We’ve updated our Terms of Use to reflect our new entity name and address. You can review the changes here.
We’ve updated our Terms of Use. You can review the changes here.

Il campo (Maxmex)

by maxmex

/
1.
SULLA VETTA DEL MONDO (Massimo Messina) Vissi affacciato alla finestra, padrone del mondo, coi miei razzi di carta dai bordi stirati sulle righe ed io a guardarli planare lenti giù in dolci spire. Ed il tempo ha ripreso a girare più debole, però senza fuggire, nei miei polsi un leggero dolore che batteva lontano. Vissi poi seduto in un giardino, solitario e curioso, sotto l'ombra del cedro a guardare gli altri bimbi come anguille saltar fuori dall'acqua, al fruscio delle spighe. Ed il vento ha ripreso a soffiare e la forza che spingeva nel mio cuore, è la stessa che dà l'acqua al mulino e l'odore del fieno. Prima di morire e prima di respirare, prima ancora di salire sulla vetta del mondo, aggrappato al silenzio, come un cerchio di fuoco lontano, lontano.... Vissi dunque al crollo dei miei giorni, come un ladro li presi e ne spesi i minuti poi i secondi, i ticchettii sul davanzale, lì, davanti alla porta, dove andai a respirare. Ed il giorno cominciava a morire e la gioia che spaccava il mio cuore, forse fu per quel lieto silenzio che non volle gridare. Prima ancora di salire sulla vetta del mondo, aggrappato al silenzio, come un cerchio di fuoco lontano, lontano… lontano… lontano…
2.
IL SOFFIO DELL'OBLIO (Massimo Messina) Che cosa è stato della mia vita, che rincorre lo stesso treno, questa strada in salita che dipinge lo stesso quadro? Che cosa è giusto, cos'è sbagliato, quali meriti ho conquistato e in che cosa ho fallito? e se c'era mai stato un premio. Mi vedo che corro in un campo e gioco, i miei piedi son nudi. Rido però ora s'è fermato tutto, ora s'è gelato il tempo. Scavo nel buio ed è una roccia il mio lamento di un'eterna solitudine. La mia paura è più consumata e fredda della lama di un coltello. Come una foglia è destinata al vento, io giaccio rassegnato al soffio dell'oblio. E cosa è stato del mio respiro che ansimava ad ogni tuo sguardo come un topo impaurito quando allarga l'ombra del falco? Ed ho aspettato quel che ho potuto e nel volgermi dell'attesa, il mio sogno è svanito. Fine di tutto. Scavo nel buio ed è una roccia il mio lamento di un'eterna solitudine. La mia paura è più consumata e fredda della lama di un coltello. Come una foglia è destinata al vento, io giaccio rassegnato al soffio dell'oblio.
3.
L'ETERNA ILLUSIONE (Massimo Messina) Camminavo come tutti sopra il giovane sentiero che rasenta il male, rotolando giù in profonde discussioni, scivolando tra le fredde convinzioni. Pensavo che era bello soffocare la vita, asciugando le risposte con agonia infinita e passare sotto il ponte dell'eterna illusione, abbandonato alla corrente e lasciarsi morire. Invece di aggrapparsi a un ideale, girare il vento e remare verso le coste dell'immensa solitudine. Amici, ridate fiato alle vele, sfidate ipocrisie e maree! Ho seduto anch'io tra gli altri alla tavola imbandita di ambiziosi frutti, ho annusato l'amicizia ed il dolore, rifiutando le molliche di quel pane. Pensavo che era giusto deglutire i ricordi, assaporare il futuro nel suo decantare. Ed infine, sfinito, masticato dal vento, inghiottito dal buio, esecreto dal tempo, invece di cibarmi di quel rosso nocciolo amaro, in cui l'amore si conserva sempre intatto e prelibato irrompe. Amici, piene le coppe di sudore, in alto le dolci virtù! Invece di aggrapparsi a un ideale, girare il vento e remare verso le coste dell'immensa solitudine. Amici, ridate fiato alle vele, sfidate ipocrisie e maree!
4.
PROMETTI (Massimo Messina) Io ti seguirò dove vai, io mi troverò dove sei, nascondendoti così, con le mani. Apri gli occhi tuoi e dopo mi vedrai. Io ti spoglierò dei tuoi guai, fino a che non dormirai, parlerei, la tua mente scalderò coi miei sogni. Dammi i dubbi tuoi, ecco, sono i miei. Sei entrata dal mio cuore e i miei occhi all'improvviso han veduto tutto quello che io non ho. Prometti di parlare con la voce del mio viso, di legare i miei silenzi ai silenzi tuoi. Hai aperto le tue ali e il mio cuore ha preso il volo, volteggiando in tersi cieli che sono i tuoi. Prometti di soffrire col dolore mio sincero, di incollare i miei sorrisi ai sorrisi tuoi. Io raccoglierò le tue foglie dentro il vento che le vuol spazzare via. Hai chiuso il mio rancore in una bolla di vetro, ci hai soffiato e da quel giorno è stato allegria. Prometti di sentire coi miei orecchi se ti chiamo, di intrecciare i miei pensieri ai pensieri tuoi. Hai steso il mio tormento in un campo e si è asciugato, hai stirato i miei ricordi e sono i tuoi. Prometti di invecchiare con le rughe del mio volto, tu che di me avrai il respiro e sarai con me alla fine, e terrai le mani mie strette nelle tue.
5.
POMERIGGIO DI SOLE (Massimo Messina) Giura, che il tempo vola, sui tuoi capelli si poserà. Giura, ora che i campi sono distesi negli occhi tuoi. Non respirare per un solo momento, prometti di parlare soltanto col tuo sguardo, che di questo silenzio ti rimanga il ricordo, del sole una carezza e di quel cielo un bel ritaglio. Prova a cucire questo amore sul petto, comincia a ricoprire di un leggero entusiasmo le tue gote di pesca ed è un pomeriggio di sole. Giura sulla tua bocca di rosaspina che sboccerà. Giura, ferma le mani, spezza il tuo cuore, dallo a chi vuoi. Non camminare, non un cenno o un saluto, prometti di ballare soltanto quando il vento che ti sfiora il vestito profumerà di grano un lato del tuo viso e che si infiammi il tuo stupore. Non dimenticare mai questo momento, in ogni sorriso, in ogni rimpianto, ti riporti il ricordo in quel pomeriggio lontano, lontano......
6.
IL GIRASOLE (Massimo Messina) Il girasole della vita ha ripreso a girare, rivedo tutti i giorni e i miei silenzi segnati come i solchi di un trattore e la pianura mesta a degradare, spossata di fatica, matta di sole, coricata tra un tramonto e le colline, soffocata di cespugli e di mimose. Il girasole ritto in piedi, come un giudice od un altare, ad uno ad uno cadono i suoi semi ma solo pochi lì a germogliare. Portatemi dove vi porta il cuore, portatemi dove finisce il male, disperdetemi tra i campi e sulle spighe, ricoprite poi di terra il mio dolore. Ascoltate dunque quello che ho da dire, asciugatevi il silenzio dalle rughe: "Noi che abbiamo lavorato questa terra, nella terra oggi, apparteniamo a lei".
7.
VOGLIO CORRERE ANCORA (Massimo Messina) Cosa rimane dei pascoli al sole, dei canti tiepidi delle cicale, di quel sudore, i gialli coltelli di belle arance quando sono succose? La solitudine l'ho arata nei campi, han camminato su rocce i miei piedi e ho seminato la mia triste storia, mi son seduto e lei a maturare. Ma ogni tanto voglio correre ancora, ancora io mi voglio vedere confondermi con la mia terra di lavoro e di onesto stupore. Ho respirato il vento e il letame ancora fresco delle mattine ed ho ascoltato le montagne e mio padre parlar di fabbriche e di enormi autostrade. Ed io a sbracciarmi di meraviglia, a immaginare come fosse il mare. " Guarda, figliolo, le distese di spighe e adesso pensale di un altro colore". Ma ogni tanto voglio correre ancora, ancora io mi voglio vedere confondermi con la mia terra di lavoro e di onesto stupore. Cos'è quel sogno che inseguono in tanti, che tutti cercano come fosse pane? E ancora aspetto, ma vorrei tornare su questa terra che ora serve a coprire il mio corpo e i miei stanchi pensieri, i miei sogni che ora sono mimose, le mie braccia di legno e di grano, mentre i corvi intrecciano il coro.
8.
TESTAMENTO DI UN POVERACCIO (Massimo Messina) Non pregate per me, non ero un angelo. Non piangete per me, non ero libero. Non provate pietà dentro di voi. Non cercate perché, non me li merito. Né epitaffi e poesie, nessuna immagine. Non stancate il buon Dio, non ero l'unico. E che gigli e azalee qui non si posino. Su di me non si spenda, non un centesimo. Lascio a voi il coraggio di esistere, la viltà per tutti voi, l'obbligo e la forza di credere, la monotonia e la fretta di correre. E che il vento tra i fiori possa disperdermi. E la terra mi copra, fino a confondere le mie ossa alla rosa che sboccerà e ad ogni primavera il sogno mio vivrà. L'ultimo desiderio è per gli umili, pioverà su tutti voi, petali di vittoria e coriandoli, ogni volta che verserete una lacrima.

about

Canzoni scritte, suonate e cantate da Massimo Messina @ 1995.

credits

released March 29, 1995

Disegno originale di Massimo Messina.

license

tags

about

maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

contact / help

Contact maxmex

Streaming and
Download help

Report this album or account

If you like maxmex, you may also like: