa di fiele, crocca di sabbia e sale, scioglierà, deve passare. Cori e campane meste risuonano nella mia mente, come un’ossessione, un ritornello sciocco, ormai: “morirò d’amore, senza te”. Basta uno sbuffo ed ho l’acqua nel cuore, appena un soffio e si spegne il motore, un’altra goccia e rischio di affogare, ma tu devi andare, senza me. Ancora un pizzico di malincuore, un solo pugno e il tormento mi uccide, se mi dà un calcio, mi buca un polmone, stento a respirare, senza te, senza te… Forse dovremmo uscire, ci sono tante porte, ed io non so quale più aprire. Forse è la suggestione, ma grondo di sudore e dentro me, cade la neve, Ad una ad una, stelle si scollano e anche la luna continua a sbiadire, ma in quello sfondo nero, sai, ci dovrai svanire sola ormai. Ogni tuo gesto, mi blocca le mani, ogni tuo passo, mi fugge il domani, urla ora il vento ed in coro i gabbiani gridano: “rimani qui con me”. Basta un abbaglio e non vedo i sentieri, basta un riflesso e mi sembra già ieri, ogni barlume confonde i pensieri, ma tu andare devi, senza me. Via, senza me, che non devo cedere, io che al presagio e al destino, non ho creduto mai, non mi chiedo sai, se mai tornerai. Basta uno sbuffo ed ho l’acqua nel cuore, appena un soffio e si spegne il motore… Muovo le gambe e non so dove andare, agito i piedi, non so camminare, ogni secondo che pulsa, è un dolore, va via per favore, senza me, via, senza di me.
18.
NON POSSO (Massimo Messina) Io non posso correre, senza una canzone in testa, e non posso stringere solo una moneta in tasca, cerco una stagione fresca, una via fuggiasca, una che si imbosca. Io non posso fingere che il mattino ha l’oro in bocca, e non posso cedere a una liturgia vigliacca, cerco una ragione sciocca, una luce fosca, dentro la mia giacca. Io non posso spegnere, in un colpo solo tutti i miei patemi, e non posso stendere con un pugno secco al suolo, i miei problemi, non posso. Io non posso smettere di sentirmi spesso in colpa, per la mia abitudine di vegliare fino all’alba, cerco l’occasione giusta, vago nella nebbia scavo nella sabbia. Io non posso sciogliere in un paradiso infermo le mie ali, e non posso stingere tutto il buio a neri abissi sempre uguali. Io non posso ammettere che un sol morso stacchi il gambo ai miei sorrisi, e non posso spendere i miei malincuore, così, ad occhi chiusi, non posso. Io non posso attendere che un buon vento mi riporti in mari calmi, né posso respingere con un solo calcio, indietro i miei fantasmi. Io non posso spremere da un tubetto il succo dei miei giorni belli, né posso pretendere che la pioggia cada solo sui miei ombrelli, non posso. Non posso resistere più di un’ora sola accanto ai miei disagi, con la solitudine che mi guarda e mi fa cenno che è già tardi, non posso… non posso…
19.
IL MONDO CHE DIFENDERAI (Massimo Messina) Meriti più di una risposta, non ne puoi più questa sosta, ma la fortuna tu troverai nella rincorsa che prenderai. Non credi più nella giustizia, non cerchi più vera amicizia, ma è la fiducia che più non hai quella distanza che colmerai. Anche il buio splende e se la mano tua distendi, ci brillerai, e quel che fuggirà nel vento è il futuro che inseguirai, e se stringerai, mai e per nulla al mondo lo rinnegherai. Meriti più da questa vita, di braccia in giù, strade in salita, ma la fatica che asciugherai è quel sentiero che sceglierai. Meriti più da questa pioggia che scende giù goccia su goccia, ma l’amarezza che proverai sarà la vela che scioglierai. Anche un fiume scorre in un vulcano, nel silenzio lo sentirai, e quel che oggi è un fuoco spento di passione tu accenderai, e se brucerai, sarà quello il mondo che difenderai. Spesso la vittoria ha un gusto amaro, per chi i frutti raccoglierà dai rami, solo per sé stesso, ma se il succo dividerai, pure s’è corteccia, te la gusterai. Meriti più di una riscossa, meriti più giri di giostra, ma il giusto peso che tu varrai è la bisaccia che porterai, laddove torni, dovunque andrai, chiudi i tuoi occhi e ci volerai.
20.
NON DEVI PIÙ [dove i desideri tacciono] (Massimo Messina) Brucia da morire, ma non fa più male dove le tue mani poggiano. Fuma in lente spire, sbriciola le ore, dove tue vele abbassano. E gocce di silenzi si affrettano a colmare giorni muti, file di tormenti si abbattono sopra tronchi già caduti. Squarci a mezzelune varcano il confine, dove gli occhi tuoi rimbalzano, e gambe sugli attenti si flettono, come danze di serpenti, smanie e sfinimenti si strusciano sui tuoi sguardi ancora assenti. Dove i desideri tacciono, leste le passioni scappano, non devi più sconfiggere nessun drago nei castelli, non devi più raccogliere mareggiate coi secchielli. Dove i desideri salpano, non devi più nascondere nude facce ai mille volti. Dove i desideri affondano, non devi più discutere di problemi mai risolti, non devi più riflettere, stare zitto quando ascolti. Non devi più difenderti da veleni e ferri corti, non devi più attendere, steso su binari morti. Stride da impazzire, ma non fa rumore dove le tue vene gonfiano. Sanguina sottile, ma il dolore è lieve dove i fiori tuoi appassiscono. E rughe sulla fronte si inarcano, a mirare lidi calmi, gomiti bollenti si incagliano come remi sugli scalmi. Dove i desideri migrano, non devi più confondere neri abissi a cieli aperti. Dove i desideri marciano, non devi più rincorrere freddi fiumi tra i deserti. Dove i desideri saltano, non devi più trafiggerti rovi e spine sotto i piedi. Dove i desideri muoiono, non devi più prefiggerti un futuro, se ci credi, non devi più sorridere, con il sale nei tuoi denti, non devi più decidere se inseguire questi tempi che cambiano.
21.
IL FINALE GIUSTO (Massimo Messina) Cos’è questa voce nella testa? perché non mi lascia in pace e non ricorda, svuota la mente e mi si attacca, come una colla? Cos’è quel pensiero che mi assilla? perché questa camomilla non mi scalda, e intorno il buio ora si sfalda, come granella di una torta? Cos’è questo grido nella gola? perché non si mette in moto o non si arresta? che in cuore infuria la tempesta. Perché quella luce mi tormenta? c’è un flash, un’intermittenza, che rimbalza, buca le tende e la coscienza, e di seguirla ne ho abbastanza. Perché urla? non mi va di uscire, per me, anche un’ora è fretta da gestire, se sono un vile non m’importa, tanto, non so neanche più come procedere, se sentirmi in colpa, con il sale in bocca, o stare al gioco, pagare e sorridere, che la vita è corta, ma se fai girare la sua corda, la mente salta e non ricorda… Cos’è quel silenzio a bassa quota che è in me, quel respiro acre di risacca? ma forse è il tempo che accartoccia su questa sabbia. Cos’è che sussurra ora a fatica? Perché non mi toglie il fiato o mi rinfranca? che intanto stringe la sua morsa sulla mia gamba e non mi molla. Cos’è quella voce che ritorna? perché un passato oscuro mi ricatta, se già ho un futuro che mi aspetta con una spranga? Resto qui in carrozza a pensare, tanto non ho treni, né scale da prendere, fermo la mia giostra, chiedo il conto, tanto non so più quando e cosa decidere, se andar via di corsa, ringraziare, ma non so chiosare e nemmeno concludere, cerco una risposta, il finale giusto che ci manca, un pianto o una risata sciocca, un coro muto o con la banda, se scena nuda o fuori onda, con sguardo fiero o con la benda.
22.
CRISTALLI SPENTI (Massimo Messina) Verso cera negli occhi, lecco il sale tra i denti, ma non basta mai, non mi basta. Tolgo luci ai riflessi, smorzo l’eco ai ricordi, ma non passa mai, non mi passa. Levo i fiumi dai greti, serro la mia bocca, nulla mi trasporta come la mia rabbia. Io lo so che è normale, in me, niente è speciale e ammesso che piaccia, è di un’altra faccia. Rubo il fuoco ai tramonti, fumo e fiamme agli inferni, e se brucio sai, non m’importa. Se distendo le mani, il tormento cola, lento, goccia a goccia, a bucar la sabbia. Riempirò tutto un mare di silenzi e lampare, scalfirò la roccia, straccerò la nebbia, e lo so che è banale, ma anche il buio scompare, restano i vissuti di cristalli spenti, caduti.

about

Canzoni scritte, suonate e cantate dal solo Massimo Messina (2021), nel proprio "Room-Studio (sett-ott.-nov. 2021).
Written and performed by only Maxmex @ 2021.
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PARTE DI ME (Maxmex):

Parte I^:
SARA' PIOGGIA
LE TUE STELLE
MEZZ'ORA
PARTE DI ME
NON CREDO PIU'
SOFFIA
AL CONTRARIO DI TUTTI
L'UNIVERSO TRA NOI
-----------------
Parte II^:
IL VOLO DI UNA COLOMBA
QUANDO SI VEDRA'
LA VERITA' DENTRO NOI
MARI DELUSI
GIORNO PERFETTO
LASCIA CORRERE
NON BASTERA'
BROCCHE DI LUCE
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Parte III^
SENZA ME
NON POSSO
IL MONDO CHE DIFENDERAI
NON DEVI PIÙ [dove i desideri tacciono]
IL FINALE GIUSTO
CRISTALLI SPENTI

credits

released October 8, 2021

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Some rights reserved. Please refer to individual track pages for license info.

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about

maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

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