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1. |
Moltiplica per 6
04:00
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MOLTIPLICA PER 6
(Massimo Messina)
Se sono un ripiego di ciò che non hai avuto,
se sono il distacco di un tempo ormai passato,
se sono un riflesso sparuto sul tuo specchio,
se sono il cristallo che sgorga dal tuo imbuto,
o solo un sasso caduto nel tuo stagno,
come un bel lancio che afferri per istinto,
oppure il libro che sfogli a lume spento,
ossia un pensiero, così, di tanto in tanto.
Se sono il rimpianto che scavi nel tuo petto,
il premio rivalso che devi al tuo riscatto,
un duro lavoro che sudi fino in fondo,
un pianto meschino nel tuo dolore abietto,
e del tuo mare, un cielo mai annegato,
e dell’abisso, il fondo mai riemerso,
e di quel vino, un bicchierino scarso,
che se è veleno, ne gusto appena un sorso.
Comunque e ovunque sei,
moltiplica per 6
le stelle che vedrai,
quale che sia il conto, ti vorrei.
Se sono uno sparo partito all’improvviso,
l’orrendo pupazzo che hai vinto, tuo malgrado,
e forse il bersaglio sincero lo hai mancato
oppure hai centrato ma non l’hai messo in conto,
e su quel tram, tu ci sali su per caso,
e sono un volto, lì, a un palmo dal tuo naso,
un mero sbuffo sul vetro tuo appannato,
che se lo asciughi, provo a non darci peso,
un muto sguardo sfuggito al tuo controllo,
cupo silenzio, preludio di un applauso,
e solo un bacio può sciogliere il disagio,
che se ci provi, non mi ha per nulla offeso.
Comunque e ovunque sei,
moltiplica per 6
quel vuoto e capirai
quale assurdo prezzo pagherei.
Comunque e ovunque andrai,
intreccia strade e vie,
moltiplica e saprai,
tanti sono i nodi, aspetterei.
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2. |
Nel mondo tuo
02:26
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NEL MONDO TUO
(Massimo Messina)
Nel mondo tuo,
non ci sono lacrime,
nel mondo tuo non sorriderai,
ma non chiederai perché.
Nel mondo tuo,
non si gela mai il silenzio,
nell’antro, tu ti rifugerai,
ma non tremerai perché,
tanto il buio non c’è mai.
In fondo, è facile,
basta invertire il corso
del tuo fiume, sai,
quando scorrerai.
In fondo è semplice,
potrai girarlo il puzzle,
quando finirai
ed i pezzi smonterai.
Nel mondo tuo,
non ti ammalerai perché,
dal canto tuo, semmai guarirai,
non dubiterai perché,
tutto è già chiarito ormai.
In fondo,
il mondo è un piatto,
servito su un vassoio,
l’universo sai, imbandire puoi.
Per sovvertire il quadro,
potrai cambiare il verso,
fingere potrai,
quando lo raddrizzerai.
Nel mondo tuo,
non ci sono nuvole,
l’ombrello tuo
pende ai polsi tuoi,
verso un cielo che aprirai.
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3. |
Stella libera
03:29
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STELLA LIBERA
(Massimo Messina)
Quando un giorno
la mia stella libera sarà,
come sale nella roccia,
al buio brillerà,
una lingua di universo
si ritaglierà,
stella che fuggi,
stella che torni.
Quando un giorno,
anche il silenzio
iriderà di te,
quello è il segno
che un bel sogno,
un veliero c’è,
verso il faro della luna
ci trasporterà,
stella che viaggi,
stella che incontri,
nelle sere che inventi
e non raccogli,
scioglierai le schiume
dalla tempesta,
e una stella libera sarai.
Quando il cielo del mattino
si riposerà,
e la luce come il ghiaccio,
si discioglierà,
ogni goccia di rugiada
ti ringrazierà,
stella che pungi,
stella che sciogli,
nelle sere che immergi
e non affondi,
porta via le dune
da questa spiaggia,
e una stella libera sarai.
Tu che non sai piangere,
tu che non sai ridere,
ma non riesci a smettere
di provare e ancora insistere.
Stella che vai e non ritorni,
stella che bruci e non ricordi,
bucherai le brume
di questa nebbia,
e una stella libera,
una stella libera,
tu, una stella libera sarai.
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4. |
Mostrati
04:05
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MOSTRATI
(Massimo Messina)
C’è una colomba
che annuncia venti di pace,
poi, si rintana nell’ombra
di un cielo rapace,
un primo accenno di pioggia, scroscia felice,
cade una goccia di troppo
e sembra la fine.
La primavera impazza,
monta sul cuore,
come una panna lenta,
senza sapore.
Mostrami chi sei,
luna riversa
che non sai incantare,
mostrati,
dalle mie stelle scostati.
Mostrami che fai,
cieco riflesso
che non sai specchiare,
scollati dal vuoto mio
e frantumati.
All’orizzonte,
un vascello affonda e riappare,
calma inquieta e profonda,
gorgo che assale.
Una fontana zampilla
getti di luce,
svelta, rallenta, si accorcia
e ancor via, più veloce.
Una candela smania,
strutta d’amore,
ma la sua cera sciolta
non dà calore.
Mostrami chi sei,
fiamma che bruci
ma non sai scaldare,
mostrati,
di pentimento scottati.
Mostrami che fai
muto universo,
se non sai brillare,
sfondati,
nel mio silenzio oscurati.
Se la ragione
il mondo potrà salvare,
senza ragione al mondo,
può anche morire.
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5. |
Il vento sa
03:45
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IL VENTO SA (altre rime)
(Massimo Messina)
Ho dragato mari e fiumi,
carezzato cieli aperti,
ho scavato strade e fossi,
pettinato alghe e deserti.
Ho viaggiato interi lustri,
cancellato oltre i confini,
ho parlato ai pesci rossi,
boccheggiato in bui fondali.
Ho guardato
solo dove il vento va,
sperato, come il vento sa,
spremuto pugni, a volontà.
Ho guidato a fari spenti nella via,
tracciato in cuore la mia scia,
per ritrovarmi, ovunque sia.
Ho scalato dritti muri,
rocce aguzze a nude mani,
stretto tra crateri e solchi,
con le spine sotto i piedi.
Ho sputato via i veleni,
sangue e denti dei miei morsi,
ossi e semi dei miei frutti,
i cristalli dai miei sorsi.
Ho cercato solo luce e verità,
pregato in pace e in libertà,
ma nessun Dio, per carità.
E ho imparato
che i silenzi dentro noi,
li puoi toccare, se lo vuoi,
senza però afferrarli mai.
Dunque,
affido i miei racconti alla marea,
tutti i miei canti di Odissea,
per altre rime, non ho idea.
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6. |
Tocca
04:02
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TOCCA
(Massimo Messina)
Tocca i miei domani,
tocca i miei pensieri,
i pudìchi sogni,
nudi desideri,
tocca le mie croci,
tocca i miei vessilli,
lenzuoli e sudari,
templi e simulacri.
Tocca con le mani tue,
tocca, che mi guarirai.
Tocca i miei silenzi,
tocca i miei disagi,
remore e tormenti,
incubi e presagi,
tocca i miei risvegli,
tocca i miei sbadigli,
nei ciechi confini,
nei cammini infermi.
Tocca con le ali tue,
tocca e mi solleverai.
Tocca le campane e poi
giorni a festa sarai.
Tocca le fontane e poi
pioggia fresca cadrai.
Tocca con le labbra tue,
tocca e mi disseterai.
Tocca i miei prodigi,
crudi fallimenti,
tocca i miei vestigi,
i miei sguardi assenti.
Tocca i miei dolori
nei miei muti anfratti,
i miei pianti asciutti
sugli intrisi stracci.
Tocca con le ciglia tue,
tocca e mi riposerai.
Tocca braci spente,
fiamma che riaccenderai.
Tocca il sale della bocca,
ghiaccio che scioglierai.
Tocca coi respiri tuoi,
pace che m’infonderai.
Tocca la mia sera e affonda,
luna risorgerai.
Tocca il manto,
dei miei bui serpenti,
tocca i vetri impressi
nei miei pugni chiusi.
Tocca il marmo
dei miei freddi muri,
tocca la penombra che è in me.
Tocca le mie vene, esonda,
ed in me scorrerai.
Tocca le mie pieghe e sfonda,
piena che irromperai.
Tocca le catene e scappa,
presto, vento tu sarai.
Tocca le mie vele e canta,
quando mi porterai.
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7. |
Acqua che scotta
03:24
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ACQUA CHE SCOTTA
(Massimo Messina)
Preferirei acqua che scotta,
tracannerei goccia per goccia,
anziché taniche di piogge acide,
ma prenderei questa vita com’è.
Arrancherei sul trampolino,
scivolerei da uno scalino,
anziché in tavole bagnate e sdrucciole,
ma prenderei questa vita com’è.
E invece di partire alla riscossa,
mi accorgo che il sopore dell’età,
male non fa.
In fondo, appare inutile,
per quanto sia possibile,
passare giorni illusi ad aspettare,
fin quando, a cuore immobile,
il dubbio non ti assale,
e avere una risposta più non vale,
specie se, proprio non c’è.
Preferirei una batosta,
mi sparerei l’intera posta,
anziché vincite rinfuse e spicciole,
ma prenderei questa vita com’è.
E invece di sfidare la tempesta,
mi accollo di inseguire un’altra scia,
dovunque sia.
Del resto, appare futile
sfruttare l’occasione,
per dare un solo calcio
a quel pallone,
fintanto, a cuore flebile,
per quanto pulsi in pace,
quel che lontano brilla e più ti piace,
lo sai che stella non è.
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8. |
La vera luce
04:29
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LA VERA LUCE
(Massimo Messina)
Luce che fuggi
da questa terra,
dove la luce non c'è.
Luce che corri
su questa spiaggia,
portami con te.
La vera luce non brucia,
la vera luce non cola.
Luce che balzi
da questa secca,
come un’eterna fiumana.
la vera luce consola,
al buio non ti abbandona,
e accende sospiri,
più grandi dell’onda,
accoglie i lamenti
di un cuore che affonda.
Come l'alba,
luce più chiara non c'è,
al silenzio risponde,
il vento confonde,
nel tempo, ci sbatte la coda.
Come l’ombra,
luce più sola non c’è,
a ogni lampo che passa,
il cielo fracassa,
finché l’universo scompare.
La vera luce non piange,
la vera luce combatte,
la vera luce non muore,
la vera luce è l’amore.
E accetta le spine
di questa galera,
abbatte il confine,
difende la sera.
La vera luce profuma,
la vera luce consuma,
la vera luce si onora,
la vera luce è una sola.
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maxmex Palermo, Italy
Massimo Messina (Maxmex) è nato a Palermo il 1° luglio 1963.
Autore di musiche, testi, poesie e lucidi deliri,
realizza in solitario le proprie raccolte musicali.
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