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È tutta mia questa storia (Maxmex)

by maxmex

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1.
È TUTTA MIA QUESTA STORIA (Massimo Messina) Ho un conto aperto nel passato, ma il cuore mio non mette in moto. È tutta mia questa impareggiabile storia per cui ho viaggiato, è tutta mia questa incontentabile vita per cui ho vissuto. Vi lascio solo il mio cappello, lo passo a prendere tra qualche giorno e m'incammino con invulnerabile sfida nel mio passato col sacco mio pieno di molliche di pane per il mio ritorno. È tutta mia questa storia e il tempo che è passato. È tutta mia la mia vita e tu me lo hai riconfermato. È solo mia questa rabbia che prende i colori del mare, questa allegria, mia imperdonabile amica, la solitudine, inseparabile sposa. Ma sono fiero dei miei occhi che mi han guidato in questi giorni, mentre li vedo che si ridispongono in fila e mentre m'innamoro di più di te che in fondo, poi, sei la mia stessa vita, per te ho viaggiato tanto. È tutta mia questa storia e il tempo che è passato. È tutta mia la mia vita e tu me lo hai riconfermato. È solo mia questa rabbia che getta i suoi occhi nel cielo, questa allegria, mia imperdonabile amica, la solitudine, inseparabile sposa. È tutta mia la mia storia. È solo mia questa rabbia che prende i colori del mare, questa allegria, mia imperdonabile amica, la solitudine, inseparabile sposa. È tutta mia la mia storia.
2.
LEI RITORNA DOMANI (Massimo Messina) Lei è una canzone nella testa e mi ossessiona ovunque vada, è un libro chiuso, un'incertezza, di lei mi piace ogni cosa, a cominciare dai suoi stivali dai tacchi a blocchi, silenziosi e bassi. Lei ritorna domani. Lei ha un sorriso sulla faccia e lo nasconde, è molto brava, un'espressione di tristezza e quando ride già mi manca. Ha un girasole tra le sue mani e lo rigira, lo rigira forte. Lei ritorna domani. Non ha consigli, trame o rimedi, né cartoline di saluti e baci. Lei ritorna domani. E il vento muove i suoi pensieri e la sua voce è molto strana, ora gentile, ora sgarbata. Ora è quel bagliore che splenderà nel buio e in me. E non si spezza e non si piega e non mi scrive e non mi manca. Se poi m'inquina, è un fiume in piena, è un altro sole, l'autostrada. E mi ricopre con le sue mani, con attenzioni e risvolte di stelle. Lei ritorna domani. E mi ricopre con le sue mani, con attenzioni e risvolte di stelle. Lei ritorna domani. È come un'isola e tra i muri, ora mi vede, ora mi chiama, non ha capito… poca importanza. Ora è quel bagliore che splenderà nel buio e in me e in me.
3.
CAMMINIAMO ANCORA (Massimo Messina) Ho un forte mal di testa e sono stanco di girare con l'ombrellone, a piedi scalzi e testa in giù. Io so che mi manca, davvero, non ne posso più di luce. Sì, ho l'aria stanca, ma credi, non ne posso più, mi spiace! Sì, è bello stare sulla sabbia calda a sonnecchiare, ma tutto questo tempo, spiegami, a far che? E ho voglia di ombra, di pace, di serenità, di essere in pizzo di luna, tuffarmi nel silenzio della notte. Sì, ama il mare quanto vuoi, anch'io amo il mare, ma il vento mi piace. Oh sì, ama il sole più che mai, anch'io amo il sole, ma il buio mi piace di più. E scavo nella sabbia e sono rosse le mie mani, le spalle a chiazze e bianco dalla testa in giù. E vorrei gridare: "Davvero non ne posso più”, confesso, sì e poi scappare a razzo travolgendo sdraio e borse. Si, ama il mare quanto vuoi, anch'io amo il mare, ma il vento mi piace. Oh sì, ama il sole più che mai, anch'io amo il sole, ma il buio mi piace di più. Sì camminiamo ancora su questa spiaggia affollata, in vestiti di sabbia bagnata. ......... Sì, ama il mare quanto vuoi, anch'io amo il mare, ma il vento mi piace. Oh sì, ama il sole più che mai, anch'io amo il sole (giuro), ma il buio mi piace…
4.
SCENDE LA SERA (Massimo Messina) Strano pomeriggio che saluta e prende il giorno per mano, entra nei muri, nella televisione accesa, passa nei miei occhi e si aggiunge a queste ore che vanno, lente naviganti di una calma e infinita attesa. Scende la sera, con le sue mille luci offuscate, col suo vento alle porte. Cala il sipario sopra i tetti ed il marmo stremato dopo il sole al mattino, coi suoi telefoni, quelli che squillano, corri e non risponde nessuno, con le sue stelle d'agosto precipitate dal cielo che nessuno raccoglie. Sbatte la serranda, ho un sussulto e cade il telecomando, ho aperto gli occhi, eppure sto dormendo ancora. Scende la sera, con le sue finte barche nel mare, fisse nell'orizzonte, col suo miracolo dalle infinite reti abbassate dove il mare è un respiro, coi suoi misteri di mappe stellate e un silenzio sterminato nel buio, sui pescatori protetti ed accompagnati da un cielo che la luna rincorre. Scende la sera, sui miei verdi occhi arrossati, sopra un uomo alle corde, cala il sipario, e forza, ancora un ultimo passo, se ne trovo il coraggio, su quel bicchiere amaro, sollevato nel cielo che ora brinda nel buio. Mentre da fuori, cigolanti ruote di un carro che si trascina la notte.
5.
VITA COMUNE (Massimo Messina) Abito al numero 11 e fabbrico sogni improbabili incubi, cuori di plastica, tedio e follie, quello che capita e di tutto quello che vedrai, contorni e colpi di testa per pensare a quello che non vuoi, soffici ciottoli tra alberi di numeri, parole ed enfasi, scorciatoie lunghe chilometri, poi alibi, finezze e scortesie. Ho un album di quel che non succede mai, togliendo quel che mi resta, il pensare a niente, è tuo, vuoi? Comunque, auguro fantasie a tutti voi compresi mai, un mondo più illogico senza semafori. Abito al numero 11 della vita comune e fabbrico sogni improbabili, cuori di plastica e tutto quello che vedrai dentro te. Strabiche ferrovie, poi scatolette di bugie, accenti sbagliati, virgole cadute e scorte di parentesi. E mi precipito se il campanello mio non suona mai, comunque, ciò che mi basta è pensare a quello che non vuoi. Comunque, auguro fantasie a tutti voi compresi mai, un mondo più illogico senza semafori. Abito al numero 11 della vita comune e fabbrico sogni improbabili, cuori di plastica e tutto quello che vedrai dentro te. Abito al numero 11 della vita comune e fabbrico sogni improbabili, cuori di plastica e tutto quello che vedrai dentro te, quello che vedrai dentro te...
6.
TUTTE LE VOLTE (Massimo Messina) Io m'incammino con il vento tra i capelli in una sera colorata a mano, coi pennarelli ben nascosti dai riflessi di un'ampia luna d'asfalto. E mi trascino quasi a stento tra i sospetti, provato da ogni tua sventata scusa, che se potessi, volentieri cambierei con una stella. Tutte le volte che non hai pianto. Tutte le volte che non ho vinto. Tutte le volte, ma ora è diverso. Tutte le volte che corri via di fretta. Tutte le volte che non hai tempo. Tutte le volte che ho sbagliato tutto. Potessi cedere al mistero dei tarocchi, pupe di cera e sfere di cristallo, nel mio futuro certamente guarderei, ma ora no, non so più se farlo, perché mi preoccupo di ciò che non vedrei, ma tutto questo non mi fa paura quanto il piacere del tormento e non m'importa se sei una strega. Tutte le volte che non ti ho accanto, spengo la luce e non ho sonno, tutte le volte mi sento solo. Tutte le volte che ordini una pizza, tutte le volte che ridi troppo, che non mi dici "son felice", io continuo a pensare che nel paradiso, senza odio e dolori, nessun uomo può esser felice, in un mondo violento di pace, senza lacrime e senza bugie. E guardo l'orologio, e sono in ritardo per imparare a stare solo, per litigare con qualcun altro. Come sei bella, come sei diversa, così distratta che non mi tocchi con il tuo sguardo. Son felice e tu?
7.
NON TROVO LE PAROLE (Massimo Messina) Cosa dovrei dire, cosa dovrei fare per avere il tuo cuore? Guarda che bel cielo, guarda che mare, ma no, sono banale! Cos'è che mette in moto il mio cervello stupido e imbranato? Cosa lo mette in moto, lo stuzzica e mi fa sentire scalognato? E cerco, ma non trovo le parole dentro e in un viavai di macchine, sono sordo e muto. Ma che cos'ho, cos'è che mi fa sentire inebetito? Ma che cos'ho, cos'è che mi fa rimanere senza fiato davanti al tuo bel viso? Cerco le parole e ritrovo il mio sorriso, sorriso da scemo. E ti offro una rosa pallida e ingiallita che stringo tra le dita, poi tolgo la spina che mi si è conficcata, con vaga indifferenza. Dunque rimetto in moto e carico il mio sguardo di coraggio neolatino e scopro che quello sguardo era un lamento camuffato. E cedo, non riesco più a mentire, sono stanco di combattere, stanco di stare muto, perché sei tu, sei tu che mi fai sentire belva ed uomo, perché sei tu, sei tu che mi fai felice e disperato. E ora che sai già tutto, scopri le tue carte, sono stanco di decidere, se vuoi andiamo al mare. Ma che cos'ho, cos'è che mi fa sentire inebetito? Ma che cos'ho, cos'è che mi fa rimanere senza fiato davanti al tuo bel viso? Cerco le parole e ritrovo il mio sorriso, sorriso da scemo. sorriso da scemo....
8.
IO HO FIDUCIA IN QUELL'UOMO (Massimo Messina) Io ho fiducia nell'uomo che coltiva la sua vita nei deserti africani e dagli occhi arrossati in mezzo a polvere e fumo, che interrompe la sua strada e davanti a un aiuto si strofina le mani. Io ho fiducia in quell'uomo che rinuncia, la sua vita è remare quando il mare è mosso ed ombra non vuole. Infatti, cerca un saluto, si ripara e poi, di nuovo, lontano, quando il sole caldo gli spacca le mani. Gli altri credono ancora che il compenso della vita sia il successo più spicciolo e il denaro, e invece pagano solo solitudine e fatica e il ricordo dei figli nel tempo. Io ho fiducia nell'uomo che ricopre le sue ali con colate di cera e verso soli lontani ed anche quando si incendia, ricadendo giù in picchiata, non distoglie lo sguardo, non si copre la faccia. Io ho fiducia in quell'uomo che ora vive solo e vuole lottare, anche a costo della sua stessa vita, che si butta in un letto di sconforto nero e lacrime amare, in quell'uomo che ora si copre d'amore. Io non credo a nessuno, guardo solo l'autostrada nella notte, le macchine del centro che s'incrociano ancora come corde della vita. Io ho fiducia nei figli e nel vento. Gli altri credono ancora che il compenso della vita sia il successo più spicciolo e il denaro…
9.
CHE M'IMPORTA DI VOI? (Massimo Messina) Anch'io oggi come ieri parlo, scrivo, mangio, grido ma ho una bocca sola, ascolto il pomeriggio immenso mescolarsi lento e il tempo si è fermato. Vorrei essere quel ragazzino, quello strano, senza verità e risposta, ma annaspo sopra un trampolino e con il mio sorriso cancello una smorfia. Che m'importa di voi? Che vi frega di me? Non m'importa di morire, se in macchina o se in paradiso andrò? Cambio strada e cognome e mi scuso con tutti, ma mi sembra d'impazzire. Decidi tu se in paradiso andrò. Comunque, anche oggi sbaglio e mi rattristo quando osservo il mio ritratto che invecchia e sotto tiro scelto, ladro, giro in mezzo a infinità di borse. Vorrei essere uno sgabuzzino, una pietra, un bicchiere mai tenuto in mano, spaccarmi all'improvviso od essere un mattone rosso in fondo a un edificio. Che m'importa di voi? Che vi frega di me? Non m'importa di morire, se in macchina o se in paradiso andrò? Cambio strada e cognome e mi scuso con tutti, ma mi sembra d'impazzire. Decidi tu se in paradiso andrò. Decidi tu, quale preferenza hai? Decidi tu come sono, come mi vuoi. Che m'importa di voi? Che vi frega di me. Non m'importa di morire, se in macchina o se in paradiso andrò? Cambio strada e cognome e mi scuso con tutti, ma mi sembra d'impazzire. Decidi tu se in paradiso andrò.
10.
OGNI DISCORSO CHE FAI (Massimo Messina) Ogni discorso che fai, ogni volta che sbatti i tuoi occhi, ogni volta che parli nel buio, non mi sembra vero. Ogni qualcosa che tocchi, ogni volta che apri un sorriso, noi cantiamo la nostra canzone d'amore in silenzio. Ogni sospiro che fai, è un incendio. Dunque passiamo tra i mari, dentro i muri, tra i viali ingialliti, tra colline, autostrade e deserti. Tu mi stai uccidendo! Fermati qui, riposiamoci un poco, sono un po' stanco di camminare a piedi nudi ma ho bisogno del tuo mondo, dove mi stai portando? Ogni risposta che dai, è un silenzio. Ogni respiro che fai, ogni volta che fuggi chiudendo le porte, ogni goccia che cade, ogni cosa, ti amo di più, e solo tu resterai nei sogni miei. Sono sfinito, stanco, arreso, ma andiamo avanti se tu vuoi.
11.
E DIVENTO FUOCO (Massimo Messina) Io divento fuoco, ma ho paura del mio istinto, perché se comincio, non mi pongo un freno. Poi respiro l'acqua quando smetto di reagire, ma divento fuoco se bisogna uscire. Così rinnego tutto e anche il mio imperioso sguardo sembra una candela, cerco di aiutarlo. Presto, presto, che bisogna uscire, vino, acqua, per favore! Fin quando illumino un sorriso, alimento il mio coraggio, sembro un angioletto, un virtuoso, un santo. Poi sputo veleno e dalle punte dei miei occhi, sfrecciano pugnali, aquile, serpenti. E sì che a volte imbroglio, ma mi vesto con rispetto, di tranquillo garbo mi profumo il naso. Presto, presto, che bisogna andare in un posto, non so dove. E divento fuoco, non ho niente da aggiungere… Poi, tutto d'un tratto, si placa il mio respiro, davanti a un fuoco, sono sereno. Suona quel citofono, mi tocca uscire! Non ho niente da aggiungere… Io divento fuoco, ma a dispetto del mio incanto, spezzo la catena, mordo a lungo il labbro, stacco le mie unghie con violente rosicate, e di certo voi, voi non mi aiutate, voi che mischiate tutto ai soldi, i dispiaceri alle risate, voi che non sapete vivere e morire. Presto, presto, che bisogna uscire, vino, acqua, per favore! E divento fuoco, sì, divento fuoco. Poi confesso tutto, ma è colpa del destino, mi rendo conto, ma è ormai accaduto. Tutto si è fermato, si placa il mio respiro, sono tranquillo, giuro, sereno, ma stacca quel telefono, sennò, mi tocca uscire! Il fuoco l'ho spento, ho chiuso le porte... strano… mi sento un altro! Non ho niente da aggiungere…
12.
MEGLIO COSÌ (Massimo Messina) Meglio così, non ti ho mai sopportato, come il sole d'agosto, accecato. Meglio così, non ti ho mai capito e forse neanche aiutato a riprender fiato. Meglio così, me ne torno a dormire, e scusate se ancora non sto male. Chiudo la porta e mi butto e il letto scompare sul pavimento e ci cado sopra. E poi riaverti sempre nei miei sogni, scambiare il giorno con il giorno dopo, vederti ovunque, nella stessa scena, chiuso al lavoro, nella coca cola. E poi giocare tutto, fino a perdermi, contare il poco che mi resta in mano, guardare tutti e non poter più dire che mi sento solo e non ne posso più. Che strana moneta è l'amore, che gira, e non ne posso più, che strana moneta... Meglio così, se telefoni ancora, chiederai del mio orgoglio, dov'è andato. Meglio così, se l'ho sotterrato, l'ho già dimenticato dove e in quale giorno. E poi sognare sempre ad occhi aperti, con un martello frantumare un muro, versarmi sopra un fusto di benzina, con un rasoio tagliarmi la gola. E poi tenerti forte, fino a stringerti e soffocarti in un discorso nuovo, ma spero sempre che tu possa dire: "dai, ricominciamo", e non ne posso più. Che strana moneta è l'amore, che gira, e non ne posso più, che strana moneta, è l’amore che gira, e non ne posso più, che strana moneta... Perdonami perché, perdonami, sto male!

about

Canzoni scritte, suonate e cantate da Massimo Messina, in "Room Studio" @ tape 1993.

credits

released June 15, 1993

Disegno originale di Massimo Messina.

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maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

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