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Il sentimento oscuro (Maxmex)

by maxmex

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1.
Sfama quei respiri che mi toglierai, spandi i miei silenzi di istanti infiniti che percorrerai. Stendi i tuoi orizzonti nei miei cieli bui, curva i miei tramonti, ripiega gli inverni dentro gli occhi tuoi, ma non perdere la fiducia, la fiducia, la fiducia, tu che addenti il mio dolore, ma non senti come brucia, il tuo sguardo ha il fragore dei cristalli che in me infrangerai, la tua immagine è sabbia nei coralli e vento nei miei pugni chiusi. Sciogli i miei aquiloni che rincorrerai, spazia oltre i confini, dovunque li perdi, mi ritroverai. Salta i miei cancelli e spalanca i tuoi, riempi i miei secchielli, tuguri e castelli, di quello che vuoi, ma non perdere la fiducia, la fiducia, la fiducia, anche quando il sale monta tra i capelli come schiuma, la tua bocca è il miraggio dei deserti che disseterai, il tuo bacio è un volo nei miei cieli aperti, il senso dei miei giorni muti. Da' fiducia, da' fiducia, da' fiducia, tu che afferri i miei tormenti, ma se stringi non hai colpa, il tuo passo ha il volto degli specchi che in me incanterai, il sorriso tuo è il bagliore nei miei dubbi, l’unguento dei miei sogni illusi. -------- Lascia crescere la fiducia, la fiducia, la fiducia, tu che addenti il mio dolore, ma non senti come brucia, il tuo sguardo ha il fragore dei cristalli che in me infrangerai, la tua immagine è sabbia nei coralli, il vento nei miei pugni.
2.
Chiedo solo un po’ di vento fresco da passare in faccia, chiedo appena qualche goccia da versarmi sulla bocca, questo nuovo sentimento è duro da portare in spalla, basterebbe una risposta che sollevi la mia sacca, risvegliarmi dal mio sogno, solo e con il cuore in tasca, camminare indietro scalzo, pochi passi sulla sabbia, ritornare poi bambino, non penso che mi dispiaccia, ma davvero del percorso, quel sentiero proprio non mi manca, è il passato che mi tocca, di sfiorare il cielo non m’importa, del futuro che mi avanza. Non voglio più aspettare di trovare i gesti e le parole, chiedo solo un po’ di pace, che si allenti la mia morsa. Respirare un po’ di pioggia, già è un pensiero che rinfranca e non basterà la spiaggia a frenare la mia corsa, non è affatto un sentimento oscuro, il buio che mi sbanda, d’altro canto, tutto passa, e l’amore, a volte, è un fuori onda, solo un piatto che si scalda, un martello secco nelle ossa, un silenzio che fracassa. Non voglio più agitare come un cencio appeso ad una fune, chiedo un punto di equilibrio, quando affonderà la barca. Non voglio più impazzire, brancolare invano tra le brume, chiedo solo di guarire, dare un senso alla ragione.
3.
Perché andare, perché parlare, per poi, non dire ciò che si vuole? Perché cercare di capire poi, perché il passato non ritorna mai? Perché bussare, per poi restare tra cieli e lune ad aspettare? Perché riaprire quella porta, se nel profondo, guarire non t’importa? Forse, è meglio impazzire, forse, è meglio volare, forse, è meglio sparire, tagliare la corda. Perché amare, perché odiare, se nel tuo cuore non hai la forza? Perché tradire una certezza ormai, perché cercare la risposta in noi? Perché mentire, perché tacere, se nella bocca non hai piacere? Perché seguire una coscienza poi, se la coscienza di contro, non ti ascolta. Forse, è meglio smarrire, per potersi trovare, sai, far salire e crollare castelli di carta. Forse, è meglio gettare fogli nella tempesta, fare posto al silenzio, fermare la testa. Forse, è meglio finire, rallentare la corsa, poi, dare un calcio nel buio e riparte la giostra.
4.
FREDDO DA CANI [voglia di libertà] (Massimo Messina) Voglia di libertà, di ascoltare un silenzio che nessuno sa, correre, correre dove, chissà… forse, oltre il vento che ci contrerà. Voglia di fantasia, dell’insano tormento che ci porta via, sentire il battito della follia afferrare l’istante che ci sfuggirà, stretto nei pugni e nelle mani, lungo nei polsi, nei tuoi respiri. Voglia di verità, di inseguire il miraggio che poi svanirà, oltre lo spazio ed i confini bui, forse, c’è la risposta che non troverai. Voglia di vita in noi, d’imboccare il sentiero che non sbuca mai, sentire il fremito della paura risalire dai fianchi, quei i nostri sguardi, specchi infiniti, fiati in vetri socchiusi, fuori, un freddo da cani e dentro, i frammenti, come cristalli. Dove quel vento va, voglia di libertà nei miei ricordi. Voglia di oggi e del domani, quella smania nei passi muti e una fame da lupi, di tornare soli, come smarriti. Dovunque il tempo andrà, il volto tuo sarà dentro i miei occhi.
5.
Fretta di concludere, per non decidere, fretta di fuggire il più lontano, per non deludere. Fretta di soccombere, per non combattere, fretta di andar giù, lambire il fondo, per non riemergere. Una corsa tra la polvere, una vittoria non ti darà mai, ma che tradimento è? ma che tradimento è mai? Fretta di infischiarsene, per non soffrire, rinnegare il vento e il suo richiamo, per non rischiare. Uno sguardo appena complice, una rivalsa non è stata mai, non è tradimento, sai, quale tradimento, poi, che dura poco, che dura un fuoco, che gira in eterno dentro un forno, fino al mattino, che dura un secondo, che dura un destino, che dura un sentiero buio, un lampo, come un cerino? Fretta di portarsi via la croce, per non pentirsene. Fretta di scommettere, certo di perdere, fretta di ignorare anche il silenzio, per non rimpiangere. Una spiaggia in solitudine, un cliché vecchio, consumato ormai, dunque, tradimento sia, che non lasci mai la scia, di un viso stanco, di un coniglio bianco che corre impaurito, o inceda al passo di un mesto tango, che giuri allo specchio, che sfugga allo sguardo, un secolo intero o il mezzo giro, senza un traguardo, che spanda il profumo, che tolga il respiro, che scampi al naufragio o sia il veliero che sta salpando.
6.
ALI BIANCHE (Massimo Messina) Quanta sabbia nei tuoi piedi, quanta pioggia nelle mani, quanto vento nei confini che avvicini ed allontani. Se il dolore brucia e la fiducia sfugge al tuo domani, tu riponi in bui pensieri le tue ali stanche. Quanti cocci nei tuoi passi, quanti sguardi in vetri oscuri, dense nubi nei tuoi cieli, nebbie in giorni mai vissuti. Se ti senti sola ed hai paura, stringi le mie mani e distendi i tuoi silenzi sulle ali bianche. Su, distendi le tue ali bianche, col silenzio e le tue ali bianche, si sorvolano fiumi e montagne. E se hai il sale ancora sulla bocca, ridi, è stato ieri, e vedrai che anche i sorrisi torneranno interi. Coi tuoi sogni ed i tuoi sguardi veri, si va in alto, oltre i grattacieli. Se il dolore brucia, da' fiducia, credi nel domani, brilleranno pure i cocci sotto i nudi passi.
7.
GIURALO [che non mi hai amato mai] (Massimo Messina) Come puoi pensare che è una roccia che in pugno ti si sfalda? Come puoi pensare che una gomma cancelli la tua faccia? Come puoi pensare che il domani si sciolga tra le mani? Come puoi pensare che la vita non abbia via di uscita? Come puoi pensare che il silenzio ti secchi nella gola? Come puoi pensare che l’arsura non sia la tua paura? Come puoi pensare che gli specchi nascondano sorrisi? Come puoi pensare che i rimpianti non siano fiordalisi? Son d’accordo, non è amore, ma se proprio il viaggio non ti piace, saluta e sii felice. Son d’accordo che è passione, ma se hai dubbi, fa’ due conti in croce, se resto, non hai pace. Come puoi pensare che una stella di colpo, non ti piaccia? (Giuralo, che non mi hai amato mai) (Giuralo, che non mi hai amato mai) Come puoi pensare che è finita, se lecchi la ferita? (Giuralo, che non mi hai amato mai) (Giuralo, che non mi hai amato mai) Come puoi pensare che una storia si arrenda, senza gloria? (Giuralo, che non mi hai amato mai) (Giuralo, che non mi hai amato mai) Come puoi pensare che era spenta, hai perso la memoria? (Giuralo, che non mi hai amato mai) (Giuralo, che non mi hai amato mai) Son d’accordo, ora è finzione, ma se proprio in palco non sai stare, fa’ quello che ti pare. Son d’accordo, era sublime, ma se volo adesso tra le brume, raccoglierai le piume. Son d’accordo, ora è uno sciame, uno stormo immenso sopra un fiume, di un luogo senza nome. (Giuralo, che non mi hai amato mai) Son d’accordo e mi dispiace, se danziamo ancora sulle spine e il cerchio non ha fine. (Giuralo, che non mi hai amato mai) (Giuralo, che non mi hai amato mai) (Giuralo, che non mi hai amato mai) (Giuralo, che non mi hai amato mai) (Giuralo, che non mi hai amato mai)
8.
NEL SILENZIO DELLA NOTTE SCURA (Massimo Messina) Fa paura, scava il buio e buca gli alberi e come vento svanirà. Fa paura, si confonde dentro i vicoli, tra l’incoscienza e l’umiltà. Fa paura, perché non sa mentire, ma non dice la verità. Fa paura, Il suo morso fa miracoli, però il suo taglio brucerà. Fa paura, non conosce muri e ostacoli, né dove il fosso salterà. Fa paura, perché non sa fuggire, né mai indietro ritornerà. Nel silenzio della notte scura, è come un soffio nella polvere ed effondere non sa. Frena il passo, non aver premura, non è un sentiero da percorrere, è solo fiato in gola che rallenta la tua corsa e non si fermerà mai. Fa paura, ride e danza tra le nuvole e si concede alla follia, nega e giura che ci crede nelle favole, ma non sopporta ipocrisia. Fa paura e non si può smarrire, ma in un cuore si perderà. Nel silenzio della notte scura, è come un’ombra da rincorrere e raggiungere non puoi. Non c’è abisso e non è mai radura, non è un mistero da risolvere, è solo notte fonda, tende e allenta la sua fionda e non ti ferirà mai. Fa paura, perché non sa tradire, Fa paura e spesso fatica a salire in quota, ma dal vuoto ci potrà salvare. Nel silenzio della notte scura, è come un frutto da non cogliere e raccogliere vorrai. Non c’è porta aperta e mai sicura, nessun cancello da rinchiudere, e se un pensiero vola, poco importa, non c’è gabbia e non si afferrerà mai.
9.
IO CI CREDEVO (Massimo Messina) Io ci credevo alle tue lacrime, io ci credevo alle tue favole, io ci credevo alla tua immagine confusa, agli specchi in cui sceglievi le tue facce. Io ci credevo in quelle sabbie, giorni immensi a pettinare le tue spiagge, non ho preteso mai risposte, una scusa, un pretesto, per sentirmi meno fragile. Io ci credevo in quelle nuvole, non ho mai chiesto un cielo soffice, io ci credevo alla tua notte mai sicura, ci cadevo volentieri nelle trappole. Io ci credevo alle tue lucciole, così, ho spento una ad una le mie fiaccole, e quando, l’anima mia rimaneva nuda, rivoltavo nella mente le girandole, e giunto finalmente, a un passo dalla strada, mi addentravo in quel sentiero che non torna mai. E adesso, tocca e te decidere da che parte soffia il vento e fin dove porterà questo silenzio che non sa quale sogno o sia realtà, dipingere o illudere, se sfidare un mare calmo o se un Dio ci salverà, fin quando il gorgo si aprirà, sia menzogna o verità per noi, sarà difficile, difficile non creder mai, a quelle vele che tu scioglierai, verso l’inferno delle anime sperdute, al richiamo di un vascello che non salperà, e tutto il resto è solitudine.

about

Canzoni scritte, suonate e cantate dal solo Massimo Messina (settembre - ottobre 2023).

credits

released October 28, 2023

Disegno di copertina: Bellascella

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maxmex Palermo, Italy

Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.

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