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L'universo, il paradiso, l'albatro (Maxmex)

by maxmex

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1.
TEMPO VA NON FERMARTI (Massimo Messina) Un motivo non c'è, come sempre, un motivo non c'è, come sempre, ma non ci posso fare proprio niente. Tempo va, non fermarti. Tempo va, non fermarti. La mia vita non è nei ricordi, la tua vita non è nei ricordi, parole, finte, scuse... troppo tardi. Tempo va, non fermarti. Tempo va, non fermarti. Il cammino d'ombre nei deserti, Il respiro d'ombre nei deserti di bimbi tristi e ventri troppo larghi. Tempo va, non fermarti (non fermarti qui). Tempo va, non fermarti. Oggi che i tuoi problemi sono infranti da una felicità che non cerchi, che non puoi fare a meno dei tuoi soldi, tempo va, non fermarti (non fermarti qui). Tempo va, non fermarti. Perché un'icona non vale un dio? Perché un ricordo, un padre, un fiore, un albero? Perché anima, non volo anch'io? Perché ogni giorno, il mio vestito indosserò? Un motivo non c'è, come sempre, un motivo non c'è, come sempre, ma oggi posso fare le mie scuse. Tempo va, non fermarti (non fermarti qui). Tempo va, non fermarti (non fermarti più). Tempo va, non fermarti.
2.
SOLDATO (Massimo Messina) Soldato la tua notte è fonda, la tua risposta nel vento, fa freddo e la tua coperta stringi di più. Soldato la tua croce è pronta, il tuo discorso già steso, lontano, il cielo è come un'onda, niente spari, i cani abbaiano.
3.
GEOMETRIE LONTANE (Massimo Messina) Dal cielo, un'ombra, rapida e fonda, copre il mare e sopra il mare, l'albatro sta a guardare tra silenzi e rami, da geometrie lontane (tra silenzi e rami). La sua coscienza, limpida e tonda, copre il sole e oscura il cuore di chi lo vuol guardare, (chi lo vuol guardare), di chi lo può guardare. Corpi vuoti, foto, pomeriggi, orfani, rei, gatti neri, silenzi d'aula si specchiavano nei tuoi pensieri. E frasi senza voci urlavano di uscire fuori, celesti vuoti si stellavano, ma tu non c'eri. È il mondo tuo, vuoi uscire fuori? tuo, vuoi uscire fuori? La vita e l'onda, unite in corsa verso il mare, sotto il sole. La pietra del potere, (in due verso il mare), l'ala del dispiacere, (in due sotto il sole). L'albatro sta a guardare tra silenzio e rami, da geometrie lontane. Venti, fuochi, piogge, giorni grigi, trottole, coltelli in mano, poi nuove miscele di polveri nella tua vena. E facce senza volto urlavano, tu uscisti fuori, due navi al cuore che approdavano alla tua costa. Il mondo è tuo, vuoi uscire fuori? tuo, vuoi uscire fuori? Loro sospiravano sulla tua bocca ed un sorriso, come un prato verde sulla schiena. Soldati senza nome, musicisti di frontiera, le loro note in fila, dentro il bosco, verso casa. È il mondo tuo, vuoi uscire fuori? tuo, vuoi uscire fuori?
4.
L'ALBATRO (Massimo Messina) Maturità, voglia di perdersi nell'umida jungla degli uomini, la solita voglia di vincersi, la nullità del non difendersi. Odio o viltà, semmai devi pungerti, spine tra gli alberi dei nostri secoli. Da turista, scopri le immagini dell'anima vuota degli uomini. La tua lealtà è un tiro ai poligoni, tu sagoma di mire abili. La falsità da cui devi sporgerti, ti spinge a voltarti mentre precipiti. E sopra i tuoi pensieri, le ali tue si schiudono, ritrai poi incurvi i piedi, la luce è la tua viva esistenza. Vuoi restare solo, esser la punta estrema del dolore, ma stare da solo. Vuoi volare in cielo, esser l'unica ombra del tuo mare, nascosto e profondo. L'universo, il paradiso, l'albatro riprende il volo, il suo ferito impeto di esistere, oltre il sole. Maturità, semmai devi spingermi, spine tra gli alberi dei nostri secoli. Più sopra i tuoi pensieri, le ali tue si schiudono, ritrai poi incurvi i piedi, la luce è la tua viva esistenza. Tu vuoi restare solo, esser la punta estrema del dolore, ma stare da solo. Vuoi volare in cielo, esser l'unica ombra del tuo mare, nascosto e profondo. L'universo, il paradiso, l'albatro riprende il volo, il suo infinito impeto di esistere, oltre il sole e il suo sfondo stellato, all'incontro del giorno che nasce e muore.
5.
IL MONDO DI SOLITAIRE (Massimo Messina) Il dispendio di un passato stimola la tua falsa prudenza a sbirciare nel tuo vuoto, quanto tempo è già caduto! Se qualcosa non va, tu tocca il fondo di quella bottiglia, sigaretta nella mano, ora il tempo si è fermato. Forse il re della tua storia non aveva conquistato tutto e a metà del suo percorso, è tornato desolato. E qualcosa, non tu, ma il soffitto di questa tua storia, si muove come il passato, ogni giorno è più lontano. Se qualcosa non va, qualche cosa si ottiene, stringi i sogni nella mano e il mondo t'appartiene. Solitaire, nella tua vita, non ci sono treni sopra il tuo binario. Scrivi, la giornata è grigia, non ci sono giorni sul tuo calendario. E tu sei l'ultima figlia del degrado, il fondo del tuo stesso vuoto. Quante persone voglion stringer la tua mano? Quante persone voglion stringer la tua mano? Il rifiuto del futuro stimola la tua falsa amicizia verso un mondo grigio e impuro, infetto di maldicenza. E qualcosa ti brucia, no, non è l'ago di quella siringa, no l'incendio di un passato, no il futuro mai arrivato. Se qualcosa non va, qualche cosa si ottiene, stringi i sogni nella mano e il mondo ti appartiene. Solitaire, nella tua vita, non ci sono treni sopra il tuo binario. Scrivi, la giornata è grigia, non ci sono giorni sul tuo calendario. E tu sei l'ultima figlia del degrado, il fondo del tuo stesso vuoto. Quante persone voglion stringer la tua mano? Quante persone voglion stringer la tua mano? Se qualcosa non va, qualche cosa si ottiene, tu stringi i sogni nella mano e il mondo ti appartiene. Solitaire, nella tua vita, non ci sono treni sopra il tuo binario. Scrivi, la giornata è grigia, non ci sono giorni sul tuo calendario. E tu sei l'ultima figlia del degrado, il fondo del tuo stesso vuoto. Quante persone voglion stringer la tua mano? Quante persone voglion stringer la tua mano? Solitaire, quella valigia, sennò farai tardi all'appuntamento con il bluff della tua vita, la tua conclusione, il tuo fallimento. Tu che sei l'ultima figlia del potere, il frutto di quest'altro imbroglio, quante persone hanno stretto la tua mano? quante persone hanno stretto la tua mano? Solitaire, Solitaire… Solitaire, Solitaire… Solitaire, Solitaire…
6.
STRANE SENSAZIONI (Massimo Messina) Quante strane sensazioni che attraversano le vie, sante devozioni, false mode si approfittano di me, ma il mio cuore non sbaglia, sta voltando la medaglia, il mio cuore non sbaglia quasi mai. Splendide recitazioni che ci sembrano riuscite, altre meno, frasi da oratori che si credono in un film, ma il mio cuore non sbaglia, sta voltando la medaglia, il mio cuore non sbaglia quasi mai. Profonde convinzioni, flash back di certezze già vissute, direzioni prese, trappoloni nella camera del mouse. Il mio cuore non sbaglia, sta voltando la medaglia, il mio cuore non sbaglia quasi mai. Io vivo, perché respiro, soffocando, vivo. Non avvolgerti nei tuoi perché, domani una risposta ti porterà lontano, vivo, verso il tuo cammino. Recenti leggi senza nome ci hanno infatti condannati a ingannare il prossimo e ad amare il denaro come un jeans, ma il mio cuore non sbaglia, sta puntando la mitraglia, il mio cuore non sbaglia quasi mai. Chi comanda nelle banche e ha in borsa azioni mai vendute, chi più fortunato resta a casa a giocare col suo slam, ma il mio cuore non sbaglia, sta voltando la medaglia, il mio cuore non sbaglia quasi mai. Io vivo, perché respiro, soffocando, vivo. L'orizzonte ha vetri blu, un colpo d'ali, vola via e voltati nel cielo di ghiaccio, vivo, verso il tuo destino, verso il tuo destino… Cuore non sbaglia, il mio cuore non sbaglia quasi mai. Io vivo, perché respiro, soffocando, vivo. Non avvolgerti nei tuoi perché, domani una risposta ti porterà lontano, vivo. Da un profondo odor di mentine di un bar, poesie e colori restano fuori, e sono le strane sensazioni. …………… Volta e rivoltati nel cielo di ghiaccio, vivo, verso il tuo destino, verso il tuo destino.
7.
OMBRE (Massimo Messina) Anche questi volti se ne vanno via, li avevo appena conosciuti, se ne vanno via. In realtà nessuno sa cos'è un vero lavoro, un altro soldo nel juke box, contare i minuti vissuti che restano. Chiudi gli occhi e sogna, lontano e fuori dalla casa, salgono le idee, i profumi e suoni dalla strada. Le ali e gli occhi parlano di un dolce segreto, ma io non sono un albatro, un soffio di luce, un sogno meccanico. Figlio di luna, quando vuoi restare solo, non serve chiudersi la porta. Ombre di una risposta. Ombre di una vittoria. Ombre di, e in quella fila indiana. Ombre di quel cammino. Più in là, il futuro e un angolo, il lato del suono. Al caldo della musica, la realtà si spegne, il sogno si illumina. Figlio di luna, quando vuoi restare solo, non serve chiudersi la porta. Ombre di una risposta. Ombre di una vittoria. Ombre di, e in quella fila indiana. Ombre di quel cammino. Ombre di luna. Ombre della noia. Ombre di gennaio. Ombre di febbraio. Ombre nel buio. Ombre su una porta. Ombre del passato. Ombre del futuro. Ombre di una risposta. Ombre di una vittoria. Ombre di, e in quella fila indiana. Ombre di, e in quel cammino. Ombre di, e in quella fila Ombre di, e in quel cammino. Ombre di quella fila. Ombre di quel cammino.
8.
LA NOTTE NEL TUO CUORE (Massimo Messina) Frammenti di un'ora, riaprendo le serrande, è nella notte quello che si vuole bere, nella notte il tuo dolore, è la notte l'accordo su cui scrivi una canzone, e la notte, rompendo le vetrine, è nel tuo cuore. Riaprendo le serrande, ho conosciuto l'arte, e nella notte credo che tu puoi sentire solo il battito del tuo cuore, è la notte, muovendo le pedine e le signore della notte con cui non puoi parlare. È dolce pensare al buio, la notte è in te, tu hai il suo profumo. È dolce pensare al vino, la notte è in te, tu il tuo cognac bevi, intanto fuori sta piovendo e il lavandino perde, mentre stai sognando e guardi nel vuoto. La notte si è fermata, non ha mai visto piangere, ma nella tua memoria c'è un'entrata e il tuo cuore è la tua strada, l'incoscienza che fa rimpicciolire la tua stanza, nella notte, perché non puoi volare. E poi dici: "perché siamo scintille?" e apri il tuo futuro, entri nel tuo destino, sorridi e un sorso di cognac bevi. Intanto, fuori sta piovendo e il lavandino perde, mentre stai sognando e guardi nel vuoto. Fuori sta piovendo e il lavandino perde, mentre stai sognando e guardi giù…
9.
MORTE DI UN GABBIANO (Massimo Messina) Guarda quei gabbiani che volano sul viso, apri le tue ali, ti sembra il paradiso e no, una porta. È venuto fuori con rabbia il tuo sorriso, e tu ti siedi fuori con gli occhi un po' socchiusi e t'allontani.
10.
- Instrumental -
11.
IL VOLO DELLE COLOMBE (Massimo Messina) Gente senza corruzioni, cosa c'è di strano? Gente senza condizioni, cosa c'è di strano? Vetri nella tua coscienza, niente sonni insonni e portoni chiusi. Cosa c'è di strano? Cosa c'è di strano? Naviga nella memoria l'ala delle promesse, dove fu quel marinaio che mai più sorrise. Torna finalmente a casa la bambina dai bei riccioli neri. Cosa c'è di strano? Cosa c'è di strano? Rabbia che ti porta il vento, vieni e portaci via, l'alba che ci uccise il giorno, non è più paura. Scoppia la rivoluzione, senza alibi e coltelli in mano. E toccare il cielo con gli occhi chiusi tra il dire e il pensare, ali adottive di un creatore che immagina di me, di te, di noi. Oh cielo di abitudini, cadrai! Scoppia la rivoluzione, e noi volontari con gli occhi chiusi. Cosa c'è di strano? Cosa c'è di strano? Mare nuovo in tempesta, lava e pietà di pietra, muore e l'ira si spezza, nasce e tira la corda. Volano mille colombe, quasi fosse un sole leggendario, sciolte immagini di fiaccole mute al rallentatore, verso la fine e un creatore che immagina di me, di te e di noi. Oh cielo di abitudini, cadrai! E noi volontari con gli occhi chiusi tra il dire e il pensare, ali adottive di un creatore che immaginò di me, di te e di noi. Oh cielo di abitudini, cadrai!

about

Canzoni scritte, suonate e cantate da Massimo Messina, in "Room Studio" @ tape 1990.

credits

released November 23, 1990

Francesco Ribisi: Chitarra elettrica solista + "Solo" di chitarra classica ne "Il mondo di Solitaire"
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Disegno originale di Massimo Messina.

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about

maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

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